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Questo albero da frutto proveniente dall'Asia Centrale ha principalmente un portamento arbustivo e solo talvolta assume la conformazione di albero, raggiungendo un'altezza massima di sei metri con una struttura irregolare e spinosa. Le foglie sono ovali, lamellate e dai bordi seghettati mentre i fiori sono radunati in cime di 3 o 5; hanno una colorazione biancastra e sono ermafroditi. Molto spesso veniva utilizzato come pianta ornamentale perchè si considerava un albero porta fortuna, soprattutto nella zona romagnola. La zona di origine e diffusione pare essere la Siria e oggi si può vedere in una vastissima area che va dalla Cina alla Spagna. In Italia è presente nelle zone più calde del Centro-Sud e necessita di una grande quantità di acqua per svilupparsi al meglio. Il giuggiolo è l'unica pianta di questa famiglia ad essere di tipo alimentare, vi appartengono, infatti, molte altre piante con scopi medicinali e curativi. Fonte: upload.wikimedia.org
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Il frutto dell'albero di giuggiole ha una conformazione ovale e allungata, contiene un solo nocciolo e assume una colorazione dal verde al marrone, in base al grado di maturazione. Possono essere consumati freschi oppure secchi, al naturale. Se consumati freschi hanno un sapore erbaceo simile a quello della mela, se invece sono consumati secchi, assumono una nota dolciastra, simile ai datteri. Vengono utilizzati principalmente in cucina, sia freschi, sia per realizzare confetture e marmellate. Famosissimo è il "brodo di giuggiole", un'acquavite dalle origini antichissime, realizzata per i presunti poteri calmanti. Una curiosità: i noccioli di questi frutti venivano utilizzati dalle filatrici venete come caramelle produci-saliva, in quanto era loro necessario umettarsi continuamente le dita per svolgere il loro lavoro. Fonte: blog.jeffabt.com
Gli usi medicinali sono molteplici, ma in Italia sono pressoché sconosciuti. Vengono impiegate soprattutto in Cina, sia le radici, i semi e i frutti, come ansiolitici e rimedio contro l'insonnia. La medicina araba utilizza invece il frutto come depurativo, antifebbrile, nelle infiammazioni e nella cura dell'asma, mentre il seme, come tonificante. Sempre araba è la provenienza della storica tisana dei quattro frutti, che associa, in parti uguali, giuggiola, datteri, fichi e uva; impiegata nelle forme infiammatorie dell'apparato respiratorio. II frutto risulta particolarmente ricco in zuccheri (30 g per 100 g di parte commestibile), possiede un valore calorico relativamente elevato rispetto ad altra frutta fresca (120 calorie). Contiene, inoltre, elevate quantità di vitamina C (40 mg) e ciò lo rende simile agli agrumi. Fonte: crumpetsandco.files.wordpress.com
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