Sugar Pine, (re dei Pini), Pinus lambertiana, 15 Albero Seeds (fragrante Evergreen) Prezzo: in offerta su Amazon a: 17,25€ |
Il Pino di Aleppo è naturalizzato in gran parte della nostra Penisola, con l’esclusione di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Veneto, tra 0 e 800 metri sul livello del mare. E’ un albero eliofilo, che richiede il pieno sole. Ama il caldo e un clima secco, essendo perfettamente adattato alle zone mediterranee a clima arido e caldo con inverni miti, più di qualunque altro congenere. Richiede un terreno dalla tessitura media oppure sciolta, ma non ha preferenze di pH anche se ha una predilezione per il litorale a matrice calcarea. Resiste molto bene ai venti forti, ma non a quelli freddi. Tipico della macchia mediterranea può formare sia boschi puri (come nel Gargano) che associarsi a querce e altri pini.
5 Semi di Abies cephalonica greca Abete Prezzo: in offerta su Amazon a: 17,25€ |
Il Pino d’Aleppo si propaga per seme subito dopo la raccolta o nel tardo inverno, in vasetti singoli per evitare stress da ripicchettamento alle plantule. Per sementi conservate un certo tempo è bene procedere con una vernalizzazione a 4°C per 6 settimane prima di effettuare la semina. Successivamente si procede con la messa a dimora che va effettuata quanto prima considerando l’apparato radicale dell’albero. E’ infatti sconsigliabile procedere con più rinvasi o effettuare trapianti, pena l’arresto della crescita per un certo tempo e una ridotta stabilità nei confronti dei venti. L’unica accortezza da avere successivamente all’impianto è quella di dare protezione alla pianta durante la cattiva stagione per un paio di anni. In alternativa alla semina si può tentare la propagazione vegetativa a partire dal singolo fascicolo di aghi, unito al rametto cui appartiene, ma non è consigliabile. Meglio procedere per seme avendo l’accortezza di utilizzare semi prodotti a partire da impollinazione incrociata. Per le sue caratteristiche il Pino d’Aleppo è una pianta ideale come consolidatore di pendii e terreni sciolti, e in giardini naturali ove si valorizzi la bellezza della macchia mediterranea e si voglia attirare la fauna, in ambienti caldi, aridi e assolati, non soggetti a gelate e freddi intensi durante l’inverno. Bellissimo associato alle tipiche essenza da macchia mediterranea che vadano a formare un basso sottobosco ai piedi della pianta. Tra queste ricordiamo Ginestra, Viburno, Mirto, Eriche, ma anche Cineraria, Rosmarino, magari in varietà e con fioriture nei toni armonici del blu, viola, rosa e bianco, affiancato alla Lavanda anch’essa in varietà (ne esistono cultivar magnifiche oltre ovviamente alla lavanda selvatica che è quella tipica della macchia mediterranea). Queste essenza oltre a accordarsi esteticamente al Pino d’Aleppo sono tutte adatte al clima in cui l’albero prospera. Inoltre sono specie perenni, cespugliose, molto adatte sia come rifugio per piccoli mammiferi che a accompagnare un pino che come molti altri congeneri secerne dagli aghi sostanze che inibiscono la germinazione, e che dilavate dalla pioggia vanno a imbibire il terreno sotto la chioma impedendo a un eventuale prato di prosperare. Volendo affiancare altri alberi al Pino d’Aleppo si consigliano o il Pino domestico oppure Leccio o Roverella.
Il legno del Pino d’Aleppo è pesante e duro, resinoso, non particolarmente pregiato. Si usa nelle costruzioni navali e per fabbricare tavole grezze e imballaggi.
Tra le malattie cui va soggetto il Pino d’Aleppo ricordiamo il cancro resinoso del pino causato dal fungo Gibberella circinata trasmessa da curculionidi e scolitidi. Viene inoltre attaccato dalla Processionaria del pino, Thaumetopoea pityocampa, dal tortricide Evetria buoliana, e dal piranide Diorychtria sylvestrella.
COMMENTI SULL' ARTICOLO