Actinidia - Actinidia chinensis

Generalità

L’actinidia appartiene alla famiglia delle Actinidiacee ed all’omonimo genere; le specie più importanti sono Actinidia chinensis, quella maggiormente coltivata, e Actinidia arguta, avente frutti piccoli e lisci ed è utilizzata perlopiù come pianta ornamentale.

L’actinidia è un arbusto rampicante con portamento irregolare, per cui necessita di sostegni come pali e fili, inoltre può raggiungere un’altezza di 8-10 m; le radici sono superficiali e ramificate.

La specie fiorisce e fruttifica sui germogli portati dai tralci di un anno (dell’annata precedente) che hanno gemme a legno o miste. Le foglie sono caduche, a forma di cuore, di color verde intenso e pelose sulla pagina inferiore. Il frutto si tratta di una bacca pelosa che matura in ottobre-novembre; la polpa è verde (recentemente sono presenti in commercio frutti a polpa gialla) e contiene piccoli semi neri, posizionati attorno ad una parte centrale bianca chiamata columella. È un frutto che contiene parecchia vitamina C. Il kiwi predilige climi miti, ma non eccessivamente caldi, temperature invernali inferiori ai -12 °C possono provocare danni da freddo. La pianta risulta sensibile alle gelate tardive, perché inizia a germogliare in aprile, ed alle brinate autunnali che danneggiano i frutti non ancora raccolti.

Le esposizioni a sud, sud est e sud ovest consentono l’illuminazione dell’intera chioma.

L’actinidia mostra una buona resistenza ai parassiti, la malattia più pericolosa è la muffa grigia che si può instaurare sui frutti durante la conservazione. I kiwi sono resistenti alle manipolazioni ed alla conservazione, vengono consumati freschi oppure utilizzati per la preparazione di macedonie e dolci.

Il Frutto della <em>actinidia</em> chinensis

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Impollinazione, varietà e propagazione

Il kiwi è una specie dioica: nei fiori femminili le antere sono atrofizzate, oppure portano polline sterile mentre in quelli maschili l'ovario è abortito. Le infiorescenze, comprendenti 1-4 fiori, si inseriscono all’ascella delle prime foglie del germoglio; la fioritura avviene nella seconda metà di maggio e l’impollinazione è prevalentemente entomofila, operata dalle api ed altri insetti pronubi. Generalmente il rapporto tra le piante maschili e femminili è di 1/6 o 1/8; siccome le api sono poco attratte dai fiori di actinidia, in quanto privi di nettare, a fioritura iniziata vanno introdotte 8-10 arnie ad ettaro. La cultivar femminile più impiegata è la Hayward, perché molto produttiva, a bacca grossa e conservabile; gli impollinatori maschili sono Matua e Tomuri, quest’ultimo ha una fioritura scalare, coincidendo maggiormente con il periodo di fioritura di Hayward.

La propagazione avviene prevalentemente per talea, ma anche per micropropagazione e per innesto. Il portainnesto franco è ottenuto dai semi della varietà Bruno, predilige terreni sciolti o di medio impasto, neutri o subacidi e poveri di calcare, mentre rifugge dai suoli argillosi ed asfittici nei quali diventa sensibile ai marciumi radicali. I portainnesti clonali tollerano meglio il calcare.


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Forme di allevamento e potatura

I sistemi più frequenti sono quelli a tetto: al centro sud il tendone, con sesti d’impianto di 4 X 4 o 5 X 5 m (500-600 piante ad ettaro), mentre al nord Italia è impiegata la pergoletta, con distanze tra le file di 4,5-5 m e di 3-4 m sulla fila (500-740 piante/ha).

Mediante la potatura invernale si asportano le parti vegetative che hanno prodotto l’anno precedente, lasciando una decina di tralci nuovi con 14-16 gemme ciascuno. La carica di gemme ottimale è di 200-400 per pianta e di 150-200000 ad ettaro. In estate si esegue la potatura verde al fine di arieggiare l'interno della pianta evitando l’insorgenza della muffa grigia; col diradamento vanno eliminati i frutti doppi, quelli laterali dell’infiorescenza e quelli in eccesso, mantenendo 4 bacche per germoglio.


Concimazione

Tramite la concimazione sono apportati al suolo i principali elementi minerali, fondamentali per lo sviluppo e la produzione delle piante, quali l’azoto, il fosforo ed il potassio; di questi bisogna reintegrare le asportazioni annuali, rispettivamente 160 kg/ha, 60 kg/ha e 180 kg/ha (riferite ad una produzione di 300 q/ha). La somministrazione di azoto va frazionata in almeno 2 interventi: in prefioritura e dopo l’allegagione, arrestando la distribuzione a metà giugno per non predisporre i frutti agli attacchi di botrite. Il fosforo è importante nell’impollinazione dei fiori, mentre il potassio influenza la qualità dei frutti. Il calcio ed il potassio, somministrati dopo l’allegagione, migliorano la serbevolezza dei frutti. Un deficit di magnesio, di ferro o di altri microelementi è comune in suoli calcarei e provoca una clorosi con ingiallimento fogliare, che può essere limitata con apporti di chelati di ferro con la fertirrigazione.


Actinidia - Actinidia chinensis: Irrigazione

L’actinidia è una specie ad elevato fabbisogno idrico, infatti necessita di 500-1000 mm di pioggia. La maggior richiesta irrigua è compresa tra la metà di maggio (fioritura) e la fine di luglio (accrescimento dei frutti ed allungamento dei germogli); irrigazioni eccessive provocano un rigoglio vegetativo esagerato che favorisce gli attacchi di botrite. I sistemi irrigui più adottati sono quelli localizzati a goccia o a spruzzo. L’acqua d’irrigazione non deve essere salina, infatti eccessi di sodio e cloro non permettono al kiwi di sviluppare normalmente, causando arrotolamenti fogliari.



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