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La rosa è la specie regina della famiglia delle Rosaceae, che in natura comprende qualcosa come duemila specie diverse. Chiaramente la rosa è famosissima, ma anche di essa ne esistono tantissime specie diverse, che possono differenziarsi per tanti aspetti più o meno importanti: numero dei petali e dei sepali (anche se il numero dei petali, più che dalla specie, dipende da se la rosa è coltivata – numero maggiore – o selvatica), colorazione, dimensioni del fiore, carattere della pianta climaticamente parlando eccetera eccetera. In generale la rosa ha carattere arbustivo, ovvero si sviluppa con vari piccoli fusti a tronco, che possono essere sì formati fin dalla nascita per assumere la strutturazione ad albero, ma la loro natura è quella di un arbusto e come tale spesso vuole formare cespuglietti singoli, anche se ha un tipo di foglie che non permette di “riempire” nemmeno visivamente il cespuglio. Le foglie sono poche, di dimensioni circa metà del fiore e dai margini seghettati con forma ovale; il loro colore è verde tendente allo scuro, anche se varia da specie a specie. I fiori delle rose sono fiori singoli, ma sono a volte riuniti in infiorescenze di tre o quattro esemplari.
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Gli esperti dichiarano che la rosa non è affatto difficile da coltivare; c’è da dire che essa dovrebbe trovarsi bene nel nostro clima temperato, essendo essa distribuita in tutte le terre temperate dell’emisfero boreale. Eppure molto spesso la rosa non dà i risultati sperati oppure addirittura muore, però ciò dipende dal fatto che bisogna individuare con precisione la specie di rosa ed adeguare il trattamento a seconda della specie. Il fatto sta che la rosa non è delicata nel trattamento, ma è molto soggetta all’attacco di tanti parassiti ed agenti patogeni che ne minano l’esistenza; difatti la rosa non può essere curata come le altre piante, perché tende rapidamente a perdersi dopo l’attacco. C’è bisogno quindi di una cura preventiva, ed è in questo che la rosa è difficile da coltivare, dato che le cure preventive vedono delle azioni nostre più o meno sbagliate e quindi da correggere, ma soprattutto dipendono dal clima e da fattori scarsamente controllabili personalmente. Comunque, come prima indicazione, se si vuole evitare che la nostra rosa subisca attacchi funginei (solitamente devastanti), è bene che durante l’annaffiatura si evitino di bagnare sia le foglie che i fiori, ma facendo scorrere dolcemente l’acqua sul terreno alla base finche il terreno non si inumidisce tutto.
L’approccio migliore per la cura della rosa è quello di seguire i suggerimenti di esperti della cura di questa pianta, ben consapevoli che gli errori sono umani e che ben presto potremo sia sbagliare che vedere tanti bei risultati. Partiamo dalla base, ovvero dal terreno ideale per le nostre rose: il terreno ideale sarebbe composto da quattro parti di letame ed una di torba, preparato a marzo quando la pianta sarà posizionata in ottobre; se l’acquisto è più “improvvisato”, ci basti sapere che occorre un terreno drenante (quindi alcune sue parti devono essere a grana grossa, tipo ghiaia) e soprattutto letamoso. La concimazione è da fare in primavera ed estate con un concime equilibrato e bilanciato, cioè generico, mentre ogni due anni va letamata la base della pianta con abbondanza. A proposito, le piante devono stare ad almeno cinquanta centimetri di distanza reciproca, mentre nel caso di alberelli c’è bisogno di almeno un metro; nell’ultimo caso bisogna prevedere anche i sostegni alla pianta garantire che non interferiscano con altre piante o con l’annaffiatura. E’ straordinario immaginare che alla famiglia delle Rose appartengano sia il pero che il ciliegio, il pesco ed il mandorlo (appartenenti alla sottofamiglia Prunus); ciò dimostra come una stessa famiglia possa differenziarsi, anche perché la classica rosa ha dei frutti non mangiabili e comunque rari e piccoli, soprattutto decorativi.
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