Larice giapponese

Generalità

Il Larice giapponese (Larix kaempferi detto anche Larix leptolepis) è una splendida conifera decidua appartenente alla famiglia delle Pinaceae. Raggiunge i 40 m di altezza con il tronco dritto e cilindrico, da cui si dipartono le lunghe ramificazioni a palchi orizzontali con i rametti penduli che nell’insieme generano una caratteristica chioma piramidale densa, grigio azzurra, che diventa più irregolare e aperta con l’età oppure in siti esposti. La corteccia esterna è grigio bruna, sottile, a placche, mentre quella interna è rossiccia. Le foglie aghiformi sono decidue, color verde-grigio oppure verde azzurro, che diventano di un vistoso giallo brillante in autunno, prima di cadere. Sui macroblasti sono lunghe circa 6 cm e larghe 2, disposte a spirale, mentre sui brachiblasti sono piatte, con l’apice ottuso, riunite in mazzetti di 20-40 elementi e lunghe circa 2,5 cm. Hanno due bande stomatali nella parte inferiore e una sezione a diamante con due canali resiniferi laterali. Le gemme sono resinose. La fioritura avviene in primavera tra aprile e maggio, con microsporofilli maschili che formano coni terminali spesso riuniti in cluster, color giallo bruno, lunghi 5-6 mm, e macrosporofilli femminili riuniti a formare coni a forma ovoidale rossi, rosa, gialli oppure verdi, eretti e terminali, lunghi 2-3 cm. I coni fecondati maturano in ottobre assumendo una colorazione bruno aranciata, più scuri quando invecchiano, e contengono semi obovati, grigio bruni chiazzati di rosso, lunghi 4 mm e larghi 3, con un’ala oblunga, lunga fino a 8 mm e larga 3-4.
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Clima e terreno

larice giapponese 2Il Larice giapponese è presente in Italia soprattutto come albero ornamentale. Nel suo areale d’origine, in Giappone, è presente tra i 500 e i 2700 metri sul livello del mare, su suoli vulcanici di origine anche recente, in climi caratterizzati da inverni freddi e molto nevosi e estati fresche e piovose, insieme a altre conifere (Abies, Picea, Pinus, Tsuga) oppure a latifoglie come Quercus, Betula o Fagus alle altitudini minori. Richiede una piantagione in spazi aperti, su suoli ghiaiosi o comunque sciolti e ben drenati, al limite anche su scarpate e versanti rocciosi, preferibilmente orientati a nord o est. Può tollerare terreni poveri e acidi, è rustico quando attecchito ma teme moltissimo le gelate tardive perché esce facilmente dalla dormienza invernale. Richiede il pieno sole o al limite un’ombreggiatura leggera.

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Impianto e tecniche di coltivazione

Il Larice giapponese si propaga per seme nel tardo inverno, magari dopo un mese di stratificazione a freddo per incrementare la velocità di germinazione. I semenzali vanno tenuti in ombra leggera per tutto il primo anno. Dopodiché in estate le plantule possono essere messi a dimora anche se molto piccole, basta aver cura di fornire una pacciamatura che scoraggi la proliferazione di infestanti e una protezione dal freddo in inverno almeno il primo anno. In alternativa, oppure in caso di cultivar, si procede per innesto sulla specie tipica. Gli aghi che cadono in quantità massicce dalla pianta rendono difficile coltivare qualsiasi specie vegetale sotto la sua chioma, non solo prato o piccole perenni erbacee, ma anche il ben più resistente rododendro. Ideale quindi l’associazione del Larice giapponese con aceri, altre conifere, oppure con latifoglie con cui la pianta è di suo associata in natura (Faggi querce e betulle insomma). Le cultivar di Larice giapponese hanno lo stesso tipo di impiego delle conifere di dimensioni paragonabili con l’unica variabile aggiunta data dalla colorazione autunnale e dalla successiva abscissione fogliare. La specie tipica attrae la fauna selvatica, può quindi essere un elemento importante in un ampio giardino a vocazione naturale.


Parassiti a malattie

Tra i patogeni del Larice giapponese segnaliamo soprattutto il fungo Phytophthora ramorum in grado di uccidere rapidamente le piante che infetta.


Caratteristiche del legno

Il legno di Larice giapponese viene utilizzato per costruire ponti, imbarcazioni (canoe), pavimentazioni domestiche, mobilio rustico e non (tavoli, armadi, sedie, cucine eccetera), colonne per porticati.


Larice giapponese: Varietà

Tra le varietà di Larice giapponese ricordiamo:

“Diana” forma nana con rametti contorti, molto eleganti quando la pianta è spoglia in inverno, adatta a piccoli spazi e collezioni di conifere oppure vicino al corylus avellana contorta che ha i rami altrettanto sinuosi. A maturità non dovrebbe superare i 6 metri di altezza.

“Pendula” forma piangente che ricorda molto da vicino la forma piangente del più comune Larix decidua. Il fogliame è soffice e di un bel verde brillante. Può essere guidato a formare archi o ricadere da muretti a secco o oltre staccionate.

“Jacobsen’s pyramid” forma eretta e colonnare, ideale per dare slancio verticale a un gruppo di alberi o cespugli più bassi e/o arrotondati.

“Blue dwarf” forma nana a lento accrescimento, forma un cuscinetto globoso, dalla sfumatura blu, ideale in contenitori o piccoli spazi dove si cerchi il cambio di colore in autunno, arriva a poco meno di 2 metri di altezza. E’ simile a “Blue pearl” che però ha i cluster di aghi più corti e separati nettamente a formare piccole rosette molto attraenti. “Blue rabbit” invece è sempre caratterizzato da colorazione blu-verde, ma ha habitus più irregolare e cresce velocemente.



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