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Le infiorescenze, riunite in gruppi ben distanziati l’uno dall’altro, si formano su rami aventi un’età superiore ai due anni; nei punti in cui sono avvenute le precedenti fruttificazioni si verifica l’induzione delle gemme a fiore.
I fiori sono ermafroditi, maschili o femminili; l’impollinazione è entomofila ed anemofila, nel caso di impianti specializzati la presenza di impollinatori maschili deve essere almeno del 10%. La fioritura del carrubo è molto scalare, in Sicilia si protrae da agosto a novembre; il frutto è una siliqua indeiscente di colore verde, che si sviluppa in primavera maturando verso fine estate, in questa fase il frutto assume una colorazione marrone. Durante l’estate sulla pianta ci sono i fiori ed i frutti contemporaneamente. Albero Di Giuggiole 1 Anno 100cm Prezzo: in offerta su Amazon a: 11€ |
Il carrubo preferisce climi aridi e semiaridi in quanto dotato di rusticità, resistenza alla siccità ed alle alte temperature, mentre è meglio evitare zone in cui le temperature invernali scendono al di sotto dello zero; la pianta va esposta in pieno sole. È una specie coltivata prevalentemente nei climi mediterranei, la Spagna e l’Italia sono i principali produttori mondiali. Nel nostro Paese il 70% circa della superficie coltivata a carrubo si trova in Sicilia, la restante parte è ripartita tra Puglia, Sardegna ed alcune zone della Campania. Il carrubo cresce bene su terreni poco fertili, calcarei ed addirittura pietrosi, mentre rifugge i suoli troppo compatti ed umidi.
Le cultivar di carrubo si distinguono principalmente in base alla dimensione della siliqua.
Le varietà “agriogene” o selvatiche presentano baccelli corti, aventi una lunghezza di 7-10 cm, piccoli (dal peso di 5-10 g) e di una percentuale in peso variabile tra il 15 ed il 25%. Le cultivar “emerogene”, quelle più coltivate, sono dotate di baccelli lunghi 15-20 cm, grossi (dal peso di 18-28 g) e con una percentuale in peso del 10%, per cui hanno un basso rapporto polpa/semi. Un tempo le carrube venivano utilizzate per l’alimentazione umana, dagli anni ’80 c’è stato un rinnovato interesse legato all’impiego del seme, infatti dall’endosperma si ricavano delle gomme addensanti utilizzate nell’industria alimentare e dolciaria. Dalla polpa delle carrube si ottengono sostanze con basso contenuto in grassi (un surrogato del cacao) che contrastano il vomito e la diarrea; può essere inoltre destinata all’alimentazione del bestiame. In Italia tra le varietà selvatiche si ricorda la Rizzulina, mentre quelle emerogene più importanti sono Latinissima, Racemosa, Amele di Bari, Saccarata, Gibiliana, Moresca e Pasta. Con le cultivar a fiore ermafrodita come Bonifacio, Tantillo e Greca non si ritiene fondamentale la presenza di impollinatori maschili improduttivi.La propagazione del carrubo avviene principalmente per seme, in autunno o in primavera si mettono a dimora piantine da seme di 2-3 anni caratterizzate però da un’elevata eterogeneità, per cui si ricorre all’innesto in campo nell’anno successivo all’impianto. Negli impianti specializzati spagnoli l’investimento ad ettaro è di 60-100 piante, con produzioni annuali di 100-130 kg per pianta. Con la potatura di allevamento l’obiettivo è ottenere piante impalcate ad 1,5 m dal terreno, mentre in fase di produzione ci si limita ad interventi straordinari di risanamento e di ringiovanimento. La concimazione è importante soprattutto all’impianto apportando del letame maturo, su piante in produzione si distribuiscono concimi minerali. L’irrigazione negli impianti specializzati si effettua perlopiù in fase giovanile o nel caso di piante coltivate in vaso.
La raccolta viene eseguita mediante la bacchiatura che può danneggiare le infiorescenze presenti contribuendo al fenomeno dell’alternanza di produzione. Il carrubo, essendo una pianta rustica, è abbastanza resistente ai parassiti, qualche danno può essere causato, fra i funghi, dall’oidio e da alcuni insetti (il cecidomide Eumorchalia gennadi ed il lepidottero Myelois ceratoniae).Negli ultimi anni, grazie alla sua valenza estetica, il carrubo è impiegato anche come specie ornamentale in progetti per la realizzazione di aree a verde e di parchi naturali; a tale scopo, ma soprattutto per motivi di gestione e pulizia, sono da preferire le piante a fiori maschili perché non producono baccelli. L’utilizzo del carrubo come specie ornamentale è legato soprattutto alla sua elevata resistenza alla siccità, alla resistenza all’inquinamento atmosferico dei centri urbani ed alla resistenza ai parassiti. Tuttavia il suo impiego nel verde pubblico urbano può essere limitato dalle dimensioni maestose che raggiunge in età adulta e soprattutto a causa del suo robusto apparato radicale che necessita di un raggio di esplorazione di almeno 8-10 m.
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