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In natura esistono tantissime specie di papaveri, oltre ad ibridi ottenuti da abili florovivaisti. Elencarle tutte sarebbe impossibile, per cui ci limiteremo a segnalare quelle più conosciute e quelle maggiormente coltivate a scopo ornamentale. Tra queste ricordiamo il papavero rosso, o rosolaccio o papaver rhoeas, che infesta i campi di grano, specie annuale; il papavero da oppio o papaver somniferum, con fiori bianchi, o rosso viola, da cui si estrae l’oppio. Questa specie può essere tranquillamente coltivata a scopo ornamentale, poiché è illegale solo l’estrazione della sostanza stupefacente e non la coltivazione della pianta. Il papavero da oppio rientra tra le specie biennali. Tra le perenni, che possono anche comportarsi come biennali o annuali, ricordiamo il papaver nudicaule, originario delle zone artiche, conosciuto come papavero d’Islanda. Dai suoi ibridi si ricavano fiori dai colori bianco, giallo, arancio e rosa. Questa specie si adatta ad essere coltivata nelle zone alpine e generalmente è di piccole dimensioni, circa venticinque centimetri. Simile a questo è il papaver alpinum, o altri papaveri provenienti dall’Asia, tra cui il papaver alborosetum e il papaver radicatum, questo considerato il vero papavero islandese. Dai fiori intensamente colorati di giallo è il papaver miyabeanum. Tutte queste varietà “alpine” sono adatte ad essere coltivare nei giardini rocciosi, ma sono adatte anche ai giardini di campagna o in stile rustico. Tra le varietà perenni propriamente dette citiamo il papaver atlanticus , originario del Marocco, con fiori rossi e con ibridi dai fiori blu e il papaver rupifragum, originario della Spagna, quest’ultimo con fiori rossi e arancione. Molto decorative sono anche le varietà turche papaver heldreichi e papaver lateritium, ideali per decorare le bordure. Tra le specie perenni maggiormente coltivate in giardino, il papavero orientale, con fusti alti da quaranta centimetri a un metro e con fiori variamente colorati, dal rosso, al rosa, all’arancione.
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I papaveri sono piante erbacee in grado di adattarsi a qualsiasi condizione climatica ed a qualsiasi tipo di terriccio. La loro versatilità dipende dal numero di specie che le compongono e dagli ibridi che sono stati realizzati nel tempo. Queste piante, inoltre, hanno una crescita vigorosa assumendo talvolta un comportamento infestante. In genere i papaveri hanno uno stelo verde stretto e flessuoso, ricoperto da peluria e fiori singoli, doppi o semidoppi, con un numero di petali che varia in base alla specie. Lo stelo può avere altezze minime di venticinque centimetri ed altezze massime di centodieci centimetri. Le foglie possono presentare peli, ma ciò varia in base alla specie, e diverse sfumature di verde. In genere le foglie dei papaveri non hanno un elevato effetto ornamentale, al contrario dei fiori che sono in grado di colorare determinate zone del giardino e di arricchirle con tonalità cromatiche molto intense e di sicuro effetto. I frutti dei papaveri sono delle capsule che contengono dei semi. Questi, nelle specie annuali o biennali, vengono rilasciati nell’aria dopo la piena maturazione dei frutti. Infatti, le specie a breve sviluppo si autoinseminano, mentre le perenni vanno propagate per talea. I papaveri perenni, proprio per la minore capacità di rilasciare semi, vengono coltivati in vaso nei vivai e vengono venduti per essere piantati nei terreni dei giardini. Chi volesse, invece, coltivare le varietà annuali, dovrebbe procedere direttamente alla semina sul terreno del proprio giardino.
I papaveri non presentano eccessive esigenze di coltivazione. Le specie per uso ornamentale sono, infatti, molto rustiche e si adattano a qualsiasi tipo di terreno, di concime e di condizione climatica. Questo facilita moltissimo le operazioni di cura e coltivazione dei papaveri. Naturalmente, in ogni operazione colturale, bisognerà fare attenzione a non esagerare, cioè a non somministrare sostanze e prodotti sia in eccesso che in difetto. Esamineremo meglio, nei prossimi paragrafi, le diverse fasi colturali dei papaveri da giardino.
I papaveri, come già detto ai precedenti paragrafi, non presentano eccessive difficoltà di coltivazione e si adattano a qualsiasi temperatura ed esposizione. In genere, queste piante resistono sia al freddo che ai climi temperati. L’unico piccolo “neo” è che non sopportano le temperature troppo alte, cioè il caldo afoso. La temperature giusta per coltivare i papaveri deve essere compresa tra meno dieci e venti gradi. L’esposizione ideale per i papaveri deve essere ben soleggiata, sia per le specie biennali che per quelle perenni. Le prime si adattano anche a particolari condizioni di aridità, mentre le seconde prediligono il sole ma assieme a terreni ben drenati.
