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Il mentastro verde si adatta a tutti i climi temperati, con una preferenza a primavere fredde-umide ed estati calde-asciutte. La pianta non teme gli inverni rigidi, infatti resiste fino a 15-20 gradi sotto lo zero. Le esposizioni migliori sono gli ambienti in pieno sole riparati dai forti venti, ma vegeta bene anche in zone parzialmente ombreggiate. La menta romana predilige i terreni sciolti, freschi, fertili, profondi, con un buon contenuto di sostanza organica e ben drenati, mentre rifugge quelli argillosi troppo compatti perché soggetti ai ristagni idrici. Questa specie è originaria del bacino del Mediterraneo, nel nostro Paese cresce allo stato spontaneo nelle campagne e la sua coltivazione viene praticata su tutto il territorio.
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Il mentastro verde si moltiplica per stoloni, per talea e, raramente, per seme perché la germinazione è molto lenta e scalare. Gli stoloni, prelevati da piante aventi almeno un anno di età, si mettono a dimora in autunno oppure ad inizio primavera in gruppi di 2-3 ad una profondità di 7-10 cm, in seguito è necessaria una rullatura. Le talee vengono prelevate ad inizio primavera alla sommità degli steli, in seguito si pongono in un substrato costituito da sabbia e torba in parti uguali. Una volta avvenuta radicate e ben sviluppate le piantine sono pronte ad essere trapiantate. Le distanze d’impianto tra le file sono di 40 cm e sulla fila di 20-30 cm, con una densità di 10-12 piante/mq.
La menta romana viene coltivata negli orti e nei giardini famigliari in piena terra ed in vaso, a differenza della menta piperita difficilmente la sua coltivazione si attua in pieno campo. Le principali erbe infestanti sono il convolvolo, le achillee e la camomilla che si tengono sotto controllo effettuando delle scerba ture manuali. Quando la pianta assume uno sviluppo notevole va eseguito uno sfoltimento in quanto essa tende ad essere molto aggressiva con i suoi stoloni, se lasciata crescere eccessivamente. In prossimità della fioritura vanno diradate le infiorescenze in modo da ottenere una maggiore produzione di foglie. Durante la preparazione del letto di semina viene apportato del letame maturo; ogni anno alla ripresa vegetativa vengono somministrati azoto, che aumenta la concentrazione di olio essenziale nelle foglie, fosforo e potassio, quest’ultimo è l’elemento maggiormente assorbito dalla pianta. L’irrigazione viene effettuata dopo l’impianto e durante l’estate con regolarità se non si verificano delle precipitazioni.
Le foglie, se utilizzate fresche, si raccolgono verso la fine dell’estate, mentre quelle da essiccare vengono prelevate poco prima della fioritura. L’essiccazione avviene in ambiente riparato dalla luce, asciutto e con una buona circolazione d’aria. Una volta essiccate le foglie vanno separate dagli steli e possono essere sbriciolate. La menta romana è una pianta attaccata dai parassiti; tra i funghi si ricordano la ruggine, che danneggia le foglie, ed i marciumi radicali che si instaurano su terreni compatti o comunque in presenza di ristagni idrici; gli insetti più pericolosi sono gli afidi. Per contrastare i parassiti non bisogna eccedere con le concimazioni azotate ed organiche; le piantine attaccate dalla ruggine vanno eliminate per impedire la diffusione del fungo.
Il mentastro verde possiede proprietà anestetiche, antisettiche, antispasmodiche, digestive, calmanti, antifermentative, dissetanti, rinfrescanti, stomachiche, vermifughe e carminative. La menta romana è utile nella prevenzione dei parassiti di cani e gatti e delle piante, si utilizza per preparare dentifrici, saponi e candele profumate. In cucina si impiega per la preparazione di salse utilizzate per aromatizzare gli arrosti, per insaporire verdure, the (utilizzando foglie intere), insalate miste e frittate. Nell’industria dolciaria è utilizzata per la preparazione di gelati, liquori, bevande, caramelle e gelatine.
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