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Anche se il significato della concimazione è unico ed è stato chiarito al precedente paragrafo ( nutrimento e fertilizzazione), la somministrazione di sostanze al terreno e alle piante può avvenire anche per altri scopi sempre funzionali all’obiettivo principale, cioè alla possibilità che le piante crescano sane e resistano a condizioni ambientali avverse e alle malattie. La concimazione si può effettuare anche per modificare le caratteristiche chimiche del terreno, in tal caso si parla di concimazione correttiva. Si corregge un terreno quando si modifica il suo livello di acidità, indicato con l’unità di misura pH. La correzione del grado di acidità o del pH del terreno si rende necessaria quando alcune specie di piante coltivate non sopportano l’acidità eccessiva del suolo o al contrario la sua scarsa acidità ( basicità). Un terreno è scarsamente acido o basico quando è molto ricco di calcio. Alcune piante, come azalee, rododendri e le eriche sono dette acidofile poiché non reggono l’eccessiva presenza di calcio nel suolo. Se il suolo è troppo calcareo bisogna correggerlo abbassando la quantità di calcio presente, al contrario, se è troppo acido e si decide di coltivare leguminose che amano il calcio, bisogna somministrare al terreno la necessaria quantità di calcio. La concimazione può anche servire a modificare le caratteristiche fisiche del terreno, come la compattezza, il grado di umidità, la secchezza. In tal caso si parla si concimazione ammendante. Il miglioramento delle caratteristiche fisiche del terreno è essenziale per consentire alle radici della pianta di assorbire la giusta dose di sostanze nutritive. Naturalmente tutto dipenderà dal tipo di pianta coltivata. Ci sono specie che amano i terreni ben drenati e in tal caso sarà indispensabile concimare il suolo con sostanze che favoriscano un’adeguata umidità dello stesso. Come si può notare, la concimazione può soddisfare diverse esigenze colturali e tutte funzionali alla crescita regolare delle piante e al sano mantenimento della struttura chimico fisica del suolo. La concimazione che prepara il terreno ad accogliere i semi delle nuove piante o le piccole piantine, si chiama concimazione di fondo, quella che precede il raccolto o che lo segue, viene detta anche concimazione ordinaria, poiché si effettua periodicamente e alcune volte l’anno sulla base delle esigenze nutritive e di sviluppo vegetativo della pianta. La concimazione che precede il raccolto viene anche detta anticipatoria, mentre quella che avviene dopo la raccolta delle colture si chiama di restituzione. Chiariremo meglio questi concetti quando parleremo della procedura di concimazione.
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La concimazione del terreno si effettua usando dei composti o delle miscele che contengono i principi nutritivi da somministrare alla pianta e al terreno. Questi composti si chiamano concimi o fertilizzanti e possono essere chimici o naturali. I concimi chimici sono quelli in cui gli elementi nutritivi ( azoto, fosforo, calcio, potassio), detti macroelementi, e quelli secondari ( ferro, zinco, manganese, ecc.) detti microelementi, vengono ottenuti da processi di lavorazione industriale, cioè vengono ottenuti estraendoli da procedimenti chimici; mentre quelli naturali vengono ricavati da materie organiche esistenti in natura, come il letame, la torba, il sangue secco di animali macellati e simili. I concimi naturali contengono sia gli elementi nutritivi che i microelementi, solo che questi ultimi sono naturalmente presenti nelle sostanze utilizzate per concimare e non devono essere estratti tramite procedimenti chimici. I concimi naturali vengono anche chiamati organici ( per il materiale di provenienza) o biologici, per indicarne la naturalità e la purezza. A volte, per una migliore utilizzazione degli elementi nutritivi da parte del terreno e delle piante, è necessario usare concimi naturali sottoposti a essiccazione. L’essiccazione consiste nel far disidratare la materia organica, che perderà le sostanze inutili e manterrà inalterate quelle utili alla concimazione. Quando il concime naturale viene essiccato si parla anche di fertilizzante maturo.
I concimi organici maturi garantiscono una buona dose di azoto, fosforo, potassio, calcio e una giusta quantità di microelementi. Inoltre hanno il vantaggio di non essere tossici per l’ambiente e di non depauperare le proprietà del terreno, cosa che accade con l’eccessiva concimazione chimica. Per le grandi aree coltivate, la concimazione naturale ha sempre rappresentato un costo, visto che le sostanze naturali devono essere trasportate dal luogo di origine a quello di produzione. Con gli anni, poi, a causa dei trattamenti industriali a cui vengono sottoposti gli allevamenti, la concimazione organica con i liquami è diventata inquinante al pari di quella chimica. La concimazione naturale è praticabile nei giardini e negli orti, perché le piccole superfici coltivate permettono di ammortizzare i costi dei concimi naturali, spesso più elevati di quelli chimici. Lo stallatico maturo, ad esempio, si può reperire presso allevatori locali. Purtroppo, se non si hanno adeguate conoscenze di agraria, la somministrazione a occhio dei concimi organici può causare sintomi da carenza o da eccesso di concimazione nelle piante. L’alternativa alla concimazione organica a occhio è quella di usare i concimi organici commercializzati dalle aziende produttrici di concime. Lo stallatico maturo, in questi casi, viene commercializzato in confezioni che indicano esattamente la quantità da utilizzare e il periodo ideale della concimazione.
