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Il Pino uncinato è presente nella nostra penisola in un’area più ristretta rispetto al Pino mugo, cioè in Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige. Il suo areale di distribuzione altitudinale va dai 1200 ai 2200 metri sul livello del mare. Come nel caso del Pino mugo si tratta di una pianta pioniera e la si trova su terreni scoperti e detriti, con pH meno basico rispetto al Pino mugo e persino debolmente acido. Richiede pieno sole e ottimo drenaggio.
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Il Pino uncinato si propaga per seme in primavera, dopo una vernalizzazione di 6-7 settimane, soprattutto nel caso di semente conservata tramite disidratazione del 10% e mantenimento in contenitore ermetico a 0-5°C oppure a -15°C in caso di tempi di conservazione particolarmente lunghi (superiori ai 5 anni). Va seminato in contenitori singoli, per evitare lo stress da ripicchettamento, e messo a dimora quanto prima fornendo però protezione nel corso dei primi due inverni trascorsi all’aperto. Come molti altri pini compreso il Pino mugo, la secrezione fogliare della pianta inibisce la germinazione, ragion per cui quando questa dilavata dalla pioggia va a imbibire il terreno sotto la chioma, la germinazione del prato diventa problematica. Meglio utilizzare piccole perenni come copri suolo, tra cui la bellissima Ajuga reptans (che fiorisce con belle spighe di fiori azzurro-blu ed è reperibile in varietà dalle foglie più o meno variegate e sfumate). Le cultivar nane possono far parte di bordure miste, o essere coltivate in ampi terrazzi all’interno di capaci contenitori, insieme a altre conifere nane o a piante compatibili come eriche o piante aromatiche come rosmarino, salvia o lavanda. La specie tipica invece può essere un’aggiunta interessante sia come esemplare isolato che a gruppi nei giardini naturali, dove attrarrà la fauna selvatica tra cui la Loxia curvirostra (cioè il Crociere, un piccolo uccello il cui becco si è modificato nel corso dell’evoluzione proprio per potersi cibare dei semi delle conifere). Bellissimo in questi casi se circondato da cespugli di rododendri e/o azalee.
Tra i patogeni del Pino uncinato ricordiamo il punteruolo del pino, la cocciniglia che attacca gli aghi, i marciumi causati da Heterobasidion annosum e da varie specie di Armillaria, il fungo Mycosphaerella dearnessii che attacca gli aghi.
Il legno di Pino uncinato è fine, non particolarmente duro, utilizzato come combustibile, per fabbricare arredi da interno e rivestimenti.
Tra le cultivar di Pino uncinato ricordiamo:
“Morak” che cresce al massimo 5 cm all’anno, piccolo cespuglio compatto e rotondeggiante. Ideale in contenitori o rock garden o picole collezioni di conifere, magari insieme a cultivar di mugo.“Paradekissen” simile a Morak, ma con aghi più sottili. Forma un cuscino molto denso e compatto. Cresce meno di 30 cm in 10 anni. Utilizzabile come la Morak in collezioni, contenitori o rock garden.“Georgenfeld” molto rara, cultivar con crescita contorta, nana.
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