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Una delle piante più famose per i trattamenti di vario tipo che si praticano con un suo estratto è la pianta di Aloe: essa è una pianta appartenente alle “succulente”. Questa denominazione (che è precisissima in quanto scientifica) non deve far sopraggiungere un sorriso perché la intendiamo nel senso italiano del termine, che sarebbe quello di “appetibile come cibo”, bensì è da considerarsi nella denominazione latina che voleva significare “ricca di succo”. Ed è questa proprio una definizione molto realistica, in quanto le piante succulente (come potete vedere dalle foto dell’Aloe) sono piante a metà strada tra piante grasse e piante tropicali, quindi dotate di quei succhi interni di riserva che l’uomo ha imparato ad utilizzare perché ricchi di utili sostanze nutritive. Nello specifico l’aloe vera è una pianta che viene utilizzate nella erboristeria e nella cosmetica; nella prima, sotto forma di estratto liquido o in polvere, viene sfruttata come rigenerante e depurante per il corpo, oltre che per gli effetti lassativi di alcune sue molecole. Nella seconda invece viene utilizzata come componente di base delle creme per l’idratazione della pelle di tutto il corpo, soprattutto quella di viso e gambe nel pubblico femminile che ha bisogno sia di una certezza estetica e sia di una piena funzionalità.
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La parola “controindicazioni” è particolarmente famosa nella nostra società per via del fatto che essa è molto utilizzata quando parliamo di farmaci; essi sono frutti di una potente tecnologia farmaceutica in continua crescita, di grandi menti e di scoperte che in molti casi salvano vite umane continuamente. Però, come contraltare, spesso c’è qualche sostanza che aiuta un aspetto ma meno un altro, ed ecco spiegati gli effetti collaterali: sono effetti negativi che possono subentrare al fianco di quelli positivi per cui assumiamo i farmaci. Lo stesso vale, bene o male, per ogni sostanza, comprese quelle degli estratti naturali. In modo particolare, l’aloe è una pianta che oltre ad offrire tanti benefici può arrecare qualche danno quando le nostre condizioni fisiche non sono ottimali; per esempio, data la sua abbastanza forte azione lassativi, se abbiamo problemi come il morbo di Crohn o altre patologie a carico dell’intestino, l’effetto Aloe potrebbe peggiorare i sintomi. Lo stesso vale per altre infiammazioni come l’appendicite (dato che l’appendice è comunque una parte dell’intestino), oppure come i dolori del ciclo mestruale per le donne, che l’Aloe potrebbe amplificare un po’ (in quanto rende più sensibili alcune terminazioni).
Abbiamo già enunciato sia le grandi proprietà dell’Aloe e sia le eventuali controindicazioni che si hanno quando ne si assume una quantità. A volte però gli errori li commettiamo anche noi esseri umani: ad esempio l’Aloe in vendita a scopo lassativo ha generalmente un tempo di primo effetto di circa sei ore o poco più; molte persone, dopo aver assunto la dose consigliata, vedendo trascorrere due o tre ore senza effetti, decide in autonomia di assumere altre dosi. Ma in questo modo se ne assume una dose più alta del consentito e si rischia di compromettere in modo grave la funzionalità momentanea del proprio intestino. L’estratto di Aloe, i cui componenti molto spesso vengono “congelati” prima di porla in vendita (dove per congelare intendiamo una sorta di inibizione chimica di alcune sostanze per non farle agire, operazione che si fa per alleviare gli effetti collaterali), inoltre ha la capacità di essere assimilato dal latte materno, rendendolo abbastanza amaro e quindi sgradito alla maggior parte dei bambini. Per questo motivo è sconsigliato assumere dell’Aloe durante il periodo dell’allattamento, e lo è anche per la gravidanza, perché assunta in alte dosi può provocare crampi addominali che o disturbano il bambino (a volte in maniera grave) oppure inducono spavento per incombenze alla gestazione stessa.
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