Una pianta da frutto molto comune nelle nostre zone è il fico; da non confondere con la pianta grassa da frutto “fico d’India”, il fico è una pianta mediterranea, che naturalmente dà vita ad un albero con foglie classiche, fiori e frutti gustosi. Il frutto del fico, che a quanto ci risulti si chiama anch’esso fico, ha un sapore dolce ma molto carico, soprattutto quando giunge a maturazione assume tutte le sue fragranze ed è davvero un frutto apprezzato ed anche economico. Del resto la pianta di fico non trova nessunissima difficoltà né ad attecchire e né a crescere, fino a diventare un albero; chiaramente quel che succede poi è che la produzione di fichi è ferma per via del fatto che l’albero è selvatico (con l’accezione del termine spiegata prima). A questo punto il fico deve essere innestato, ovvero va prelevato un ramo da un albero produttivo e va innestato con l’apposita tecnica nel nostro albero. Se tutto andrà per il verso giusto quel ramo attecchirà e da lì usciranno tanti gustosi fichi, per la gioia del proprietario; questa operazione è duplicabile, a patto di riprovarci l’anno successivo, sia nel caso di successo che di sconfitta.
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Sull’argomento dell’innesto ci sono davvero poche persone che sanno davvero tutto, delle tecniche e dei momenti in cui è meglio effettuarle; questa cultura generalizzata però a noi non serve, perchè ci basterà informarci sull’albero specifico. Da questo punto di vista non c’è niente di meglio che consultare il nostro sito, dove nella sezione innesto potrete trovare tante schede specifiche sulle piante più diffuse, sia di fiore che di frutto. Oggi stiamo parlando del fico e vediamo che per esso le tecniche utilizzate e più efficaci sono due: l’innesto a corona e l’innesto a cuneo. Dei due il più diretto è il primo: viene tagliato di netto l’albero portainnesto (ospitante), viene praticata un’incisione come per aprirlo ed in essa vengono infilate due o quattro marze di rami fruttiferi sagomati con estremità a penna; la scelta del numero di innesti da fare si fa in base alle dimensioni del portainnesti. Infilate le marze, esse vanno chiuse con del nastro che richiuda il margine e riempite con del mastice apposito per innesti, prodotto facilmente acquistabile su siti specializzati in internet ma anche da vivaisti e buoni fiorai riforniti.
La tecnica descritta nel paragrafo precedente è quella più utilizzata per il fico, risultando anche semplice per i novelli del settore e con alta percentuale di successo. La seconda tecnica è meno utilizzata perché più complessa e specialistica; infatti viene utilizzato un innesto a cuneo, da infilare in un foro “allargato” di circa otto o dieci centimetri da praticare nell’albero portainnesto. Si tratta di una lavorazione particolarmente difficile per il portainnesti, dato che va praticato un foro e per far ciò occorrono gli strumenti adatti ed anche una certa sicurezza perché si deve provare a non danneggiare il cuore della pianta. Le indicazioni principali che si fornisce ad una persona che vuole provare a compiere un innesto è quella di fare grande attenzione per la propria sicurezza durante l’operazione di taglio, mentre è altrettanto fondamentale utilizzare degli strumenti ben puliti ed igienizzati per evitare di trasmettere delle malattie alla pianta. Infatti i tagli, le abrasioni e le incisioni sulla superficie della pianta sono delle vere e proprie autostrade per batteri, virus, insetti, larve e piccoli animali che non aspettano altro per poter attaccare la pianta e, in caso di gravi infestazioni, portarla alla morte per decadimento dopo averne preso tutte le sostanze nutritive. Per questo motivo, acqua ed alcool, ovatta e pulizia profonda prima di cominciare il lavoro e prima di passare ad un’altra pianta (per evitare contagi).
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