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Come si può evincere da una parte del nome di questo prodotto (peraltro è un nome commerciale, ovvero è un marchio depositato, ma è oramai così entrato nell’utilizzo comune da descrivere davvero l’oggetto stesso, in questo caso il materiale), deriva dal vetro (glass, in inglese) o perlomeno vuole somigliarvi e riprenderne alcune caratteristiche. In pratica il plexiglass è il frutto dell’innovazione continua e rapidissima dell’industria dei materiali polimerici, più comunemente definiti “plastiche”; si tratta di un prodotto che presenta caratteristiche di imitazione del vetro: trasparenza soprattutto, unita però all’infrangibilità. Il nome tecnico è metacrilato di metile in resina (e forse è per questo motivo che si è diffuso soprattutto il nome commerciale), e grazie ad alcune sue caratteristiche tecniche riesce a garantire quasi la stessa trasparenza e quindi eleganza del vetro (il quasi è d’obbligo dato che i vetri pregiati raggiungono livelli incredibili), ma con l’enorme pregio di non essere estremamente fragile come il vetro stesso, unica vera pecca di questo materiale. Dall’altro lato si deve però fare i conti con una certa facilità di abrasione, ovvero di rapido “consumo” per attrito con altri materiali; del resto, per coloro che conoscono almeno un po’ i materiali, ciò è facile da ipotizzare perché non essendo duro e fragile allora risulta più elastico e rovinabile.
Ora vedremo i motivi per cui il plexiglass è riuscito ad entrare nel mondo degli arredamenti, e nello specifico nel mondo delle tettoie. In pratica l’unica vera caratteristica che ha decretato il successo del plexiglass in parziale sostituzione del vetro è stata la sua capacità di non rompersi fragilmente e facilmente come il vetro; da precisare che la rottura fragile è quella rottura che viene volgarmente detta “in mille pezzi”, ovvero una rottura pericolosa per via della capacità di penetrazione di questi pezzettini. Ed è proprio la sicurezza il motivo per cui in tante applicazioni si sceglie il plexiglass e non il vetro, soprattutto quando siamo di fronte a dei bambini o delle situazioni comunque pericolose in potenza. Nel caso delle tettoie, oltre alla questione di sicurezza comunque importante, il plexiglass ha rubato una parte del mercato del vetro perché la sua non fragilità gli permette di resistere meglio alle sollecitazioni che un vento, una grandinata, il peso del ghiaccio potrebbero provocare in un classico utilizzo per una tettoia; in questi casi il vetro potrebbe cedere e provocare lesioni serie, mentre il plexiglass anche nel caso estremo di rottura non presenta pericolosità perché non si distrugge in “mille pezzi”.
Così come lo abbiamo finora descritto, il plexiglass sembrerebbe un materiale straordinario, quindi si potrebbe ipotizzare un prezzo davvero intonato a queste caratteristiche incredibili. Un’altra di queste incredibili caratteristiche del plexiglass è in realtà proprio il prezzo: chiaramente bisogna sempre regolarsi in base alla qualità ed alle geometrie da ottenere, ma il plexiglass risulta per la maggior parte delle volte addirittura più economico del vetro. E questo è un risultato straordinario se pensiamo che gode dell’infrangibilità che spesso è la prima causa di sostituzione dei vetri. I casi in cui il plexiglass giunge a prezzi non molto competitivi sono quelli in cui si devono realizzare geometrie molto particolari, quali ad esempio degli spigoli concavi oppure delle curve con una certa estensione. Però l’aspetto peculiare è che la lavorazione delle materie polimeriche (il grande gruppo che racchiude anche la resina del plexiglass) è un campo in cui la ricerca tecnologica mette il massimo impegno, quindi è levito aspettarsi che da qui a qualche anno potrebbe esserci una “rivoluzione” che magari potrà rendere il plexiglass anche poco soggetto ad usura, l’unica sua pecca attuale.
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