Tiglio nostrano

Generalità

Il Tigli nostrano, detto anche Tiglio nostrale (Tilia platyphyllos) è una delle latifoglie nobili dei boschi italiani che deve il nome platyphyllos, cioè foglie ampie, al fatto che le sue foglie sono più grandi di quelle del Tiglio selvatico. Quando ne ha la possibilità diventa un albero imponente alto fino a 40 m, con tronco di 2 m di diametro, e arriva a 500 anni in buone condizioni. Inizialmente ha portamento piramidale con i rami ascendenti che poi si fa ovale. Il tronco è colonnare e slanciato, con corteccia che da liscia e grigiastra forma placche lunghe e strette, grigie, spesso macchiate dai licheni. I rametti hanno forma a zigzag, verdi o rossastri e tormentosi, e la crescita dell’anno successivo non procede dalla gemma apicale, bensì da una delle laterali. Le foglie sono lunghe 6-12 cm, ovate, asimmetriche alla base, a margine serrato con i denti acuti e con apice acuminato. Appena spuntate sono verde brillante e pubescenti, poi la pagina superiore perde la peluria. Come nel Tiglio selvatico le foglie dei polloni sono più grandi di quelle della pianta adulta. Fiorisce in maggio-giugno con 2-5 fiori ermafroditi e molto profumati riuniti in una infiorescenza pendula portata da una lunga brattea giallastra. Il fiore è bianco-giallognolo, con sepali lunghi 3-4 mm e i petali lunghi 6-8 mm, l’ovario peloso e 30-40 stami. I frutti maturano a ottobre e sono piriformi, con 5 coste rilevate, lunghi 8-15 mm, vengono dispersi dal vento lungo tutto la stagione invernale. Il suo apparato radicale nel corso degli anni diventa da fittonante a ampio, con radici profonde che si allargano nel terreno e alcune che si estendono in superficie. Produce polloni radicali solo se stimolato da potature o danni meteorici della chioma. Quando viene ceduato invece ricaccia al colletto e con polloni radicali, ma solo dopo una dormienza che può perdurare anche per più stagioni vegetative. Le sue foglie costituiscono un pascolo proteico per gli animali e quando cadono a terra formano una lettiera che migliora i terreni superficiali e grossolani rendendoli molto più fertili.
tilia platyphyllos

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Clima e terreno

fioritura tiglio nostrano Nella nostra penisola è diffuso in tutte le regioni tranne il Trentino Alto Adige, Molise e Sardegna. Non essendo socievole non forma mai boschi puri e arriva a quote di 1200 m al Nord, 1600 m in Sicilia. Preferisce terreni freschi, drenati e profondi a reazione neutra o sub-alcalina, non tollera il pH acido in profondità, su questi suoli infatti viene sostituito da T. cordata. E’ specie più eliofila del Tiglio selvatico e non tollera il freddo intenso e la siccità prolungata.

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Impianto

La moltiplicazione della pianta per seme richiede una certa esperienza e non meno fatica. I semi di Tiglio nostrano sono dormienti e in natura richiedono una permanenza di due anni circa nel terreno per germinare, dato che i tegumenti del seme e il pericarpo che lo avvolge sono impermeabili e devono modificarsi prima di poter germinare. Per interrompere la dormienza del seme si utilizzano 5 mesi di stratificazione calda e 5 di fredda a 30° e 2° rispettivamente, oppure la sola stratificazione fredda per 18 settimane, oppure si seminano i semi con tegumento ancora tenero, in agosto. La propagazione vegetativa invece è meno impegnativa, si effettua con polloni radicali prelevati in inverno e messi subito a dimora con le radici, esattamente come per il Tiglio selvatico.


Tecniche di coltivazione

Il Tiglio nostrano viene coltivato a scopo ornamentale in parchi e giardini, e utilizzato nelle alberature stradali. In questo ultimo contesto, purtroppo, viene spesso malamente potato, ragion per cui la pianta emette rami epicormici (cioè direttamente dal fusto o dalle branche principali, i cosiddetti ricacci) che accumulano la maggior parte degli zuccheri di riserva per la stagione seguente, e quindi le eccessive potature portano all’indebolimento dell’albero che viene facilmente attaccato dai parassiti per poi arrivare a morte prematura. E’ sempre opportuno evitare di piantare alberi a ampio sviluppo in spazi troppo piccoli. Inoltre i tigli sono spesso attaccati dagli afidi che lasciano cadere gocce di melata a terra, imbrattando marciapiedi e automobili. In questi contesti è meglio optare per varietà di tiglio resistenti ai parassiti.


Parassiti

Tra i parassiti tipici del tiglio ricordiamo gli afidi, la cocciniglia Eupulvinaria hydrangeae, vari tipi di defoglia tori tra cui soprattutto i lepidotteri, e vari patogeni fungini.


Caratteristiche del legno

Come nel Tiglio selvatico il legno del Tiglio nostrano è leggero e poco durevole all’aperto, usato per lavori di ebanisteria, falegnameria fine e modellistica, e per fare carboncini da disegno. La parte interna della corteccia della pianta, molto fibrosa, veniva usata un tempo per fare stuoie e cordami.


Tiglio nostrano: Varietà

Segnaliamo l’ibrido “Tiglio intermedio”, risultato dall’incrocio tra Tilia cordata e Tilia platyphyllos, con caratteristiche intermedie tra le specie originarie, molto diffuso soprattutto al centro e al sud in Italia, e Tilia platyphyllos “Rubra” con i giovani getti rosso bruni molto d’effetto nel tardo inverno, che cresce fino a 20 m circa e mantiene habitus colonnare. Tilia Platyphyllos “Delft”, infine, mantiene un portamento piramidale particolarmente compatto, e arriva a 15-20 m di altezza.


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