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Il cactus viene definito pianta grassa o succulenta perché è costituito da un particolare tessuto vegetale che tende a trattenere acqua a scopo di riserva. Questa capacità permette alla pianta di sopravvivere anche in condizioni di eccessiva aridità e siccità del terreno e del clima. I cactus esistenti in natura possono avere svariate forme e dimensioni, dalle più piccole, alle più imponenti. Alcune specie possono raggiungere addirittura i venti metri, mentre le varietà più minute non superano il centimetro. Le forme del cactus sono molto variegate e ciò ne spiega il particolare interesse dei coltivatori e degli amanti del giardinaggio che lo coltivano per scopi squisitamente ornamentali. La forma del cactus può essere tonda o sferica, o come si dice in botanica, globosa, a colonna, a cilindro, appiattita, a fusto singolo o a gruppi. I cactus maggiormente coltivati in giardino o in casa sono quelli globosi o sferici, spesso molto bassi o quelli a colonna cilindrica. Il cactus si presenta con le forme suddette, punteggiate da zone scure e nodose chiamate areole, da cui si sviluppano fiori, rami e foglie. Le foglie del cactus sono rappresentate dalle spine. Si tratta di una straordinaria forma di adattamento vegetale che ha consentito alla pianta di non disperdere nell’ambiente l’acqua e le sostanze nutritive. I fiori del cactus sono più grandi dell’intera pianta e quindi anche delle foglie e delle areole, possono essere variamente colorati e a volte si schiudono di notte. Il periodo di fioritura delle cactacee è in primavera o in estate, con varietà che possono vegetare anche in inverno. I fiori del cactus sono ermafroditi, anche se in alcune specie sono dioici. La riproduzione della pianta avviene per impollinazione notturna a cura di particolari insetti, quali le falene. A volte la pianta rilascia le foglie, ovvero le spine, che vengono trasportate dal vento e germinano spontaneamente non appena trovano le condizioni ideali. I frutti del cactus sono delle bacche, mentre il metodo per far propagare la pianta è rappresentato dai semi e dalle talee.
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Il cactus, visto che annovera migliaia di specie, può crescere negli habitat più svariati. In genere predilige climi aridi e secchi, ma esistono cactus che crescono anche nelle foreste, oltre a quelli che si trovano nei deserti o nelle zone rocciose. Ciò determina una varia adattabilità della pianta a climi e temperature diverse, che dovranno essere considerati in sede di coltivazione della stessa. Esistono cactacee commestibili, tra cui il famoso Fico d’India, del genere Opuntia, ma anche cactus propriamente detti ed appartenenti al genere cactoideae. Alcuni cactus, come il San Pedro, hanno anche proprietà allucinogene e la loro coltivazione è vietata dalla legge. In Argentina, i cactus a colonna sono usati per creare siepi e recinzioni, mentre in Perù, alcune varietà vengono usate per produrre legno. Non tutte le piante simili al cactus sono in realtà cactacee. I cactus originali, se tagliati, liberano un lattice bianco.
Il cactus si può coltivare in vaso per scopi ornamentali. Generalmente lo si acquista in vivaio dotato del terriccio adatto, altrimenti si possono anche acquistare i semi. Nei punti vendita spesso si acquistano i semi di cactus, maturati nell’anno precedente, per cui è meglio seminarli al più presto senza considerare limiti di stagione. Tra l’altro non esiste una stagione ben precisa per seminare il cactus. Chi dispone di un germinatoio, cioè una piccola serra con temperatura e luce artificiali, può procedere alla semina da gennaio a marzo, mentre se si vuole seminare con luce e temperatura naturale è meglio procedere da marzo ad aprile.
I cactus non hanno tutte le stesse caratteristiche ed esigenze. In genere, specie le piantine giovani, che non hanno ancora sviluppato capacità di adattamento a condizioni avverse, vanno esposte in zone ampiamente illuminate, ma non al sole diretto, che le fa bruciare. Le necessità di luce, nella fase di sviluppo della pianta, sono di circa tredici ore giornaliere, dove per luce non si intende quella diretta del sole, ma un’esposizione indiretta, cioè lontano dalla traiettoria dei raggi solari.
Definire o individuare le temperature ideale per il sano sviluppo del cactus, è una brutta gatta da pelare, perché ogni specie ha le sue esigenze climatiche e di temperatura, appunto. Alcune varietà reggono bene anche le gelate invernali e temperature inferiori ai quindici gradi, altre amano il caldo, altre ancora non devono superare i quindici gradi. Prima della germinazione, i semi del cactus vanno tenuti a una temperatura di circa venticinque gradi di giorno e venti gradi di notte.
