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Il castagno è un albero molto delicato, che se ben curato può superare anche il secolo di vita. Innanzitutto, non tollera i ristagni idrici né terreni eccessivamente compatti, quindi è bene utilizzare un terreno drenante. Inoltre, questo albero, può raggiungere dimensioni molto elevate, pertanto non va impiantato nelle immediate prossimità di un'altra pianta, con la quale potrebbe entrare in competizione per il terreno. La potatura deve essere ridotta al minimo, per evitare i rischi d'infezione che sono correlati a questi interventi. Il castagno preferisce zone ventilate e non esposte costantemente alla luce del sole, soprattutto nei mesi più caldi dell'anno, e può essere coltivato ad un'altitudine massima di 1.200 metri. In prossimità della raccolta delle castagne, è bene effettuare una pulizia del terreno compreso tra due filari di alberi.
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Il concime migliore da fornire al castagno è il letame bovino o equino, da impiantare a 15 centimetri circa di profondità, per favorirne l'assorbimento da parte delle radici. Se il terreno non raggiunge una quantità di sostanza organica del 2%, sono necessari circa 300 quintali di letame per ettaro. L'area occupata da un castagno va privata di erbe infestanti, attività che - quando la pianta ha raggiunto l'età adulta - può essere effettuata mediante il pascolo di pecore e capre, mentre durante la fase di crescita, si possono accostare delle leguminose che possono fornire ulteriori sostanze organiche. Il castagno, inoltre, risulta essere molto sensibile al pH del terreno, che dev'essere leggermente acido (compreso tra 5 e 6,5); valori di pH neutro o basico possono portare la pianta ad appassire. È preferibile utilizzare terreni pianeggianti o leggermente pendenti, non calcarei e molto drenanti.
Negli ultimi anni si è avuta una drastica riduzione della produzione di castagne a causa di una malattia molto diffusa, ovvero il cancro della corteccia. Questa malattia, causata dal fungo Cryphonectria parasitica, attacca la pianta a partire dalle ferite (presenti sulla corteccia o dovute alla potatura dei rami) e si manifesta con macchie rosse che circondano il tronco, portandolo poi alla morte. Il fungo attacca tutte le parti legnose della pianta, ad eccezione delle radici, e col passare degli anni mostra delle piccole sfere arancioni, che sono le strutture riproduttive del fungo. La malattia può essere prevenuta disinfettando le ferite con sali di rame. Un'altra malattia fungina che attacca il castagno è il cosiddetto mal d'inchiostro: questa sindrome causa l'ingiallimento delle foglie e la riduzione della fioritura; nei casi più gravi, dopo poche settimane, provoca la morte dell'albero. Anche in questo caso è opportuno disinfettare le ferite dell'albero con sali di rame, oltre che evitare i ristagni idrici, sede dei funghi.
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