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La bieta da foglie viene seminata in marzo-aprile e poi ancora in luglio e agosto, su file distanti tra loro 35-40 cm. La semina si effettua ponendo 2-3 semi per postarella a intervalli di 20-25 cm, e a 1,5-2 cm di profondità. Appena i semenzali possono essere maneggiavi vanno diradati a uno per postarella. Le bietole da coste vengono seminate nello stesso modo e in periodi analoghi, ma a distanze maggiori lungo la fila (35-40 cm).
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La bieta non richiede un terreno particolarmente ricco, anche se un’aiuola del genere certo non le dispiacerebbe. Le basta un piccolo appezzamento, anche leggermente ombreggiato, ma meglio se in pieno sole (sopporta meglio la calura estiva rispetto agli spinaci andando a seme con minore facilità). Scegliere per la semina una posizione ariosa, per fare in modo che la pianta non venga attaccata dall’oidio, e preparare l’aiuola in inverno, con composta o letame ben maturo, oppure in autunno con composto e un po’ di concime organico comunque ben maturo, e una copertura di pacciame.
Nelle fasi iniziali di sviluppo delle piante va posta molta attenzione alla sarchiatura, per estirpare qualsiasi infestante tra le file. In alternativa si può pacciamare, ma in questo caso bisogna controllare che la pacciamatura non porti a marciumi fogliari. D’altra parte le biete hanno bisogno di una certa umidità per consentire all’apparato fogliare di potersi sviluppare appieno, e la pacciamatura ostacola l’evaporazione dell’acqua dal suolo. Durante l’inverno le piante vanno protette con campane o con una copertura di fogliame. In questo modo si potranno avere raccolti invernali e nel caso delle biete da coste sarà possibile anche un raccolto precoce, in primavera. Buone consociazioni per le biete sono quelle con tutti i cavoli, le carote, i ravanelli, il ramolaccio ed è anche possibile utilizzare l’insalata come coltura intercalare tra le file. Tra le avversità della pianta ricordiamo le virosi, l’oidio e la peronospora. Contro le virosi vanno utilizzate varietà resistenti e sementi di buona qualità. L’oidio si può prevenire utilizzando varietà resistenti alla malattia, evitando di concimare eccessivamente, e distruggendo tempestivamente le parti di piante colpite utilizzando contemporaneamente infuso di equiseto, o decotto di aglio, oppure una soluzione di hepar sulfuris e sapone sulle piante che hanno appena contratto l’infezione. La peronospora si previene aerando il terreno e coltivando in posizioni ventilate, e può essere contrastata nelle fasi iniziali utilizzando macerato d’ortica per innaffiare le piante malate e spruzzandole con infuso di equiseto.
Non è necessario concimare ulteriormente la bieta se la preparazione del terreno viene fatta come suggerito sopra. Un eccesso di concimazioni azotate, tra l’altro, porta a un sovrappiù di nitrati all’interno delle biete, soprattutto di quelle da costa che ne sono ricche per natura, e vanno pertanto evitate assolutamente, dato che nell’organismo i nitrati possono trasformarsi in nitriti, composti azotati tossici che ostacolano l’ossigenazione del sangue.
Se il tempo dovesse essere siccitoso bisogna irrigare in ragione di 10-15 litri di acqua al metro quadro ogni settimana. Per evitare di incoraggiare i marciumi sarebbe meglio innaffiare al mattino presto.
La bieta ha proprietà emollienti, lassative, ematopoietiche, e rinfrescanti. Aiuta a regolarizzare e ripulire l’intestino, combatte l’anemia ed è povera di calorie, ragion per cui può entrare a far parte delle diete dimagranti. Avendo un elevato contenuto di acido ossalico non è indicata in caso di problemi renali. E’ inoltre ricca di vitamine, sali minerali e ferro.
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