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La annona cherimola è originaria delle aree tropicali, ma ad altitudini superiori ai 1000 m (altopiani andini di Ecuador e Perù), perciò vegeta bene anche in climi subtropicali e temperati caldi.
Le temperature ottimali allo sviluppo dell’anona sono di 18-25 °C in estate e di 5-18 °C in inverno, mentre se scendono al di sotto dello zero la pianta risente di danni gravissimi; è inoltre sensibile alle gelate. In fatto di terreno è adattabile, infatti si adatta anche su terreni argillosi e calcarei, ma ben drenati. È coltivata in tutto il sud America, in quella centrale, in California, in India, in Africa, nelle regioni dell’Europa meridionale, in Medio Oriente ed in Australia; la Spagna è il principale produttore mondiale, mentre nel nostro Paese è coltivata in provincia di Reggio Calabria. Litchi chinensis "Brewster" (Ciliegia della Cina) [H. 50-70 cm.] Prezzo: in offerta su Amazon a: 72€ |
Le cultivar di anona si distinguono tra loro in base alla forma del frutto ed all’epoca di maturazione, sono perlopiù selezionate a livello locale, di seguito vengono citate quelle più importanti nelle diverse zone di coltivazione. In Spagna le varietà principali sono Fino de Jete, Campas, Mantecosa, Negrito e Cristallino; in Nuova Zelanda Reretai e Burtans, mentre in California Booth, Chaffey, Whaley, Carter e Bonita. Tra le cultivar più diffuse in America latina si ricordano Sander, Namas, Chavez, Kumbe, Chiuna temprana e tardia (Perù), Concha Lisa, Broncheada (Cile), Royale e Bosque (Ecuador).
La annona cherimola si propaga per seme, ottenendo i semenzali di franco che, un anno dopo l’impianto, effettuato a febbraio-marzo, vengono innestati ad aprile o a settembre. La forma di allevamento adottata è il vaso, con le branche principali che si inseriscono sul fusto a 60-80 cm da terra, con sesti d’impianto di 6 X 5 m e 7 X 5 m, essi sono piuttosto ampi perché la chioma di una pianta adulta assume dimensioni considerevoli. Le operazioni di potatura sono fatte ogni anno e consistono in tagli di raccorciamento dei rami di un anno poco prima del germogliamento, perché si attende la caduta delle foglie, per evitare che le formazioni fruttifere si spingano in alto; vengono inoltre asportati i rami troppo vicini che creano competizione e quelli con un angolo stretto rispetto al fusto. La concimazione deve essere tempestiva e continua, l’azoto, il fosforo ed il potassio vengono frazionati in 2-3 riprese, la prima somministrazione va effettuata a febbraio-marzo; apporti di azoto verso la fine dell’estate peggiorano la qualità dei frutti, che si fessurano più facilmente. Le irrigazioni sono necessarie durante il periodo asciutto, in quanto favoriscono l’allegagione, nei mesi di settembre ed ottobre in assenza di piogge è fondamentale intervenire perché, nel bacino del Mediterraneo, in questo periodo si ha il massimo accrescimento del frutto. Tra i parassiti vegetali si ricordano l’antracnosi, che danneggia fiori, frutticini ed i frutti più grossi, i marciumi alle radici ed al colletto, la fumaggine ed il wilt batterico, quest’ultimo pericolosissimo in Australia; gli insetti dannosi sono la mosca della frutta, la tignola e le cocciniglie.
Nel bacino del Mediterraneo i frutti sono maturi in ottobre-novembre, mentre quelli ottenuti dalla fioritura di fine estate arrivano a maturità all’inizio della primavera successiva. I frutti si raccolgono quando virano dal verde intenso al verde chiaro, la maturazione avviene 3-6 giorni dopo la raccolta ed è molto soffice, per questo motivo va consumato subito in quanto la qualità diminuisce molto rapidamente. La polpa è molto gradevole e contiene il 20 % di zuccheri. Negli impianti specializzati spagnoli, vista la maturazione scalare, vengono eseguite 7-8 raccolte; la produzione media del primo raccolto si aggira intorno alle 8-10 t/ha.
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