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Il ginepro preferisce i climi temperati, ha una buona resistenza alle alte e soprattutto alle basse temperature; negli ambienti montani, caratterizzati da inverni piuttosto rigidi, gli alberi assumono un portamento nano e prostrato. Le esposizioni migliori sono le aree pienamente soleggiate o parzialmente ombreggiate, non necessariamente devono essere riparate perché l’albero sopporta bene il vento. Il ginepro predilige i terreni sciolti, di medio impasto, neutri o leggermente alcalini e ben drenati, vegeta bene anche sui suoli aridi, sassosi ed argillosi, purchè non siano troppo compatti e asfittici, in questo caso sono soggetti ai ristagni idrici. La specie è originaria del bacino del Mediterraneo e dell’America settentrionale; cresce allo stato spontaneo in zone aride e negli incolti in prossimità del mare e nei boschi di conifere in montagna fino ad un’altitudine di 1500 m.
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Il ginepro si moltiplica per seme o per via vegetativa secondo le tecniche di talea e propaggine, vengono eseguite tutte a fine estate-inizio autunno. Le piante ottenute dal seme presentano un’elevata eterogeneità, tenendo conto che i semi impiegano parecchio tempo a germinare e che non si conosce il sesso della pianta. Le talee si prelevano in estate dalla nuova vegetazione, si fanno radicare in un substrato di sabbia mista a torba, in seguito vengono poste singolarmente in vasi, tenendole in serra fredda almeno per il primo inverno. La propaggine consiste nell’interramento di un ramo ancora attaccato alla pianta madre, lasciando fuori uscire l’apice; una volta che il ramo ha emesso le radici viene separato dalla pianta madre.
La coltivazione del ginepro è praticata nei giardini famigliari, a scopo ornamentale, per attuare rimboschimenti, per il legno ed in vaso sotto forma di bonsai. Con la potatura, eseguita durante l’inverno, si asportano i rami secchi, danneggiati, ombreggiati e verticali; verso la fine della primavera vengono effettuati dei raccorciamenti sui germogli troppo vigorosi che escono dalla forma della pianta. Durante le fasi della preparazione del terreno bisogna distribuire del letame maturo, mentre negli anni successivi alla messa a dimora la concimazione consiste nel somministrare del concime complesso a lento rilascio alla ripresa vegetativa. Il ginepro necessita di irrigazioni particolarmente durante l’estate nei primi 2-3 anni di crescita, in seguito le radici sono ben sviluppate per cui mostra una buona resistenza alla siccità, considerato che vegeta bene anche sui terreni aridi, poveri e sassosi. I rametti con le bacche di ginepro si raccolgono in autunno, tra settembre ed ottobre, e si fanno essiccare in ambienti riparati dalla luce, asciutti e con una buona circolazione d’aria. Il ginepro è una pianta rustica, per cui è poco soggetta ad attacchi di parassiti, tra gli insetti il più pericoloso è la cocciniglia mentre tra i funghi i marciumi radicali nel caso l’albero fosse coltivato in terreni argillosi asfittici e troppo compatti.
I rametti ed i galbuli ancora verdi contengono un olio essenziale che viene estratto per distillazione di vapore fino allo 0,4 %. L’olio essenziale di ginepro contiene parecchie sostanze tra cui i terpeni, gli acidi organici, fino al 10 % di resina e gli zuccheri in misura del 30 %. L’olio essenziale di ginepro possiede proprietà diuretiche, antisettiche, espettoranti, rubefacenti e carminative, accelera la digestione stimolando la secrezione di succhi gastrici, cicatrizza tagli e ferite ed è efficace contro i reumatismi. In cucina le bacche di ginepro si utilizzano per insaporire le carni, per la preparazione di salse, marinate e condimenti e per aromatizzare liquori come il gin. È sconsigliato consumare preparati a base di ginepro durante la gravidanza e nel caso di problemi ai reni.
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