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Il Platano orientale è naturalizzato in Italia in Sicilia, Piemonte, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Calabria, Puglia, Campania, da 0 a 600 metri sul livello del mare, in formazioni boschive di tipo umido, cioè di preferenza lungo i corsi d’acqua. Per vegetare al meglio richiede un terreno profondo, fertile e ben drenato, ma non ha preferenze in fatto di pH. Da una certa età in poi resiste alla siccità, da giovane invece ha necessità di un terreno più umido, ma comunque drenato. Tollera i suoli compattati e l’inquinamento atmosferico senza problemi. Non è in grado di sopportare esposizione ai venti salmastri, ma in compenso può tollerare venti anche molto forti.
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Il Platano orientale si riproduce per seme in primavera, di solito dopo due mesi di stratificazione a freddo, in serra fredda e in posizione leggermente ombreggiata. Oppure si possono prendere i semi direttamente nel tardo inverno o all’inizio della primavera e seminarli subito. Il ripicchettamento in vasi singoli viene fatto appena possibile, e il primo inverno dei semenzali e bene che venga trascorso in serra. La messa a dimora avviene passato il rischio dell’ultima gelata, nella primavera successiva. L’apparato radicale tollera i trapianti senza problemi, tanto che anche piante di 5 m di altezza possono essere spostate con successo piuttosto facilmente. La propagazione vegetativa avviene in autunno a partire da talee legnose prese dalla crescita dell’anno in corso. La pianta è abbastanza rustica e resistente, estremamente ornamentale, e cresce molto velocemente. Ideale come grande esemplare isolato in contesti molto ampi, o circondato da altre specie più basse lungo viali alberati o sentieri. Non ha le caratteristiche per far parte di un giardino naturale, perché la sua apparenza non è tale da mescolarsi bene con le altre specie di un giardino di quel tipo. Per la sua corteccia e la persistenza dei frutti durante l’inverno è invece ideale accostato ad altri alberi dalle caratteristiche simili come betulle, pioppi, salici e cornus da ramo. Le sue diverse cultivar di minori dimensioni possono essere utilizzate in contesti più piccoli, e in particolare vicino a aceri giapponesi o liquidambar data la forma delle loro foglie, oppure sul fondo di mixed borders associati a graminacee come Pennisetum, Carex, Ophipogon planiscapus nigrescens, Festuca glauca.
Tra I parassiti del Platano orientale segnaliamo il Ragnetto rosso e i lepidotteri della famiglia Psychidae. E’ soggetto anche a infezioni fungine tra cui il Cancro colorato del Platano che può portare alla morte la pianta in breve tempo.
Tra le varietà di Platano orientale segnaliamo
“Autumn glory” una cultivar neozelandese di quasi 40 anni fa, più piccola della specie tipica, sui 15 m di altezza, la corteccia si sfalda creando un insieme variegato,e le foglie, più minute con seni ampi e 5 lobi, diventano di un luminoso giallo dorato in autunno, persistendo per settimane sulla pianta. Tollera abbastanza la siccità.“Digitata” originata da semi provenienti da Cipro, le foglie non hanno peli sulla pagina inferiore delle foglie e l’habitus della pianta nel suo complesso tende a essere disciplinato. E’ resistente all’antracnosi e alla siccità. Ideale per aree urbane.“Aureus” a fogliame dorato in primavera, varietà nana e compatta sui 2 m circa.“Juniperoides” con fogliame giovanile aghiforme, purpureo in autunno, alto solo 1 m.“Berkmanii” varietà alta solo 1,5 m con ramoscelli dorati
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