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L’ortensia è una pianta da fiore che ha la sua origine nelle zone asiatiche estreme (ovvero Cina e Giappone) ed in alcune zone del continente americano, soprattutto nella sua parte più umida. Il nome scientifico è Hydrangea, e la famiglia che compone include tantissime piante, tutte “ortensie”, con poche caratteristiche a differenziarle. Diciamo immediatamente che l’ortensia è così apprezzata e ricercata per le sue spettacolari infiorescenze a sfera: i fiori sono piccoli e colorati, ma soprattutto sono raggruppati in mazzettini naturali dalla forma semisferica, che insieme alla forma a cespuglio della pianta può garantire un aspetto davvero bello all’interno di un giardino curato (o anche di un appartamento, in cui sono spesso usate). In realtà esistono varie specie di ortensia, alcune delle quali non sono da vaso ma rampicanti; quelle da vaso presentano un fusto abbastanza tozzo e robusto, da cui si diramano fittamente rami verso l’esterno, su cui sorgeranno foglie verdi e mazzettini di fiori coloratissimi. A proposito, i colori dell’ortensia variano tra l’azzurro-violetto ed il rosa-rosso, con alcune sfumature intermedie; in generale il colore dei fiori è una combinazione di due fattori: la genetica della pianta ed il terreno su cui cresce, con quelli acidi tendenti all’azzurro e quelli alcalini tendenti al rosa-rosso.
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La potatura dell’ortensia è una operazione che risulta fondamentale per far sì che la pianta riesca ad esprimere tutto il suo potenziale di fioritura ogni anno; infatti l’ortensia fiorisce una volta all’anno nel mese di aprile, e questa fase può durare al massimo otto settimane se le condizioni di coltura sono perfette. In generale si devono eliminare i fiori ed i rami secchi, evitando però i rami cresciuti nell’ultimo anno (ovvero quelli che presentano gemme) perché essi l’anno successivo porteranno già fiori, non ne hanno bisogno. Per le specie rampicanti la potatura è inutile oltre che dannosa, perché la natura della pianta provvede autonomamente a rinnovarne le varie parti. In generale si deve potare l’ortensia dopo la sua fioritura, quando essa finisce; c’è da dire che però nelle specie che crescono in clima rigido in inverno è bene potare alla fine della stagione più fredda, in modo che i rami vecchi proteggano i giovani (più interni) dagli sbalzi termici. Dove invece il clima è più mite è bene potare appena la fioritura finisce, evitando di eliminare le gemme che stanno già formandosi, ma concentrandosi sui rami secchi e più aridi.
Coltivare le ortensie è un’operazione abbastanza semplice se perseguita in giardino, mentre richiede parecchi accorgimenti mirati se fatta in appartamento; infatti l’ortensia, per poter fiorire in un luogo chiuso, deve poter sostare in un luogo luminoso ma senza raggi solari diretti, fresco e ventilato ma soprattutto con temperature non superiori ai diciotto gradi centigradi, altrimenti ci sarebbe l’arresto della fioritura. Nonostante ciò comunque la pianta fiorirà per un anno soltanto, mentre per i successivi è bene travasarla in giardino. L’annaffiatura deve essere regolare ed abbondante, soprattutto d’estate; il terreno deve essere sempre umido (ma mai inzuppato) ed è buona norma procedere con vaporizzazioni sulla chioma, per creare un clima perfetto per questa pianta dalle origini tropicali umide. Per quanto riguarda la concimazione, i risultati migliori si ottengono concimando la pianta con concime liquido una volta a settimana nel periodo estivo, preferendo un concime con una maggior quantità di potassio, sostanza nutritiva di cui l’ortensia fa un grande uso e che quindi, senza adeguata concimazione, rischierebbe di mancare nella terra sia del vaso che del giardino. Per il resto giusti quantitativi di azoto e fosforo nella norma andranno bene e completeranno il quadro nutritivo della pianta.
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