La Roverella è una quercia che prospera nei climi continentali di tipo steppico, caratterizzati da inverni freddi e estati calde e con precipitazioni sempre molto scarse. In Italia è la più diffusa tra tutte le querce, la si trova nella sottozona fitoclimatica del Castanetum caldo e nella sottozona fredda del Lauretum su terreni calcarei, tra 0 e 1200 m di altitudine sul livello del mare, praticamente in tutte le regioni. E’ una specie frugale, eliofila e termofila oltre che xerofila e resistente alle basse temperature, che si associa con molte altre specie vegetali.
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La Roverella è caratterizzata da buona capacità pollonifera e accrescimento lento, ragion per cui viene governata anche a ceduo (soprattutto su terreni molto poveri) con turni di 15-25 anni, mentre il governo ad alto fusto prevede un turno di 80-200 anni. La propagazione avviene per seme, e la ghianda germina molto in fretta, dando vita a un semenzale le cui prime foglioline inizialmente rosate e poi biancastre sono fortemente pelose e sub ellittiche, dai lobi appena accennati. Nel caso di trapianto, con piante di 3-5 anni, è necessario ricordare che la presenza del lungo fittone porta la Roverella a subire un certo stress. L’utilizzo di semenzali quindi è da preferirsi, e viene effettuato con esemplari di 1-2 anni, da proteggere però dagli attacchi dei roditori. Ripuliture e sarchiature che favoriscano l’ancoraggio delle radichette dei semenzali non vanno omesse durante i primi anni di coltivazione.
Tra i parassiti che attaccano la Roverella ricordiamo i lepidotteri tra cui il tortricide Tortrix viridana, il lasiocampide Malacosoma neustriae, e il limantride Lymantria dispar che attaccano le foglie quando sono allo stadio larvale provocando la defoliazione di piante in cattivo stato vegetativo, e il taumetopeide Thaumetopoea processionaea, che causa una ridotta produzione di ghiande. Ricordiamo inoltre il coleottero cerambicide Cerambix cerdo che scavano gallerie nel fusto quando sono allo stadio larvale mentre da adulti si nutrono di linfa. Fra le virosi invece ricordiamo quella del mosaico, che chiazza le foglie,. Tra le malattie fungine la Roverella è sensibile all’Oidio che ricopre di feltro bianco le foglie che in breve si seccano. Può essere attaccata dagli afidi.
Il legno della Roverella è molto pesante e duro, ma non lavorabile come quello della Farnia e della Rovere, anche a causa delle fibre che non sono mai dritte, oltre al fatto che avendo un maggior ritiro si spacca facilmente. Lo si utilizza, sfruttandone l’elevato contenuto di tannini che lo rendono durevole anche quando è sommerso, per creare alcune parti nelle costruzioni navali, per attrezzi agricoli, mobili, porte, travature e traversine ferroviarie. E’ un ottimo combustibile e produce carbone di grande qualità.
Ne esistono tre sottospecie diffuse in aree differenti: Pubescens, Anatolica e Palensis.
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