L’Ontano napoletano è diffuso in tutta Italia isole comprese da 0 a 1500 metri sul livello del mare con l’esclusione di Valle d‘Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige e Puglia. E’ specie tipica della zona fitoclimatica di Lauretum e Castanetum, e è stata usata nei rimboschimenti della zona del Fagetum. Tipico di boschi montani a faggio, castagno o quercia, pioppeti, saliceti o frassineti. Molto adattabile in fatto di terreno, tanto che viene considerata specie pioniera, preferisce la vicinanza dell’acqua e suoli pesanti, argillosi. Esige infatti una certa umidità, dato che le precipitazioni annue non possono scendere sotto gli 800-900 mm, però può resistere bene i periodi non troppo lunghi di siccità. La temperatura media del mese più freddo non deve essere inferiore a -2°C. E’ una specie eliofila e non tollera l’ombreggiamento di altre specie.
FAMIROSA Comodini 2pz 38x28x45 cm in Legno di Paulonia Prezzo: in offerta su Amazon a: 97,08€ |
La propagazione dell’Ontano napoletano avviene tramite seme appena coperto di terriccio subito dopo la raccolta. La semina in primavera ha successo anche senza coprire minimamente i semi. Appena possibile va effettuato il ripicchettamento, e successivamente appena i semenzali raggiungono le dimensioni adatte possono essere posti a dimora, durante l’estate successiva oppure durante la primavera dopo aver trascorso l’inverno all’aperto. In alternativa si può procedere per talea legnosa in autunno, su terreno sabbioso e all’aperto, subito dopo la caduta delle foglie. Il governo della pianta può essere a fustaia o a ceduo. Cresce rapidamente dato che a 30 anni può avere un tronco di 35 cm di diametro e superare i 12 m di altezza in 20 anni. L’Ontano napoletano può essere utilizzato per rimboschimenti in zone poco fertili, collinari o montani, su versanti esposti e per consolidare terreni franosi. Dato che all’interno dei noduli del suo apparato radicale viene fissato l’azoto atmosferico utilizzato dall’Ontano solo in parte, le piante circostanti possono beneficiare di una maggiore fertilità del suolo incrementata ulteriormente ogni anno dalla decomposizione delle foglie dell’Ontano dopo la loro abscissione in autunno. Dato che tollera benissimo i venti salmastri può essere coltivato anche in località marittime. Adatto a giardini di medio-grandi dimensioni, sul fondo di bordure all’inglese oppure come esemplare isolato circondato dal prato. Bello se affiancato da arbusti sempreverdi, oppure salix dai vivaci colori invernali e/o cornus da ramo, oppure circondato da bulbose primaverili particolarmente precoci e autunnali che esaltino l’aspetto della pianta alla fine dell’inverno e all’inizio dell’autunno. Può fungere da tutore vivente per rose rampicanti o clematis, per esempio una viticella in varietà (tra le tante ricordiamo “Little Nell” a fiori rosa e bianchi “Emilia Plater” a fiori viola, o la “Purpurea plena elegans” a fiori purpurei e doppi molto appariscenti). Se si ha la fortuna di poterlo collocare a fianco di uno stagno o un piccolo laghetto (ma anche una fontana può andare bene) si assisterà a una crescita particolarmente veloce.
Tra i parassiti tipici della specie ricordiamo il coleottero crisomelide Agelastica alni, un defogliatore che lascia intatte solo le nervature fogliari. L’Ontano napoletano è inoltre sensibile alle necrosi causate da batteri che attaccano il legno in corrispondenza delle lenticelle che per reazione emettono un liquido bruno.
Il legno dell’Ontano napoletano è leggero, durevole a contatto con l’acqua, facile da lavorare. Viene usato per produrre carbone, imballaggi, pali, zoccoli.
COMMENTI SULL' ARTICOLO