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La moltiplicazione del Ceanothus avviene con i semi, all'inizio della primavera, e con il metodo del taleaggio. Quest'ultima tecnica è quella preferibile e prevede di isolare le talee a fine estate, scegliendo steli semi-maturi (di circa un anno di vita) della lunghezza di 8 cm. La talea, precedentemente trattata con ormoni radicanti, va interrata in un compost fatto di torba, sabbia, terriccio e perlite. La radicazione deve avvenire in un cassone chiuso da un telo di polietilene; a primavera, si trapiantano le giovani piante in terra. Il Ceanothus è una pianta rustica ma ha radici molto delicate quindi, dopo la messa a dimora, non andrebbe più "disturbato" con successivi espianti: si propaga rapidamente e ha bisogno di essere adeguatamente distanziato da altre coltivazioni presenti in giardino.
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Il substrato di coltura ideale per il Ceanothus è quello ben lavorato, fertile, con pH neutro e con un ottimo drenaggio. A tal fine, sul fondo della buca che accoglierà la pianta, va posta dell'argilla espansa (o dei piccoli ciottoli). Al momento dell'impianto, il terreno dev'essere integrato con "stallatico semi-maturo" e, se presenta una consistenza troppo argillosa, va mescolato con sabbia di fiume o pomice. In inverno, è bene proteggere le radici della pianta con una "pacciamatura" fatta di foglie secche, corteccia spezzettata e paglia. La concimazione avviene a fine inverno, con un fertilizzante ternario in granuli, nonché durante il periodo della fioritura: in questo caso, si somministra, con cadenza mensile, poco concime liquido per piante fiorite ricco di azoto e fosforo, diluito con l'acqua dell'irrigazione.
Le principali cause di sofferenza del Ceanothus sono il marciume radicale e la clorosi. Per prevenire l'asfissia delle radici, è necessario garantire sempre un buon drenaggio e una corretta ventilazione del terreno di coltura. La clorosi, che si manifesta con un improvviso e veloce ingiallimento delle foglie, va affrontata somministrando alla pianta del ferro chelato (o del "sequestrene di ferro"). Pur essendo una pianta rustica e resistente, il Ceanothus può essere attaccato dagli afidi: questi si annidano sugli steli e sul retro del fogliame, sono visibili a occhio nudo e vanno rimossi manualmente, nonché debellati con atiparassitari, meglio se di composizione biologica. La rimozione dei parassiti si effettua passando un panno umido sulle parti intaccate della pianta che, a trattamento ultimato, devono essere potate.
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