Quercia valloneaq

Generalità

La Quercia vallonea (Quercus macrolepis oppure Quercus ithaburensis) è un albero semisempreverde appartenente alla famiglia delle Fagaceae che raggiunge di solito i 15 m di altezza, con un tronco dritto che può arrivare al metro di diametro nonostante la pianta non sia tra le querce più alte. Deve il suo nome “macrolepis” (grande involucro) alle dimensioni della cupola delle sue ghiande. La chioma è espansa e globosa, molto allargata, e le foglie si mantengono a lungo sulla pianta cadendo solo nel tardo autunno, oppure non cadendo affatto nei climi più caldi, dove solo all’emissione delle nuove foglie, in primavera, avviene l’abscissione di quelle dell’anno precedente. I rami dell’anno sono giallastri e fortemente pubescenti. Le foglie inizialmente anch’esse molto pubescenti tanto da apparire bianche, diventano in seguito coriacee. A maturità sono ovali o lanceolate, dentate in certi casi, con la base cordata e il margine lobato con 3-8 lobi triangolari e mucronati su ciascun lato, lunghe 6-10 cm e larghe 3-7 cm. Il picciolo è lungo 2-4 cm, la pagina superiore è liscia mentre quella inferiore è grigia a causa della presenza di peli stellati e cere. Le gemme ovoidali sono brune e pubescenti. La corteccia che è scura e liscia all’inizio, man mano diventa profondamente e largamente fessurata. La fioritura avviene a maggio. I fiori maschili sono riuniti in amenti penduli lunghi 2-5 cm e hanno sei stami ciascuno. I fiori femminili sono riuniti in corte spighe e hanno 4-6 stili di colore bruno. I frutti pubescenti sono ghiande cilindriche color rosso bruno e ombelicate all’apice, lunghe oltre 4 cm e larghe 2-3 cm, con una cupola legnosa e estroflessa, molto appariscente e esteticamente pregevole di circa 6 cm di diametro , con squame lunghe più di 1 cm che nell’insieme la fanno somigliare a un fiore di dalia o di crisantemo. Sono portate da peduncoli di 2 cm circa a gruppi o isolate e maturano nel giro di due anni tranne che in alcuni habitat particolari, sono inoltre commestibili al pari delle castagne, dal sapore dolce. Le cupole delle ghiande sono ricche di tannini e quindi se polverizzate possono essere usate per la concia delle pelli, cosa che puntualmente avveniva in passato quando la Quercia vallonea veniva coltivata proprio a questo scopo. Successivamente il tannino ricavati dal castagno, più economico, ha soppiantato l’utilizzo di quello della Vallonea. L’apparato radicale di questa quercia da fittonante diventa in seguito molto espanso e superficiale.
quercia vallonea

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Clima e terreno

ghianda quercia valloneaIn Italia la Quercia vallonea è presente da 0 a 200 metri sul livello del mare solo in Campania e in Puglia, nel Salento, nella zona del comune di Tricase, dove tra le altre si trova la famosa Quercia del cento cavalieri, una Quercus macrolepis di più di 700 anni di età che deve il suo nome al fatto che la sua chioma larga più di 25 m fornì riparo a cento cavalieri armati. Probabilmente la presenza della Quercia vallonea in Italia non è da considerarsi naturale, anche se certuni attribuiscono la sua presenza nel Salento, che ha caratteristiche geologiche e climatiche simili a quelle dei Balcani, a un remoto abbassamento del livello del mare e al conseguente crearsi di un ponte di terra tra le due regioni con diffusione della flora da una parte all’altra. Molti attribuiscono la sua presenza a monaci basiliani tra i secoli X e XI. La Quercia vallonea è eliofila e xerofila, e prospera in un clima mediterraneo con elevate piogge autunnali e su terreni calcarei poveri, in campi e boschi aridi. Non è assolutamente rustica.

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Impianto e tecniche di coltivazione

La propagazione della Quercia vallonea avviene per seme subito dopo la raccolta, come per tutte le querce, anche perché i semi perdono velocemente la loro vitalità. La messa a dimora dei semenzali va effettuata in giovanissima età (entro i due anni) dato che il suo apparato radicale non tollera assolutamente i disturbi. In alternativa la semina può essere effettuata direttamente a dimora proteggendo le ghiande e le piantine da topi e scoiattoli. Può sopportare ombreggiamenti parziali solo nella fase giovanile. Non va potata dato che la pianta dà il suo meglio se lasciata libera di espandersi e crescere come preferisce, ma in caso si renda necessaria una portatura la pianta non ha problemi a sopportarla. Ideale, in climi idonei, come esemplare isolato in contesti molto ampi.


Parassiti e malattie

Se la pianta viene coltivata all’interno del suo naturale areale di distribuzione presenta una resistenza alle malattie ottimale. In particolare risulta resistente ai funghi del genere Armillaria.


Caratteristiche del legno

Il legno semiporoso della Quercia vallonea è molto duro e altresì lungamente durevole. Contiene elevate quantità di tannino che lo rendono atto a impieghi a contatto con l’acqua.


Quercia valloneaq: Varietà

Ricordiamo la bellissima varietà “Argentea” dalle foglie grigio blu, molto resistente a siccità e malattie e dalla chioma ampia. Inoltre sono stati segnalati diversi ibridi con altre specie di quercia.



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