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Il Pino loricato è presente in Italia solo in Calabria e Basilicata, tra 600 e 1800 metri sul livello del mare, in ambiente montano calcareo, arido e soleggiato, e su terreni detritici e rocciosi, con boschi e gruppi mai troppo fitti oppure isolato. Lo si trova in praterie in quota e cespuglietti insieme a specie termoxerofile, e sulle creste montane abbarbicato alle rocce. Richiede esposizioni in pieno sole, un terreno ben drenato (che può avere una tessitura qualsiasi, anche sabbiosa o argillosa) e estati fresche.
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Il Pino loricato si propaga per seme in primavera dopo aver vernalizzato per 4-10 settimane la semente. Appena possibile si procede al ripicchettamento e si fa trascorrere tutto il primo anno di vita della plantula al coperto. Per le sue caratteristiche il Pino loricato è utilizzabile in zone in quota, aride e assolate, su substrati calcarei, laddove altre conifere non riescano a prosperare. La pianta non è né poco vitale né poco vigorosa, è solo vulnerabile, quindi una volte assicurate le condizioni ottimale per la sua coltivazione i risultati non tarderanno a manifestarsi. Ovviamente non è realistico aspettarsi di poter riprodurre in giardino l’effetto pittorico di un Pino loricato millenario come se ne vedono sui monti del Parco del Pollino, ma anche senza aspettarsi l’impossibile si potranno ottenere effetti interessanti utilizzando l’albero come esemplare isolato su terreni difficili e esposti, in piccole collezioni di conifere anche in contenitore con una delle sue varietà nane, e sempre con queste varietà può dare molto in bordure o su giardini rocciosi assieme a specie idonee come semprevivi, Sedum, campanule, Daphne e altre conifere nane come Juniperus oppure Picea. Infatti in natura le specie vegetali tipiche associate al Pino loricato sono le saxifraghe, il Juniperus prostrato, Thymus, Achillea e Scabiosa oltre a graminacee come carex e festuca. Non va infine dimenticato che i coni in maturazione sulla pianta hanno una piacevole sfumatura blu-porpora, molto ornamentale.
L’attuale popolazione nazionale di Pino loricato è minacciata soprattutto da coleotteri scolitidi e urbanizzazione, mentre in generale la pianta è soggetta a marciumi, ruggine e tutta una serie di parassiti che attaccano la pianta più che altro quando le condizioni ambientali la indeboliscono.
Il legno di Pino loricato veniva usato per fabbricare bauli resistenti alla salsedine, strumenti musicali (liuti e mandolini), travature, imbarcazioni o loro parti (carene, remi), infissi, mobilio, in carpenteria e come combustibile. Oggi la specie viene considerata protetta e il suo legno ovviamente non viene più utilizzato.
Tra le varietà di Pino loricato utilizzate a scopo ornamentale segnaliamo:
“Satellit” varietà piccola e eretta, con aghi scuri in raggruppamenti molto densi.“Shmidtii” varietà a lento accrescimento che forma un cespuglio molto compatto e rotondeggiante con aghi molto rigidi e scuri. Arriva a 60 cm di altezza per altrettanti di ampiezza in dieci anni. Adatta a contenitori o rock garden.“Mint truffle” varietà ad aghi bianchi quando spuntano in primavera e color menta in seguito. Ideale in bordure e per creare contrasti con fogliami gialli o verde scuro. Arriva a 3,5 metri di altezza.“Compact gem” varietà nana piramidale, con piccoli aghi molto fitti, cresce circa un metro in dieci anni. Adatta a contenitori o rock garden.“Irish bell” varietà nana a habitus piramidale e compatto, con aghi dalla brillante sfumatura bianca molto luminosa. Cresce al massimo 15 cm all’anno e nel tempo si allarga tanto quanto è alto formando una chioma appiattita. Adatta a bordure e isolata.
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