Anche la faccenda del terriccio, per quanto riguarda il cactus, si presenta piuttosto complicata. Quando si acquista la pianta in un vivaio, il rivenditore provvederà a consigliarvi il terriccio più adatto alla specie che avete appena scelto. I cactus delle foreste tropicali prediligono terriccio molto ricco di materia organica, mentre quelli delle zone desertiche amano un miscuglio di rocce minerali sminuzzate, a base di argilla e carbonato di calcio. Altre varietà di cactus si accontentano di miscugli di lava, argilla espansa e pomice. Il terriccio ideale per coltivare il cactus deve essere in ogni caso poroso, morbido e ben drenato, in modo da lasciar passare l’aria e l’acqua ed evitare ristagni idrici che provocano marciumi. Un substrato per coltivare il cactus può essere costituito da terra da giardino, pomice, lava e ghiaietto, oppure sabbia , che non trattiene umidità, terriccio di foglie, ricco di sostanza organica, e terra di campo.
Il cactus attinge sostanze nutritive attraverso gli ioni presenti sul terreno e non dilavati dalla dispersione dell’acqua che avviene per opera del terriccio su cui la pianta è coltivata. La concimazione del cactus deve, dunque, essere prevalentemente chimica o minerale, aggiungendo al substrato un fertilizzante in polvere con un rapporto di fosforo e potassio superiore all’azoto. A scopo preventivo, prima della messa a dimora della pianta, il substrato va disinfettato con un anticrittogamico sempre in polvere.
L’innaffiatura del cactus deve tenere conto della particolare natura di questa pianta, che è in grado di immagazzinare le riserve di acqua per usarle in caso di necessità. In estate si può procedere ad innaffiare il cactus se ci si accorge che il terriccio è completamente secco o asciutto. Per essere sicuri che non ci sia ancora acqua sul fondo del vaso, è meglio lasciare passare altre 24 ore prima di procedere a bagnare la pianta. Le irrigazioni vanno eseguite bagnando il substrato attorno alla pianta fino a quando non si vede l’acqua fuoriuscire dal sottovaso, che va svuotato di quella in eccesso per evitare i ristagni idrici. La frequenza delle irrigazioni estive del cactus dipenderà dalle dimensioni della pianta e del vaso in cui è coltivata. Per i contenitori piccoli e poco profondi si può innaffiare una volta al giorno.
Il cactus va rinvasato per sostituire il terriccio con uno più adatto alle esigenze della pianta matura , o perché le dimensioni del precedente vaso sono troppo ridotte per contenere la pianta adulta. Anche i cactus acquistati in vivaio vanno immediatamente rinvasati. I rinvasi successivi sono necessari anche perché i vasi poco profondi tendono ad accumulare acqua ed umidità, facendo marcire la pianta. Possono causare marciumi anche le incrostazioni di calcare che si creano sul terriccio e che si formano dai concimi o dall’acqua. In tal caso sarà necessario rinvasare e correggere l’eventuale terriccio calcareo con correttivi a Ph acido. Il vaso su cui collocare la pianta dipenderà dalla forma e dal tipo di specie coltivata. I cactus sferici richiedono vasi in cui lo spazio tra la pianta e il bordo del contenitore deve essere almeno di quattro centimetri. Per ottenere degli stupendi effetti ornamentali, vanno scelti i vasi tipici dei bonsai, che sono poco profondi, mentre sempre per fini estetici vanno evitati quelli di terracotta.
Il cactus si può propagare per seme o per talea. Nel primo metodo, i semi più grossi vanno accuratamente lavati e disinfettati per privarli delle eventuali spore di funghi. Poi vanno conservati in una soluzione anticrittogamica per almeno 24 ore e collocati in un vasetto riempito con un substrato di pomice e argilla espansa, già disinfettato e completamente asciutto. Per i semi più piccoli va spruzzata un po’ di sabbia. Dopo aver collocato i semi sul substrato, si provvede a spruzzare dell’acqua. La riproduzione per talea consiste nel prelevare, con un coltello pulito, la parte della pianta che si sviluppa sul fusto o alla base dello stesso. La talea va posta in una bacinella riempita di sabbia umida e va tenuta in un luogo caldo e non troppo soleggiato.
Il cactus è soggetto al marciume, patologia causata da funghi che si sviluppano in condizioni di ristagni idrici, e agli attacchi della cocciniglia. Se quest’ultima infestazione è eccessiva bisogna ricorrere all’uso di insetticidi, mentre per il marciume si può tentare di prelevare una talea sana per vedere di ottenere una nuova pianta non malata.
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