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la riproduzione per talea è difficoltosa in questa specie, ma la rosa del deserto si può ottenere tramite semina. Quando i baccelli della pianta madre sono maturi, si apriranno per consentire ai semi di uscire. Una volta raccolti (stando attenti alle loro dimensioni minute e al pappo estremamente volatile) vanno posizionati in un semenzaio apposito: esso sarà composto da un contenitore forato sul fondo, coperto per 1/3 da materiale drenante (perlite o vermiculite) e per i rimanenti 2/3 di terriccio per piante grasse. I semi vanno adagiati ad una distanza di circa 4-5 centimetri gli uni dagli altri e coperti con un leggero strato di terriccio (non bisogna mai interrarli a fondo). Il semenzaio va tenuto a temperature controllate, dai 25 gradi a salire, e bisogna mantenere umido il terriccio, evitando ristagni d’acqua. Dopo le prime due settimane si scorgono già le piantine, ma vanno trasferite in vasi più grandi una volta che saranno spuntate almeno 5-6 foglioline.
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Date le sue origini tropicali, la rosa del deserto non tollera temperature sotto i 15 gradi centigradi; per questo motivo è difficile coltivarla in giardino, mentre è relativamente semplice farlo tenendola in vaso. In estate può essere lasciata all’esterno, in un luogo riparato, in inverno va tenuta in casa. Come per i semi e le piantine giovani, anche le piante adulte hanno bisogno di un terreno ben drenato, dal momento che sono facilmente soggette a marciume radicale e patologie ad esso correlato. Una volta sistemata la rosa del deserto in un vaso ampio, avremo cura di posizionarlo in un luogo luminoso e a diretto contatto con il sole. Essendo una pianta grassa, le innaffiature si ridurranno a due volte al mese in primavera ed estate, mantenendo comunque il terreno umido qualora si secchi troppo (mediante l’aiuto di un nebulizzatore), mentre in inverno cesseremo di bagnare il terreno. La potatura non è necessaria per questa specie, a parte per gli esemplari con rami eccessivamente alti, in questo caso è bene recidere i rami agli inizi della primavera. Si dovranno comunque eliminare i rametti e le foglie secche.
Risulta possibile innestare la rosa del deserto con l’oleandro, dal momento che entrambi appartengono alla medesima famiglia. L’operazione è piuttosto difficile e non sempre si ha successo, tuttavia scelto il periodo giusto (in aprile-maggio) e un buon oleandro come porta innesto, chi ha già dimestichezza con tale pratica potrà tentare di innestare la rosa del deserto. Nella sua terra d’origine questa pianta è utilizzata dai nativi per la fabbricazione di frecce utilizzate per la caccia; la rosa del deserto, infatti, è velenosa in ogni sua parte (dal seme ai fiori), e la sua linfa contiene diverse tossine che vanno ad interferire con il normale funzionamento del sistema cardio-circolatorio. A contatto con la pelle il lattice è irritante, quindi bisogna prestare attenzione durante gli spostamenti della pianta, onde evitare di spezzare accidentalmente dei rametti, oppure durante la recisione dei rami troppo lunghi; si suggerisce a tal proposito di usare dei guanti in lattice.
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