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Un’ottima coltivazione della Clematis parte dall’esecuzione di alcune tecniche colturali specifiche: le annaffiature e le concimazioni. Per quanto riguarda le annaffiature, occorre praticarle con parsimonia e facendo molta attenzione a non eccedere con le dosi giacché tutti gli esemplari di Clematis non sopportano i ristagni idrici. Il terriccio deve essere sempre tenuto ben umido; le irrigazioni devono essere fatte in base al clima, alle temperature etc. In linea generale le annaffiature devono essere sospese durante la stagione invernale, praticate 1/2 volte al mese durante l’autunno e la primavera, e ogni 2 volte circa durante la stagione estiva. Anche la concimazione è una pratica indispensabile per avere delle Clematis sempre in salute e rigogliose. La prima concimazione si ha durante la messa a dimora. In altre parole, dopo aver disposto uno strato di ghiaia nella buca, si mette del letame maturo, del comune terriccio e s’interra la Clematis. Questa pratica va eseguita almeno ogni anno. Durante la stagione vegetativa si miscela all’acqua delle annaffiature del fertilizzante a base di fosforo e potassio e si somministra ogni 40 giorni circa.
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La messa a dimora degli esemplari di Clematis è molto semplice e può essere portata a termine da chiunque in quanto non occorrono tecniche specifiche. La messa a dimora di questi esemplari, solitamente si pratica tra il mese di settembre e di novembre (per quanto riguarda gli esemplari rampicanti) o tra marzo e giugno (per gli esemplari sempreverdi). Si procede con lo scavo della buca con una profondità doppia rispetto al pane che contiene le radici della Clematis e larga almeno il triplo. Fatta la buca, si mettono circa 2 o 3 centimetri di ghiaia in modo tale da agevolare lo scorrere dell’acqua delle annaffiature; altri 3 centimetri circa di letame maturo. In seguito si aggiunge un po’ di terriccio per evitare che le radici poggino direttamente sul concime, s’interra la piantina e si pressa per bene la terra alla base della pianta. È conveniente ricordare di ricoprire il colletto della Clematis per circa 4/8 centimetri. Fatto questo, si annaffia e si dispone già un sostegno per agevolare la pianta nel suo normale sviluppo verso l’alto. Dopo aver sistemato i sostegni, si recidono gli steli a circa 30 centimetri da terra.
La moltiplicazione della Clematis può avvenire mediante propaggine, talea, seme e innesto. Per quanto riguarda la moltiplicazione mediante talea, tra i mesi di giugno e settembre si preleva dalla pianta madre una talea di circa 10-12 centimetri. Essa s’interra in un terriccio composto di sabbia e torba e si aspetta circa un anno per avere delle radici autonome ed essere così messa a dimora in piena terra. La propaggine invece si attua durante la stagione primaverile. Si sceglie un giovane ramo dalla Clematis madre, si curva per circa 25 centimetri, s’interra e si aggancia a un supporto per evitare che il ramo fuoriesca dal terreno. Quando la propaggine, dopo circa un anno, ha sviluppato un apparato radicale autonomo, è possibile reciderlo dalla pianta madre e interrarlo singolarmente. Per avere delle Clematis sempre rigogliose e in salute, occorre fare molta attenzione ad alcuni parassiti e malattie, tra cui: oidio o mal bianco, afidi. Il primo si previene posizionando la Clematis in un luogo ventilato e non umido. Si cura con anticrittogamici. Gli afidi o pidocchi si eliminano con specifici insetticidi o recidendo la zona infetta.
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