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In Italia l’Ontano nero è presente in tutta la penisola comprese le Isole, da 0 a 1200 metri sul livello del mare. E’ una specie più termofila dell’Ontano bianco, la temperatura media del mese più freddo deve essere di -1/-2°C al massimo. Colonizza boschi ripari e zone periodicamente sommerse, persino paludose, dove forma associazioni con salici e pioppi, oppure popolamenti puri. Preferisce terreni silicei, ma non è così esigente in fatto di substrato e può star bene anche su terreni argillosi e compatti, con una notevole ritenzione idrica. Il pH però deve essere acido. Se non ci sono corsi d’acqua nelle vicinanze le esigenze di umidità della pianta impongono che le precipitazioni annue arrivino a 900-1000 mm.
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La propagazione avviene per seme in primavera, su un terreno umido (la germinazione richiede 3-6 settimane), oppure per via vegetativa con talee di ramo prese all’inizio del’estate, interrate a 10 cm di profondità, ripicchettate poi alla fine dell’inverno seguente. Le cultivar di solito vengono propagate per innesto a spacco laterale su semenzai, o talea. L’impianto avviene su un terreno lavorato in profondità con semenzali di 1-2 anni o trapianti di 2-3. Nelle coltivazioni a scopo commerciale viene piantato a filari con distanze di 2 m sulla fila e 4-5 tra le file. Il governo è a ceduo con turni di 4-16 anni a seconda delle dimensioni dei pali che si vogliono ottenere, o a fustaia con turni di 50-60 anni, perché l’Ontano nero cresce velocemente e non è molto longevo. In giardini e parchi può essere piantato a gruppi, possibilmente vicino a stagni o fontane, oppure usato per creare siepi.
Tra i parassiti ricordiamo il coleottero Agelastica alni, che si nutre delle foglie. I funghi attaccano le infiorescenze disseccandole (Taphrina alni-incanae), le foglie che si macchiano di rosso e presentano bolle (Taphrina sadebeckii), oppure i rametti che assumono un aspetto “a scopazzi” (Taphrina tosquinetii). I batteri possono causare necrosi di rami e fusto, con emissione di liquido gommoso a partire dalle lenticelle.
Il legno dell’Ontano nero diventa molto duro e sommerso è praticamente immarcescibile. All’aria invece si deteriora facilmente. Si usava per palafitte, ponti, lavori idraulici, oltre che per creare giocattoli, zoccoli, secchi, in ortopedia e per lavori al torno o in fonderia. Oggi si usa per impiallacciature, imballaggi, sfogliati.
Tra le varietà di Ontano nero segnaliamo:
“Aurea” con giovani foglie giallo dorate“Imperialis” portamento un po’ disordinato da giovane ma che migliora con il tempo, ha le foglie incise che somigliano a quelle degli aceri. “Laciniata” vigorosa, a foglie incise.“'Pyramidalis” detta anche “Fastigiata” resistente alle malattie, habitus dritto e ampiezza limitata.
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