Vista l’elevata varietà di papaveri non esiste un substrato ideale e ben definito per coltivare queste piante. Le specie biennali possono crescere normalmente su terreni aridi ed asciutti, mentre le perenni hanno bisogno di terricci ben drenati. I papaveri non prediligono però i terreni acidi e si sviluppano meglio su quelli calcarei o neutri.
La concimazione dei papaveri si presenta più semplice rispetto a quella delle altre piante. Essendo specie molto rustiche, i papaveri hanno, infatti, l’elevata capacità di “accontentarsi” e di sfruttare in pieno tutte le sostanze che servono al loro sviluppo. I concimi per i papaveri saranno, dunque, dei comuni concimi per piante composti dalle sostanze essenziali allo sviluppo di qualsiasi specie. Nei papaveri, i fertilizzanti vanno distribuiti solo al momento dell’impianto, cioè in primavera per le specie perenni e in autunno per le altre. Per il papavero orientale si suggeriscono anche delle concimazioni liquide per piante a fiore, da aggiungere ogni venti giorni all’acqua di irrigazione, nel periodo compreso tra marzo e settembre.
I papaveri resistono anche in condizioni di sostanziale aridità e quindi non necessitano di annaffiature abbondanti. Le irrigazioni vanno effettuate ogni due o tre settimane, aspettando la completa asciugatura del terreno tra un’operazione e l’altra. Le annaffiature vanno completamente sospese in inverno.
Il periodo di impianto dei papaveri varia in base alla specie coltivata. Quelle perenni si mettono a dimora in primavera, mentre quelle annuali o biennali vanno piantate in autunno. I papaveri si piantano sia in vaso che su terreno. Nello spazio che dovrà accoglierli si devono scavare delle buche di circa venti centimetri, distanziando le piante, tra loro, di almeno quaranta centimetri. Nella piantagione a pieno campo, la terra estratta dalle buche va sminuzzata e corretta con aggiunta di terriccio universale, letame e sabbia, che potenziano la capacità di drenaggio del substrato.
I papaveri possono servire per decorare siepi e bordure e per creare spazi naturali animati anche da altre specie di fiori. Alcune specie perenni, in particolare il papavero orientale, in estate muoiono, lasciando sul terreno delle buche esteticamente sgradevoli a vedersi. Questi spazi vuoti si possono evitare piantando altre specie fiorite che sopravvivono anche in estate mascherando le buche create dai papaveri morti. Tra le piante da associare ai papaveri troviamo la peonia, l’iris, le specie del genere geranium, alcune graminacee e la nepeta, specie erbacea ricoperta da foglie argentate e in grado di nascondere egregiamente le buche lasciate dai papaveri morti. Abbinare altre piante ai papaveri consente anche di realizzare delle magnifiche bordure miste.
La propagazione dei papaveri cambia in base alla specie di appartenenza. Le varietà annuali o biennali si autoinseminano e quindi realizzano di fatto una propagazione per seme, mentre le perenni, compreso il papavero orientale, si moltiplicano per talea radicale, cioè da talee ricavate dalla divisione delle radici. Le radici vanno divise in primavera e ripiantate immediatamente in un contenitore formato da sabbia. Nel papavero orientale, le radici vanno estratte in autunno, vanno divise e poi conservate in un contenitore a basse temperature. L’interramento delle radici, tagliate in quattro o cinque parti, lunghe al massimo cinque centimetri, avviene in posizione orizzontale. Dopo qualche mese, ad ottobre per le talee piantate in primavera, compariranno le prime foglioline. In questo caso le radici andranno estratte dal contenitore e piantate verticalmente nel classico vaso composto da terriccio universale e sabbia.
I papaveri sono piante rustiche e molto resistenti alle avversità. Alcune problematiche nel loro sviluppo possono manifestarsi per errori di coltivazione, come ad esempio una errata esposizione solare. I papaveri amano il sole e se vengono collocati a mezz’ombra finiscono per bloccare la loro fioritura. In alcuni casi possono anche essere colpiti dall’oidio o mal bianco, una malattia fungina che si manifesta nelle zone con clima caldo e umido. Ad essere maggiormente attaccato dalla malattia è il papavero orientale che subisce un deperimento progressivo, fino alla morte definitiva. Il fungo attecchisce nelle foglie, che all’inizio della malattia appaiono coperte da una sostanza biancastra. Quando l’infezione è troppo estesa non è facile combatterla ed è meglio agire all’inizio, quando appaiono le prime macchie bianche sulle foglie. In questo caso bisognerà tagliare e bruciare e parti infette per evitare che il fungo si estenda anche alle altre piante vicine. La lotta chimica all’oidio si può effettuare con prodotti in polvere a base di solfato di rame, da distribuire sulle parti colpite.
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