Pino di Wallich

Generalità

Il Pino di Wallich (Pinus wallichiana) è una conifera sempreverde originaria dell’Himalaya e appartenente alla famiglia delle Pinacee che raggiunge i 50 metri di altezza nella terra d’origine, 30 nei nostri climi. Presenta chioma espansa, piramidale, con un tronco di solito dritto e colonnare da cui le branche relativamente corte e incurvate si dipartono quasi orizzontali. Nell’insieme è un albero aggraziato e elegante, anche grazie alle lunghe foglie (dai 15 ai 20 centimetri) soffici e pendenti. Sono aghi riuniti in mazzetti di 5 elementi verdi sopra e blu-argento sotto, a causa delle linee stomatali, che spuntano tra marzo e a prile e raggiungono le dimensioni definitive in agosto-settembre. La corteccia del tronco è dapprima liscia, poi fessurata con l’età, le branche sono lisce, i giovani getti sono glauchi e si scuriscono nel tempo. Le gemme invernali sono grigio arancio, appuntite. La fioritura avviene tra aprile e giugno, con microsporofilli maschili riuniti a formare coni a loro volta raggruppati in cluster nella parte bassa della chioma. I macrosporofilli femminili sono riuniti a formare coni lunghi 20-30 cm, singoli o raggruppati in numero di 2-6 elementi, eretti prima e pendenti poi, che da blu-verdi diventano bruni con la maturazione che richiede circa 18 mesi. Una volta maturi i coni si aprono per rilasciare i semi. E’ una pianta dalla crescita veloce (anche un metro all’anno finché non raggiunge i 25 metri, poi rallenta) quindi esemplari di 30 anni alti 20 metri sono la norma.
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Clima e terreno

pino di wallich 2 Il Pino di Wallich è utilizzato in Italia a scopo ornamentale, per il legno, o in certi casi come essenza da rimboschimento. Nella terra d’origine è un albero di montagna dominante nelle aree più secche e presente in foreste secondarie più umide, tra i 1500 e i 3600 metri sul livello del mare, in un clima caratterizzato da piogge concentrate in estate e inverno e una temperatura media annuale che va dai 12 ai 17°C. Completamente rustico, cresce su suoli a tessitura da fine a pesante, ma ben drenati, a pH neutro o acido, porosi e profondi. Resiste bene ai venti (anche se preferisce posizioni riparate anche perché gli aghi tendono a perdere colore), all’aridità stagionale, e può tollerare una parziale ombreggiatura. Non sopporta l’inquinamento atmosferico.

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Impianto e tecniche di coltivazione

Il Pino di Wallich si propaga per seme direttamente dopo la raccolta o nel tardo inverno, in contenitori singoli. La vernalizzazione tramite stratificazione a freddo di 6 settimane a 4°c è necessaria per incrementale la percentuale di germinazione di sementi conservate. I semenzali vanno messi a dimora appena possibile, ma protetti nel corso dei loro primi due inverni trascorsi all’aperto. Trapianti successivi vanno se possibile evitati per non rischiare di comprometter lo sviluppo radicale e quindi la stabilità dell’albero, senza considerare che la pianta tende a smettere di crescere quando ne vengono disturbate le radici. In alternativa è possibile procedere tramite talea utilizzando un fascicolo di aghi con tanto di rametto alla base, prelevato da un albero di mano di dieci anni di età. La crescita in questi casi però tende a rivelarsi molto lenta. Come per molti altri pini, anche le foglie del Pino di Wallich emettono sostanze inibenti la germinazione che dilavate dalla pioggia vanno a imbibire il terreno sottostante la chioma dell’albero e rendono più problematica la coltivazione di specie vegetali. In alternativa alla semina del prato, quindi, spesso si utilizzano altre specie perenni, arbustive o erbacee, fatte germinare altrove. Tra queste ricordiamo ortensie (per esempio hydrangea paniculata in varietà come la recente Pinky Winky a fiore rosato, o la Lime light dai grossi panicoli bianchi sfumati di vari colori), hosta, azalee sempreverdi, e ajuga reptans in varietà come copri suolo. Per le sue caratteristiche il Pino di Wallich è utilizzabile come esemplare isolato o a gruppi se se ne ha la possibilità in termini di spazio, oppure nelle sue varietà nane può essere utilizzato in bordure sul fondo o affiancato ad altri cespugli.


Parassiti e malattie

Tra i patogeni del Pino di Wallich segnaliamo il lepidottero Dioryctria abietella, il coleottero curculionide Ips stebbingi, la falena Biston regalis, e l’ascomicete Mycosphaerella pini che produce avvizzimento degli aghi. La pianta risulta invece resistente alla ruggine.


Caratteristiche del legno

Il legno di Pino di wallich viene usato come combustibile anche se produce un fumo dall’odore resinoso e pungente, come legno da costruzione, per fabbricare mobili, imballaggi, assi, laminati, porte, e traversine ferroviarie previo trattamento con preservanti (è un legno durevole solo se non esposto agli agenti atmosferici).


Pino di Wallich: Varietà

Tra le varietà di Pino di Wallich segnaliamo:

“Frosty” varietà vigorosa, con la chioma larga e gli aghi grigio-verdi dalla sfumatura gialla che da lontano paiono rivestiti di brina.

“Zebrina” varietà con aghi striati di giallo, robusta e ampia.

“Nana” varietà a sviluppo lento che arriva solo a 2 metri in dieci anni. Forma un cespuglio arrotondato tanto alto quanto largo e dalla sfumatura blu. Molto adatta a bordure miste.



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