Coltivazione melone

Caratteristiche generali

Il melone (Cucumis melo) è una pianta tropicale originaria dell’Africa, annuale, rampicante o strisciante, appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae. Può essere coltivato all’aperto solo nei climi più caldi, nei climi temperato freschi va coltivato in ambiente protetto. La pianta è caratterizzata da una copiosa fioritura monoica (cioè con fiori dai sessi separati) prolungata nel tempo (maggio-settembre) e fusti tormentosi muniti di cirri prensili e grandi foglie alterne. I meloni possono essere suddivisi per tipo in cantalupi, retati, meloni d’inverno, meloni serpente e meloni amari.

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Semina

Nei climi meno favorevoli la semina del melone avviene tra febbraio e aprile, in vasetti singoli da 7-8 cm, con due semi per vasetto interrati a 1-1,5 cm di profondità e mantenuti a 18-21°C e dopo la germinazione a 13-16°C. In seguito si procede al diradamento per mantenere una sola piantina per vaso, a un lento acclimatamento, a un eventuale rinvaso in vasetti da 10-12 se necessario, e infine tra maggio e giugno (semenzali con 3-4 foglie) si effettua la messa a dimora con distanze di impianto di 80-120 cm sulla fila con file distanti tra loro 1,2-2 metri o con una singola piantina al centro di ogni cassone freddo. Per la messa a dimora si usa un trapiantatoio e il pane di radici va lasciato sporgere 2.3 cm sopra al livello del suolo. Non rassodare il terreno e innaffiare delicatamente. Richiudere la copertura per almeno una settimana per favorire l’attecchimento e offrire ombreggiatura. La semina direttamente a dimora nei climi più caldi si effettua con identiche distanze tra le file e sulla fila, in aprile-maggio, mettendo 3 semi per postarella e diradando in seguito.

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Terreno

Il melone vuole un terreno fertile ma non troppo ricco, sciolto e ben drenato, con un ph tra 6,7 e 7,0. La preparazione per la semina a dimora può essere fatta la settimana precedente, con una profonda vangatura seguita dall’interramento di letame (3-5 kg al metro quadro) unito a concime a base di potassio. Si può poi procedere alla formazione di monticelli su cui posizionare campane o tunnel plastici per scaldare il terreno. Nel caso di semina in cassone freddo seguita da trapianto, invece, si prepara il terreno 3-4 settimane prima vangando e eventualmente interrando uno strato di 5 cm di letame ben decomposto. Il coltivatore biologico invece potrà preparare il terreno scavando una buca riempita poi con letame equino e terra di scavo mista a composto, formando quindi monticelli utili a riscaldare il suolo, pacciamando e utilizzando campane di vetro.


Concimazione

Fornire fertilizzazioni liquide settimanali o ogni 10 giorni con fertilizzante per pomodori dal momento in cui i frutti raggiungono le dimensioni di una noce, appena iniziano a maturare invece le fertilizzazioni vanno sospese. Il coltivatore biologico potrà fertilizzare con macerati vegetali o misti (di un mix di erbe più letame).


Coltivazione

Per quanto riguarda la coltivazione in cassone freddo è importante ricordare che l’arieggiamento va fatto sempre con criterio: dopo il trapianto nel cassone subito si chiude la copertura fornendo ombra, poi 7-10 giorni dopo si inizia a arieggiare rimuovendo la copertura dal sole, durante la fioritura l’arieggiamento è libero e nelle giornate calde il coperchio va rimosso del tutto (ma va rimesso di notte). Durante l’ingrossamento dei frutti si fornisce ombra dal sole estivo per evitare bruciature e si arieggia liberamente. La potatura è altrettanto fondamentale. Il fusto principale appena si forma la quarta foglia va cimato alla seconda foglia. I tralci secondari invece vanno cimati alla 3-4 foglia e i sub-laterali idem. Questi dopo 3-4 settimane si eliminano tutti tranne i quattro più robusti che nel cassone freddo vanno fatti puntare ai quattro angoli, mentre sotto ai tunnel se ne tengono due che vanno direzionati verso le due estremità. Il diradamento invece si fa quando i frutti sono grandi come noci: si scelgono i quattro frutti più regolari, uno per ciascun tralcio, e si eliminano tutti gli altri insieme ai fiori e si potano i getti sub-laterali alla seconda o terza foglia dopo il frutto prescelto, eliminando anche tutta la nuova vegetazione che dovesse spuntare. Sotto ai frutti va posta una tavoletta di legno per evitare marciumi. I coltivatori biologici lasciano più frutti per tralcio, fino a sei. Le avversità del melone sono rappresentate da afidi, larve di maggiolino, mal bianco, avvizzimento e tracheomicosi. Il coltivatore biologico le previene più che contrastarle, il coltivatore tradizionale può utilizzare prodotti specifici ricordando che le piante colpite da tracheomicosi vanno bruciate e il terreno sterilizzato.


Annaffiature

Mai bagnare il fusto delle piante durante l’annaffiatura che deve essere sempre regolare durante la formazione e la crescita dei frutti e diradarsi gradualmente durante la maturazione.


Coltivazione melone: Proprietà

Il melone è ricco di vitamine A e C, di Potassio, Calcio e Fosforo. Ha basso contenuto calorico, azione disintossicante, idratante, favorisce l’abbronzatura, previene la gotta e contrasta invecchiamento, artrite, pressione alta e stipsi.


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