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Per coloro i quali hanno quella diffusissima e salutare passione per il giardino, il concetto di equilibrio naturale e di equilibrio del terreno dovrebbe essere più che noto: è infatti risaputo che un terreno, per poter garantire la crescita sana e completa della maggior parte delle specie vegetali, debba essere necessariamente dotato di quasi tutte le sostanze basilari che devono nutrire ed alimentare i processi naturali. Ma come si fa a garantire l’equilibrio del terreno? Molti di noi, alle scuole medie, hanno di certo studiato che un tempo si praticava la rotazione delle coltivazioni, solitamente su un ciclo di quattro fasi di cui una era di riposo (terreno incolto). Questo perché ogni pianta assorbe una o più determinate sostanze in particolare, mentre ne lascia delle altre nel terreno: se si facesse sempre la stessa coltura, le prime scarseggerebbero mentre le seconde sarebbero sovrabbondanti, ecco quindi che si ruota. Ma il vero segreto del perfetto equilibrio della terra è la concimazione: con questo termine si indica tutto ciò che mira a donare al terreno quelle sostanze nutritive che poi saranno assorbite dalle piante e che dovranno contribuire alla loro crescita perfetta.
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Dopo vedremo quali sono metodi e principali elementi di coltivazione, ora parliamo del potassio: esso è uno dei tre macro-elementi, ovvero di quegli elementi nutritivi fondamentali che non possono mai mancare alla pianta. Nello specifico l’elemento chimico potassio (indicato con la lettera K) risulta assimilabile con grande facilità e velocità dalle piante, nelle quali facilita l’assorbimento dell’acqua, la sintesi delle proteine e quindi la produzione dell’ATP ed innalza la resistenza generale della pianta, sia al gelo e sia agli attacchi dei parassiti. Esso è molto molto presente in tutti i terreni, anche in Italia, ma c’è da fare un’importante distinzione tra le varie forme in cui si può trovare perché non tutte sono assimilabili dalle piante. La forma reticolare è quella intrappolata delle molecole di feldspati e fillosilicati (rocce) e non è per nulla assimilabile dalle piante, così come la forma fissata che si trova nelle argille. Invece le forme adsorbita e diluita sono assimilabili da tutte le piante (soprattutto la seconda, mentre per la prima c’è qualche eccezione) ed infatti sono queste le forme con cui si fa la concimazione artificiale, cioè quella fatta dall’uomo.
Abbiamo detto tutto quanto di importante c’è da sapere sul potassio, ora proviamo ad inquadrarlo nel vasto panorama della concimazione e dei concimi utili alle piante. Il potassio, come accennato, è uno dei tre macroelementi, ovvero è parte di quel gruppo di tre elementi chimici di base senza i quali nessuna pianta potrebbe sopravvivere; essi sono: azoto, fosforo e potassio. Detto del potassio, il fosforo è un elemento di cui la pianta non necessita in generale mai in quantità abbondanti, ma risulta fondamentale in alcune fasi specifiche come la fioritura e la maturazione dei frutti (momento in cui interviene anche il potassio nel dare il sapore, attraverso gli zuccheri). L’azoto invece, elemento estremamente comune anche nell’aria che respiriamo (ne è praticamente l’ottanta percento), è l’elemento base di ogni proteina, pertanto si lega allo sviluppo proprio della pianta ed interviene anche nel regolamentare qualità e quantità di clorofilla circolante; è da concimare nel periodo successivo alla semina, subito dopo. Al fianco di questi macroelementi, ci sono i microelementi, ugualmente importanti ma meno fondamentali; alcuni di essi sono il calcio, lo zolfo, il magnesio ed il cloro. Per quanto riguarda i metodi di concimazione, è importante precisare che esiste sia la coltivazione biologica che quella chimica; quella biologica, ovvero fatta solo con elementi naturali e senza né lavorazioni e né aggiunta di additivi chimici, è storica e si basa sulla grande potenza del letame, ovvero escrementi di animali da pascolo come mucca e cavallo.
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