La concimazione, per essere davvero efficace, deve seguire delle tecniche e delle fasi ben precise. La somministrazione delle sostanze nutritive va effettuata prima della semina, in sede di impianto di nuove piantine e nella fase di crescita delle stesse. La concimazione del primo impianto rende il terreno adatto alla crescita ed alla coltivazione delle varie specie vegetali. In agricoltura e giardinaggio, questa pratica viene anche chiamata concimazione di fondo o preparatoria. Il periodo ideale per eseguirla è in autunno. Il terreno va lavorato con appositi attrezzi, tra cui la vanga e il rastrello o il badile, che permettono di scavare sul suolo dei solchi profondi circa quaranta centimetri. In questi solchi dovrà essere distribuito il concime. La necessità di creare delle buche dipende dal fatto che le piante assorbono le sostanze nutritive dalle radici e queste ultime penetrano nel terreno proprio a una certa profondità. Senza questi solchi, le radici non riuscirebbero ad assorbire né azoto, né fosforo e né potassio. Il concime si può distribuire manualmente o meccanicamente. La concimazione meccanica è frequentemente usata in agricoltura, dove si fertilizzano grandi superfici coltivate, mentre in giardino o in un piccolo orto si può procedere anche manualmente. Se lo spazio lo consente, si può ricorrere anche alla concimazione meccanica che si effettua con macchine spargi concime. La quantità del concime da distribuire dipenderà dal tipo di pianta e dalla superficie coltivata. In genere, sia i concimi chimici che quelli naturali, nelle confezioni di acquisto riportano esattamente il loro dosaggio ideale e le modalità di somministrazione.
La concimazione delle piante corrisponde al nutrimento di qualsiasi essere vivente. Tutte le specie viventi, compresi gli essere umani, si nutrono per mantenersi in vita e lo stesso vale per le piante. Queste ultime, però, non potendo parlare, non possono scegliere quando nutrirsi e, dunque, spetta a noi conoscere le loro necessità nutritive per soddisfarle nei giusti tempi e nel giusto modo. La concimazione delle piante va effettuata circa tre volte all’anno. La frequenza della somministrazione dei fertilizzanti dipenderà anche dal tipo di concime utilizzato e dal tipo di pianta coltivata. Quando questa è in fase di crescita, va generalmente concimata tra la primavera e l’autunno. La concimazione primaverile prosegue con regolarità per tutta l’estate, mentre va sospesa verso il mese di ottobre. Questa tempistica di concimazione va applicata per le piante a fiore, sia quelle in vaso( da appartamento e da esterno) che a terra, per il prato, le piante orticole, gli alberi da frutto e da fiore coltivati in giardino, e gli arbusti giovani. La concimazione invernale è valida solo per le piante da interno posizionate in ambienti troppo caldi.
Nelle grandi superfici coltivate si parla anche di concimazione anticipatoria e di restituzione. Si tratta di interventi di fertilizzazione che vengono effettuati in corrispondenza di due importanti periodi di sviluppo della coltura: quello che precede il raccolto e quello che lo segue. Prima del raccolto si somministra la quota di concime che andrà dispersa con l’asportazione della pianta; questo intervento si chiama concimazione di anticipazione. Se il concime viene somministrato dopo aver asportato i frutti della pianta, si parlerà di concimazione di restituzione, ovvero di un intervento che restituisce al terreno tutte le sostanze perse a seguito delle operazioni di raccolta. In agricoltura, queste tipologie di concimazione sono molto diffuse perché i terreni vengono sottoposti a diversi cambiamenti e rotazioni colturali. Le tecniche di concimazione anticipatoria e di restituzione sono molto simili a quelle di preparazione del terreno, ma con dosaggi dei concimi totalmente differenti.
La concimazione si può effettuare somministrando concimi chimici o minerali all’’interno del terreno. In commercio esistono anche concimi che possono essere somministrati per via aerea, cioè sulle parti apicali della pianta. Quando il concime viene somministrato sulla pianta e non dentro il terreno, si parla anche di concimazione aerea o fogliare. La concimazione fogliare è necessaria quando il terreno presenta delle condizioni di scarso assorbimento dei microelementi contenuti nei concimi tradizionali. In questo caso, sulle foglie, si possono somministrare concimi che contengono i microelementi, ovvero zinco, ferro, manganese, rame. Si tratta di sostanze meno importanti dell’azoto, del fosforo e del potassio, ma in ogni caso indispensabili al sano sviluppo vegetativo della pianta.
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