Ricino

Informazioni e cenni botanici

Ascritta alla famiglia delle Euphorbiaceae (la stessa famiglia a cui appartiene anche la Stella di Natale), il ricino è una pianta a portamento arboreo originaria dell'Africa, ma ormai presente in buona parte del globo. Il suo nome scientifico è Ricinus communis, dove l'epiteto Ricinus, derivante dal latino, vuol dire "zecca", a causa della straordinaria somiglianza dell'omonimo aracnide con i semi della pianta. Il fusto è a tegumento coriaceo, di colore verde o marrone, e sovente arriva a superare anche i 9 metri d'altezza (negli esemplari selvatici). Le foglie sono ampie e presentano 5 o 12 lobi, da tonalità che variano dal verde acceso al rosso carminio. I fiori, di colore biancastro, spuntano in estate e sono raccolti in corposi grappoli; alla base di essi si trovano i fiori maschili, mentre all'apice quelli femminili. Dopo la fioritura compaiono sui grappoli i frutti, delle capsule spinose di colore rossastro che contengono tre semi; verranno liberati sul suolo una volta che le capsule si apriranno. Il ricino è una pianta sempreverde almeno nelle zone calde o a temperature miti, e non di rado risulta infestante in alcune zone.
Particolare del ricino con i frutti spinosi

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Proprietà del ricino e composizione

Struttura molecolare dell'acido ricinoleico Il ricino (come la maggior parte delle Euphorbiaceae) è una pianta velenosa; tutte le parti contengono una glicoproteina chiamata ricina. I semi sono particolarmente ricchi di acido ricinoleico, un acido grasso che in natura si trova solo in questa pianta; se ingerito in notevoli quantità, l'acido altera la mucosa intestinale provocando gravi intossicazioni e notevoli perdite di liquidi e sali minerali, insieme a tachicardia e sudorazione eccessiva. Studi hanno dimostrato che circa 15 semi di ricino sono in grado di uccidere una persona adulta, mentre ne bastano solamente 4 per i bambini. La ricina, invece, può provocare danni anche se inalata, andando ad agire sull'apparato respiratorio, con conseguente edema polmonare e morte in pochi giorni. Anche a contatto con la cute la ricina viene assorbita, sebbene si tratti di una circostanza rara.

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    Usi e impieghi

    Semi di ricino Sebbene mortale in concentrazioni elevate o modeste, il ricino viene sfruttato in molti campi proprio per le proprietà date dalla ricina e dall'acido ricinoleico. Conosciuto nei paesi anglosassoni come "Castor Oil", trova uso nell'industria farmaceutica per la produzione del famoso olio di ricino, dal colore giallastro e poco odoroso. Si tratta di un potente lassativo ormai caduto in disuso in buona parte del mondo. Anche nel campo della cosmesi si utilizza per produrre unguenti e balsami destinati alla cura del cuoio capelluto, oltre all'impiego dell'olio nei saponi solidi e in alcuni prodotti per la cura delle malattie cutanee. Nell'industria metalmeccanica si impiega il ricino nella realizzazione di lubrificanti, olii da motore, da lampada e in alcune materie sintetiche come coloranti e tessuti in nylon. Il maggior coltivatore al mondo di ricino è l'India, con oltre il 60% della produzione annua di semi destinati all'industria e alle case farmaceutiche.


    Ricino: Benessere per i capelli

    Come si presenta l'olio di ricino Come già detto, il ricino viene impiegato anche per la produzione di cosmetici e prodotti per capelli. L'acido ricinoleico è un potente restrutturante e ammorbidente, che interagisce direttamente con le parti secche e sfibrate di capelli e peli (si può utilizzare infatti anche su ciglia e sopracciglia). Capelli segnati da precedenti tinture e sfibrati dalla secchezza, presentano la parte centrale e l'apice quasi privi di grasso: l'olio di ricino agisce esattamente in questi punti equilibrando la percentuale di grasso ed evitando così la rottura dei capelli, contribuendo anche alla ricrescita. Si trova solitamente nelle erboristerie e nelle farmacie in bottiglie di vetro scuro. Si conserva a lungo anche a temperatura ambiente e se ne consiglia l'uso addizionato ad altri tipi di oli essenziali.



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