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Il Pino domestico è presente in quasi tutta Italia isole incluse, con l’eccezione di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia trentino, Marche e Puglia. Il suo areale di distribuzione va da 0 a 800 metri sul livello del mare, in habitat di tipo litoraneo, su terreni sabbiosi e sciolti. Eliofilo e termofilo, è molto sensibile alle temperature minime assolute soprattutto in presenza di forte umidità, per cui in ambienti secchi resiste anche fino a -25°C, diversamente non può scendere sotto ai -12°C. In realtà per il Pino domestico sarebbe bene che le temperature minime non scendano mai di molto sotto allo zero. Anche la neve danneggia l’albero, stroncandone i rami. Sopporta invece molto bene l’aridità estiva, con massime superiori ai 30°C e piogge scarse, anche se contrariamente a quanto si crede una siccità eccessivamente prolungata nel tempo lo danneggia. In fatto di terreno è poco esigente, evita giusto quelli acquitrinosi oppure spiccatamente salini. Non sopporta l’inquinamento atmosferico, specialmente quello veicolato dai venti salmastri provenienti da aree marittime inquinate da tensioattivi.
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La propagazione del Pino domestico avviene per seme subito dopo la raccolta oppure nel tardo inverno. Le temperature ideali per la germinazione sono comprese tra 17 e 19°C, i semi possono essere conservati 3-6 anni a temperature comprese tra +2 e +4°C. La messa a dimora dei semenzali deve essere effettuata a fine primavera-inizio estate, raggiunti i 5-10 cm di altezza, e possibilmente non devono essere più trapiantati, avendo però cura di proteggerli dal freddo per i primi due inverni trascorsi all’aperto e di pacciamare l’area circostante per scoraggiare la competizione delle infestanti. La propagazione vegetativa tramite talee ha successo solo se viene effettuata a partire da piante molto giovani (meno di 10 anni). Il Pino domestico è ideale per rinsaldare dune di sabbia, in giardini di zone costiere, molto comune lungo larghi viali in terra battuta (ma le sue radici possono rovinare molto la pavimentazione stradale e forniscono spesso occasione d’inciampo per i pedoni distratti). Come nel caso del Pinus pineaster anche il Pino domestico ha una secrezione fogliare che inibisce la germinazione dei semi e che cade a terra con le piogge, quindi la crescita delle piante al di sotto della sua chioma può dare qualche problema anche considerando che la continua abscissione degli aghi acidifica molto il terreno. Compagne adatte saranno quindi edera, cespugli di piante acidofile, ciclamini, hosta in varietà e ortensie (soprattutto Hydrangea serrata e macrophylla, i cui fiori a volte variano in colore a seconda del pH del terreno. Ricordiamo tra le tante serrata “Miranda” a fiori azzurri o rosa e “Shiro tae” a fiori bianchi molto eleganti e macrophylla “Jean Varnier” a fiori rosa molto belli, resistente al caldo).
Tra i parassiti del Pino domestico ricordiamo la processionaria del pino, Tomicus destruens, Pissodes notatus e Rhiacionia buoliana, oltre a vari funghi tra cui Cronartium flaccidum, Heterobasidion annosum e Fomes annosum.
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