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Il rafano preferisce i climi temperati, è in grado di sopportare temperature di alcuni gradi al di sotto dello zero. Le esposizioni migliori sono gli ambienti parzialmente ombreggiati, però si sviluppa bene anche in aree completamente soleggiate. Il cren predilige i terreni freschi, fertili, profondi, di medio impasto e ben drenati, si adatta anche ai suoli sassosi e poveri mentre rifugge quelli compatti in quanto risultano soggetti ai ristagni idrici. La specie è originaria dei Balcani e del Medio Oriente, attualmente viene coltivata in gran parte dell’Europa, nel nostro Paese nelle regioni settentrionali.
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Le cultivar di rafano si distinguono tra loro in base alla coltivazione, effettuata per la produzione di radici o come piante biocide, queste, una volta sviluppatesi, vengono interrate ed esercitano un’azione di contenimento dei parassiti del terreno, specialmente dei nematodi. Le varietà Pegletta e Colonel sono utilizzate come piante biocide in quanto contengono delle sostanze dannose per gli organismi del terreno, grazie a questo effetto è possibile adottare avvicendamenti più brevi per barbabietola e cereali autunno-vernini.
Il cren si moltiplica facilmente per divisione di cespi, di solito non si ricorre alla semina a causa dell’elevata sterilità dei semi. La divisione dei cespi consiste nel prelevare delle porzioni di rizoma, lunghe 10 cm e provviste di almeno una gemma, mettendole a dimora direttamente in piena terra ad una profondità minima di 5 cm in autunno o a fine inverno. Il letto di semina necessita di lavorazioni profonde e di essere ben affinato per garantire un buon sviluppo del rizoma. Le distanze di impianto sono di 80 cm tra le file e di almeno 40 cm sulla fila, con una densità di 3 piante/mq.
Il rafano viene coltivato negli orti e nei giardini famigliari ed in pieno campo sia per la produzione di radici che come piante biocide; in quest’ultimo caso viene avvicendato ai cereali autunno-vernini ed alla barbabietola, mentre per la produzione di radici sono sconsigliati gli avvicendamenti con colture della stessa famiglia come il cavolfiore. Per quanto riguarda le coltivazioni a livello famigliare una volta che la pianta ha assunto uno sviluppo notevole va eseguito uno sfoltimento in quanto essa tende ad essere molto aggressiva se lasciata crescere eccessivamente. La concimazione si esegue durante la preparazione del letto di semina apportando del letame maturo. Il cren è sensibile alla siccità, per cui durante l’estate, in assenza di precipitazioni, è necessario ricorrere all’irrigazione, lasciando asciugare il terreno tra un intervento e l’altro. Il rizoma viene raccolto durante l’autunno del secondo anno di coltivazione; una volta che è stato ripulito da terreno e radici va consumato fresco perché tende a rammollirsi facilmente, altrimenti va grattugiato e conservato in frigorifero o in congelatore. Le giovani foglie si raccolgono in primavera. Il rafano è una pianta poco soggetta ad attacchi di parassiti, i più pericolosi sono i marciumi radicali, che si instaurano in condizioni di ristagni idrici.
Il rafano possiede numerose proprietà: è efficace nel contrastare le bronchiti, favorisce la secrezione dei succhi gastrici per cui velocizza la digestione, svolge un’ottima azione diuretica, antibiotica e depurativa, cura i reumatismi e viene applicato sulla pelle per diminuire brufoli e lentiggini, tenendo presente che dosi elevate provocano danni alla pelle. Il rizoma, una volta raccolto, contiene vitamina C e minerali come sodio, calcio e magnesio. Inoltre se le foglie tritate si aggiungono al cibo dei cani vengono eliminati i parassiti intestinali. In cucina la radice viene utilizzata per preparare delle salse che insaporiscono carni, salumi, verdure e pesce, mentre le foglie si impiegano per guarnire le insalate.
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