Gli innesti, come detto al paragrafo precedente, funzionano unendo tra loro due parti di piante diverse e appartenenti alla stessa famiglia. Una delle due piante accoglierà le parti della seconda pianta. Quella che accoglie le parti della pianta viene chiamata portainnesto, quella che viene collocata, all’interno del portainnesto, viene chiamata nesto. I due soggetti vegetali dell’innesto vengono detti “bionti”. Capire perché questa unione di due parti vegetali diverse venga chiamata innesto non è difficile. Alcune parti del nesto vengono, infatti, inserite o immesse in alcune zone del portainnesto. Innestare significa proprio inserire. Ma cosa si inserisce nel portainnesto? Le parti che vengono collocate all’interno di alcune fenditure del portainnesto possono essere dei rami con gemme o solo delle gemme. Quando si inseriscono rami con gemme si parla anche di innesti a marza. In agricoltura e giardinaggio le marze corrispondono proprio ai rami contenenti due o tre gemme. Quando si inseriscono solo delle gemme si parlerà di innesto a gemma. La differenza tra innesti a marza e gemma non riguarda solo la composizione di queste parti vegetali, ma anche il tipo di piante su cui vengono praticati. Esistono, infatti, specie dove è consigliabile praticare gli innesti a gemma, ed altre in cui conviene attuare quelli a marza. La scelta di innestare marze o gemme dipenderà essenzialmente dal tipo di pianta coltivata, dalle sue caratteristiche e dal ciclo vegetativo della stessa.
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In agricoltura e giardinaggio si innestano solo alcune tipologie di piante, specie quelle arboree e alcune piante ornamentali a fiore, mentre le specie erbacee non vanno innestate poiché si propagano essenzialmente per seme o per talea. Gli innesti sono fondamentali per gli alberi da frutto(melo, pero, ciliegio, nespolo, albicocco, melograno, pesco, susino) mandorlo, agrumi, vite e ulivo. Molti innesti sono necessari anche per alcune varietà di rose, per il lillà e per alcune piante grasse, come il cactus.
Gli innesti vanno realizzati tra due piante appartenenti alla stessa famiglia. Quindi, la scelta del nesto e del portainnesto dovrà seguire questo criterio di base. Il portainnesto deve essere una pianta vigorosa, preferibilmente giovane e resistente alle avversità. Il nesto deve comprendere marze o gemme di una pianta della stessa famiglia, non necessariamente con le stesse caratteristiche di vigoria del portainnesto. Naturalmente il portainnesto da utilizzare varierà in base alle specie da innestare. Per alcune piante potrebbero essere necessari portainnesti ricavati da specie selvatiche e spontanee, per altre, quelli ricavati dalla semina. L’importante è che portainnesto e innesto siano tra loro affini. Per avere successo con gli innesti è consigliabile evitare piante appartenenti alla stessa famiglia o piante appartenenti a due famiglie diverse. Nel primo caso l’innesto attecchirebbe difficilmente, mentre nel secondo potrebbero manifestarsi sintomi da disaffinità.
La disaffinità dell’innesto si verifica quando vengono innestate tra loro due piante appartenenti a specie diverse. Mentre è normale, ad esempio, innestare tra loro pero e melo, sarebbe impossibile innestare vite e melo. In questo caso la pianta innestata potrebbe manifestare sintomi da accartocciamento e ingiallimento fogliare, blocco della crescita, alterazioni del tessuto vegetale con incapacità di assorbire le sostanze nutritive del suolo e di compiere la fotosintesi clorofilliana. Se la pianta erroneamente innestata muore subito, si parla di disaffinità totale, mentre se i problemi si manifestano dopo qualche settimana dall’innesto, si parlerà di disaffinità ritardata.
Come visto in uno dei paragrafi precedenti, la principale distinzione degli innesti si ha tra quelli a marza e quelli a gemma. Gli innesti possono essere classificati anche in base alla modalità operativa in cui vengono eseguiti, modalità che è in qualche modo legata all’utilizzo delle marze o delle gemme. Gli innesti a marza vengono innestati seguendo precise tecniche, che danno vita all’innesto a spacco e a corona. Anche gli innesti a gemma seguono tecniche altrettanto precise, che danno vita agli innesti a occhio o a scudetto, a doppio scudo, a tassello e a zufolo. Gli innesti comprendono anche una tecnica di collegamento tra due piante che viene chiamata “approssimazione”. Gli innesti per approssimazione consistono nel collegare e legare tra loro due parti di piante affini. E’ il caso del collegamento dei fusti di piante in vaso, che danno vita a piante con un portamento e una resa estetica migliore rispetto alle piante originarie. Gli innesti per approssimazione possono anche avvenire naturalmente, specie quando due alberi che crescono troppo vicini uniscono i loro rami formando un unico albero.
