Coltivazione anguria

Caratteristiche generali

L’anguria (Citrullus lanatus) detta anche Cocomero o Melone d’acqua è una pianta annuale e tropicale originaria dell’Africa. L’anguria ha i fusti rampicanti o striscianti, con viticci, fiori di solito a sessi separati, raramente ermafroditi, impollinati dagli insetti e grandi foglie pelose con lobi incisi in profondità. Viene suddivisa in varietà a frutto tondo italiane o americane, più rustiche e precoci, e varietà americane a frutti allungati e zuccherini, più grandi e abbondanti, ma le cui piante sono più esigenti in fatto di clima e terreno. Tra le varietà di anguria rotonda segnaliamo “Crimson sweet” medio-precoce e molto zuccherina, e “Sugar baby” molto pecoce e zuccherina. Tra le varietà a frutto allungato ricordiamo invece “Charleston gray” molto resistente all’irraggiamento solare, “Nastro azzurro” adattabile a qualunque terreno, “Dolce polpa” molto resistente alle malattie, zuccherina, profumata e con pochi semi.
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Semina

anguria2 Per la semina nei climi ove sia possibile si procede in aprile-maggio in pieno campo ponendo 2-3 semi per postarella con distanze di 1,5 metri sulla fila e di 2 metri tra le file. Successivamente si effettua il diradamento. Dove non sia possibile coltivare in questo modo tra febbraio e aprile si procede alla semina in vasetti singoli mantenuti a 18-21°C, con un unico seme fatto pregerminare su carta da cucina a 21°C per due giorni oppure con 2-3 semi per vasetto da diradare in seguito. Avvenuta la germinazione si pongono i contenitori in ambiente idoneo a temperature non inferiori a 13-16°C e appena possibile si diradano le piante a una per vasetto, procedendo nel frattempo all’acclimatamento. Se necessario si effettua anche un rinvaso, poi in maggio-giugno si procede con la messa a dimora in cassone freddo utilizzando un trapiantatoio e lasciando sporgere un paio di cm sopra al terreno il pane di terra.

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Terreno

L’anguria vuole un terreno fertile e sciolto, ben drenato e non troppo ricco, con un pH che oscilli tra 6,7 e 7,0. La preparazione tradizionale del terreno per la coltivazione in pieno campo prevede, quattro settimane prima della semina, una vangatura in profondità, l’aggiunta di letame maturo (5 kg per metro quadro) e un concime a base di potassio, oltre alla pacciamatura. Il coltivatore biologico preparerà invece il terreno l’autunno precedente con abbondante compost e letame maturo, oppure seminerà nell’estate precedente una concimazione verde (sovescio con senape o facelia, oppure trifoglio), o in alternativa se a corto di tempo provvederà alla preparazione dell’aiuola all’inizio della primavera, con letame equino più composto e terra di scavo, formando monticelli che richiamino calore e favoriscano quindi lo sviluppo della pianta. In cassone freddo o sotto ai tunnel di polietilene invece la preparazione del terreno prevede vangatura semplice e eventuale aggiunte di 5 cm di letame molto maturo quattro settimane prima della messa a dimora. Due settimane prima invece si formano i monticelli interrando letame maturo. Una settimana prima si mette il vetro sul cassone o si posizione il tunnel per scaldare il terreno.


Concimazione

La concimazione tradizionale prevede l’utilizzo di fertilizzanti liquidi per pomodori ogni 7-10 giorni da quando i frutti hanno le dimensioni di una noce a quando iniziano a maturare, poi la nutrizione va sospesa. Il coltivatore biologico provvederà a fornire nutrimento tramite macerati vegetali (di ortica) o misti (di compost, o di vegetali misti e letame) 2-3 volte nel corso della stagione.


Coltivazione

La cimatura delle piantine va fatta sul fusto principale sopra alla terza foglia. Si formeranno tre ramificazioni da disporre a raggiera sul terreno e cimare poi sopra alla quarta foglia. Il diradamento dei frutti prevede di lasciare solo i tre migliori di ogni pianta, eliminando tutti gli altri e tutti i fiori. L’arieggiamento in cassone freddo prevede che dopo la messa a dimora delle piantine per una settimana, dieci giorni al massimo, la protezione venga richiusa, ombreggiando se il sole è molto forte. In seguito l’ombreggiatura viene rimossa e l’arieggiamento aumentato con gradualità anche per permettere l’impollinazione, ma di notte la protezione viene rimessa. D’estate se necessario va fornita ombreggiatura, e l’arieggiamento deve essere libero durante la maturazione dei frutti sotto ai quali va posta per tempo un’asse di legno per evitare marciumi. Tra le avversità dell’anguria segnaliamo la peronospora, l’antracnosi e la tracheomicosi, oltre alle larve di maggiolino e gli afidi.


Annaffiature

Ma i bagnare i fusti della pianta e procedere con innaffiature abbondanti e soprattutto regolari, pena la cascola dei frutti o la loro rottura, possibilmente usando acqua tiepida e stagnante. Durante la maturazione dei frutti le irrigazioni vanno diradate gradualmente.


Coltivazione anguria: Proprietà

L’anguria è ricca di vitamina A e vitamina C, niacina, riboflavina e tiamina. Contiene anche licopene che le dà il colore rosso e la rende utile per prevenire tumori al seno o alla prostata e efficace come antiossidante. Indicata nelle diete ipocaloriche nonostante il suo sapore dolce, è benefica per fegato e vie respiratorie.


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