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Esistono in commercio due diverse varietà di radicchio trevigiano, quella precoce e quella tardiva. La varietà precoce è quella disponibile dalla fine di settembre, abbastanza grossa nell’aspetto, con delle foglie larghe di colore rosso intenso e una lunga costola centrale bianca e che si contraddistingue per il sapore amarognolo. La varietà tardiva, nota anche come il " classico spadone trevigiano", si presenta con delle foglie strette di colore rosso vinoso con la costola dorsale bianca. Questa specie è quella più pregiata in quanto per la sua produzione sono necessarie delle operazioni più complesse che rendono la cicoria molto più delicata al palato e meno amara. La varietà precoce raggiunge la sua maturazione ai primi di settembre, quella tardiva alla metà del mese di novembre. La coltivazione del radicchio non è semplice e richiede molte cure e conoscenze, oltre a ricerche continue per implementarne la produzione che annualmente supera i 12 quintali, di cui due terzi consumati nella provincia veneta ed il restante nel resto d’Italia, Europa e America.
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Prima della coltivazione del radicchio, il terreno va lavorato con cura in modo che sia leggero e pulito per la semina o per il trapianto delle piantine. E’ necessario che sia ben drenato, ma bisogna assolutamente evitare i ristagni di acqua che farebbero marcire le piantine; solitamente il terreno viene arricchito di minerali come anidride fosforica, ossido di potassio e azoto; alcuni agricoltori sottopongono il terreno ad analisi chimiche per individuare il suo Ph e le quantità di minerali presenti e poter dare così un giusto apporto di sostanze organiche. La semina del radicchio trevigiano avviene in campo aperto tra la fine di giugno e la metà di luglio, per questo radicchio pregiato non avviene il trapianto in quanto pregiudicherebbe la qualità della cicoria. La semina avviene a macchina, in quanto la sua grande produzione ha fatto sì che si abbandonasse quella a mano. La germinazione dei semi di radicchio necessita di un’irrigazione costante, almeno ogni 2-3 giorni. Alcune aziende hanno anche sperimentato la tecnica del trapianto di piantine con pane di terra ottenute in vivaio.
L’apporto giusto di acqua è una delle cose fondamentali per la coltivazione di questo seme particolare. Oltre a quella effettuata prima della semina e del trapianto, è necessario mantenere sempre il terreno umido evitando acque troppo fredde. Oltre all’irrigazione, anche il diradamento ha una parte importante nella riuscita della coltivazione; esso va effettuato in due momenti, prima che le piantine superino i 15 cm di altezza e dopo i 30 giorni. E’ importante, inoltre, sapere che il radicchio, come molte altre colture, necessita di una rotazione perché il terreno sottoposto alla stessa coltivazione per più di 3 anni consecutivi, è maggiormente soggetto a parassiti. Di solito il radicchio viene rotato con cereali come orzo e frumento in inverno, oppure con cavoli, spinaci e patate. Un altro modo per proteggere il radicchio dalle malattie, è la tecnica della "falsa semina", cioè seminare il terreno con una serie di prodotti quali il trifluralin - si consiglia di stenderlo sul terreno almeno 4 giorni prima della semina o del trapianto - ed il propyzamide, che invece viene distribuito dopo la semina o dopo il trapianto.
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