Gli innesti a marza vengono praticati preferibilmente per gli alberi da frutto. Si eseguono tagliando orizzontalmente il tronco del portainnesto e praticando delle fenditure ( tagli) nella parte esterna del tronco dove verranno inserite le marze. Se verrà inserita una sola marza si avrà l’innesto a spacco comune o inglese, se verranno inserite due o più marze si avrà l’innesto a corona. Le fenditure verticali non devono superare i sette centimetri e nell’innesto a corona il taglio deve riguardare solo la corteccia del tronco. Le marze vengono fissate al tronco con mastice e con corde. Dopo una decina di giorni, se l’innesto sarà stato eseguito correttamente, si avranno i primi segni di attecchimento. Negli innesti a marza, i rami con gemme devono essere prelevati con un certo anticipo rispetto all’innesto. Le marze, ripulite da eventuali foglie secche, vanno conservate in sacchetti per il pane e in luoghi freschi e asciutti.
Gli innesti a gemma vengono praticati su alcuni tipi di alberi da frutto, come il pero e il melo, o su piante a fiore ornamentali, come la rosa e il lillà. Gli innesti a gemma detti a occhio o a scudetto prevedono l’inserimento di una gemma all’interno di un taglio a T praticato nel tronco del portainnesto. Se il taglio viene effettuato in forma quadrangolare e viene ricoperto dalla gemma tagliata con la stessa forma, si avrà l’innesto a tassello. Se il taglio viene praticato longitudinalmente nella parte posteriore della corteccia, si avrà l’innesto a zufolo. Esiste anche l’innesto a doppio scudo in cui nel taglio a T viene inserita una terza gemma che impedisce eventuali disaffinità tra nesto e portainnesto. Gli innesti a gemma attecchiscono un po’ più tardi rispetto a quelli a marza, ma fanno registrare maggiori probabilità di successo, oltre al vantaggio di prevedere l’innesto immediato delle gemme senza necessità di prelevarle in anticipo.
Gli innesti si possono praticare in qualsiasi stagione. Tutto dipende dalla specie da innestare e dal tipo di innesto praticato. Quelli a marza si effettuano a fine inverno o a primavera. Gli innesti a spacco comune si praticano a fine inverno, quando la corteccia del tronco è ben salda, mentre quelli a corona si effettuano a primavera, quando la corteccia è più morbida e si stacca facilmente dal tronco. Gli innesti a marza invernali si praticano su alberi da fiore e per le viti. In questo periodo queste piante presentano maggiori possibilità di attecchimento per l’innesto. Gli innesti a marza primaverili si praticano sugli agrumi, sulle drupacee e sulle piante adulte, che attecchiscono meglio quando vengono innestate nel periodo in cui sono in succhio, cioè in primavera. Gli innesti a gemma si praticano a primavera o in estate. Le gemme innestate a primavera attecchiranno dopo un mese dall’innesto, in tal caso si parla di innesti a gemma vegetante, mentre quelle innestate nel periodo estivo attecchiranno nella primavera successiva, in tal caso si parlerà di innesti a gemma dormiente. Gli innesti a gemma vegetante si possono praticare sull’ulivo, sul noce, sul mandorlo e sul kaki, mentre quelli a gemma dormiente si effettuano su melo, pero, agrumi, pesco, susino, rose, lillà, albicocco e alcune specie di alberi da fiore. Esistono anche innesti a gemma da effettuare nella stagione autunnale. In questo caso avremo sempre innesti a gemma dormiente. Gli innesti a gemma autunnali si praticano solo sul nespolo e sul mandarino.
Gli innesti si eseguono prelevando delle parti vegetali da una pianta, per innestarle in un’altra. Tutte queste operazioni richiedono l’utilizzo di appositi attrezzi. I tagli sul portainnesto si eseguono con un coltello da innesto ben affilato, il prelievo delle marze si pratica tramite una cesoia. Altri attrezzi per praticare l’innesto a spacco e tagliare orizzontalmente il tronco dell’albero, sono una roncola e una sega. L’inserimento delle marze o delle gemme avverrà tramite l’ausilio di cunei e mazzuoli di legno e innestatoi a spatola. Per legare l’innesto si usano mastice e filo di rafia. Gli attrezzi devono essere puliti e disinfettati prima dell’uso in modo da non trasmettere alla pianta malattie o infezioni poi difficilmente curabili.
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