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Il rambutan preferisce i climi tropicali umidi, a differenza del lici non è in grado di adattarsi ai climi temperati caldi, risulta sensibile alle temperature inferiori ai 10 °C. In Malesia il rambutan fiorisce da marzo a luglio e, nuovamente, da luglio a novembre di solito in risposta a piogge seguite da un periodo asciutto. Questa pianta predilige terreni sciolti, profondi, subacidi, ben drenati e ricchi di sostanza organica, mentre rifugge i suoli compatti e soggetti a ristagni idrici. Il rambutan è originario dell’arcipelago malese, viene coltivato in tutto il sud est asiatico, in Africa, in America centrale, in Australia, nelle Filippine e alle Hawaii.
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La maggior parte delle cultivar commerciali ha i fiori ermafroditi, queste, a differenza di quelle femminili, non necessitano di impollinatori maschili. In passato la propagazione veniva effettuata prevalentemente per seme, ciò ha portato ad una certa eterogeneità varietale, che si manifesta specialmente nei frutti. Le cultivar Lebakbooloos, Seematijan e Seenjonja hanno un frutto rosso, nella varietà Seetangkooweh la drupa è bianco-giallina e il gruppo varietale Atjeh Koonig presenta una buccia gialla. Alcune cultivar, come Seelengkeng, assomigliano al lici in quanto l’epidermide presenta delle estroflessioni corte. Altre varietà diffuse nel sud est asiatico sono Oh heok, Deli cheng, Maharlika, Jit lee, Rongrien, Chompon e Penang.
Il rambutan si moltiplica per seme, per innesto, per margotta aerea e per talea; le piantine ottenute da seme sono molto eterogenee, hanno una lenta messa a frutto, generalmente non prima del 5°-6° anno, ed i semi sono generalmente aspri. Per accorciare l’entrata in produzione sui semenzali di almeno un anno di età vengono innestate le cultivar migliori. La margotta aerea consiste nell’incidere un ramo per poi ricoprirlo con della plastica nera contenente terra o torba inumidita al fine di favorire la radicazione in prossimità dell’incisione. Le piante ottenute col metodo della talea entrano in produzione al 2°-3° anno, raggiungendo fruttificazioni ottimali dopo 8-10 anni.
Le distanze di piantagione variano da 8 a 10 m in quadro, esse sono piuttosto ampie perché il rambutan necessita di luce per fornire una fruttificazione uniforme. La maggior parte delle cultivar impiegate hanno un habitus di crescita compatto, raggiungendo un’altezza massima di 3-5 m, rendendo così possibile la raccolta da terra. La concimazione consiste nel somministrare la quantità annua per pianta di azoto, fosforo e potassio, che, nel caso di alberi adulti, corrisponde rispettivamente a 1 kg, 0,3 kg e 1,4 kg. Il rambutan di solito non viene irrigato perché la sua diffusione è limitata ai climi tropicali umidi in prossimità dell’equatore, dove le precipitazioni sono abbondanti e ben distribuite durante l’arco dell’anno.
I frutti maturano 15-18 settimane dopo la fioritura, il rambutan fruttifica due volte l’anno, la prima produzione avviene a fine autunno inizio inverno e la seconda in tarda primavera e all’inizio dell’estate. Il frutto viene raccolto a maturazione completa durante un periodo di 4-7 settimane, un frutteto adulto può produrre 20 t/ha. I frutti freschi hanno una vitalità breve, quelli destinati ai mercati sono stati raccolti uno alla volta staccandoli dal ramo e risultano sensibili ad attacchi di insetti ed ai marciumi. Il rambutan ha una qualità elevata se si raccoglie il singolo grappolo senza staccare i frutti dai rami, in questo modo si mantiene più fresco ed è meno sensibile ai parassiti; se venduto a grappolo conserva il suo vero sapore per cui si adatta meglio al consumo. Il seme è ricco di grassi e oli, pregiato per l’industria ed impiegato per la fabbricazione delle candele e dei saponi. Le foglie possono essere utilizzate contro il mal di testa e le radici vengono bollite ed impiegate per curare la febbre.
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