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La pianta della liquirizia crea un cespuglio piuttosto arrotondato. Cresce bene in terreni aridi e non ha bisogno di essere annaffiata. Tuttavia, se l’estate si presenta particolarmente calda e priva di precipitazioni, si può provvedere a irrigare la liquirizia una volta ogni due o tre giorni. È sempre meglio controllare il suolo e procedere con l’innaffiatura solo se è completamente asciutto.La liquirizia viene propagata quasi sempre mediante i rizomi. Si recidono dalla pianta madre in autunno e per aumentare la probabilità che attecchiscano, devono essere lunghi perlomeno dieci centimetri. A quel punto non vi rimarrà altro da fare se non interrarli in un suolo ricco di fosforo. Questa sostanza aiuterà la nuova pianta a svilupparsi in maniera armonica.
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La pianta di liquirizia è soggetta ad essere attaccata da numerosi parassiti e può ammalarsi facilmente. Le foglie e i fusti dell’arbusto possono essere attaccati dalla ruggine: una malattia di tipo fungino che a lungo andare porta a morte certa i soggetti infestati. In questo caso è necessario trattare la liquirizia con prodotti specifici, somministrati secondo le dosi riportate sulla confezione acquistata presso un comune consorzio di agraria.Anche i pidocchi possono avere un’azione deleteria per gli arbusti che iniziano a perdere le foglie rapidamente. Anche in questo caso è indispensabile correre subito ai ripari irrorando la pianta con un prodotto fitosanitario mirato. Per quanto riguarda le radici, una volta raccolte sono soggette ad essere divorate da coleotteri.
La raccolta della radice della liquirizia viene effettuata nei mesi autunnali al compimento del terzo o del quarto anno di vita dell’arbusto. Appena le foglie iniziano a essiccarsi e a cadere a terra, si procede con la falciatura completa dei rami. Subito dopo si asportano dal suolo e si iniziano ad estrarre le radici una ad una. Per agevolare le operazioni, si utilizzano appositi attrezzi meccanici dotati di denti rigidi, ben distanziati e lunghi. Dopo la raccolta i rizomi devono esser lavati accuratamente per eliminare ogni residuo di terra e poi vengono sottoposti a un particolare processo di frantumazione. La lavorazione successiva cambia in base al prodotto finale che si vuole ottenere. Ad esempio, la pasta di liquirizia, si ricava bollendo le radici macinate.
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