Peronospora

Peronospora

Tra le malattie più temibili delle piante, rientra a pieno titolo anche la peronospora. Conosciuta con nomi compositi, derivati dall’associazione con la pianta infettata, la peronospora è in grado di procurare immensi danni alle piante, sia estetici che economici. Estetici, perché la malattia colpisce tantissime piante ornamentali da giardino, tra cui la rosa, ed economici, perché predilige anche piante orticole danneggiandone irrimediabilmente la produzione. In base alla pianta colpita si avrà la peronospora della rosa, della vite, delle cucurbitacce e così via.
peronospora1-1

Bayer Fungicida sistemico R6 bordeaux 500 gr

Prezzo: in offerta su Amazon a: 12,9€


Cosa la provoca

peronospora2-1 La peronospora è una malattia delle piante provocata da un fungo appartenente al genere peronospora ed a due diverse famiglie di miceti: le piziacee e le peronosporacee. All’interno di queste due famiglie si distinguono diversi agenti infettanti, con nomi diversi e con meccanismi di infezione che prediligono determinate specie di piante. La peronospora della vite, ad esempio, viene causata dal fungo Plasmopara viticola, mentre quella delle patate è causata dal fungo Phytophthora infestans. I miceti responsabili della peronospora sembra siano originari delle zone caldo umide del Sud America.

  • Pianta colpita dalla peronospora Molte piante possono essere colpite dalla peronospora: alberi, arbusti, fiori, piante d'appartamento, verdura, frutta. I vegetali più comunemente danneggiati sono la rosa, il pelargonium, la fucsia, i...
  • Pianta pomodori Il pomodoro (nome scientifico Solanum Iycopersicum) è originario dell'America Latina, portato nel vecchio Continente da Cristoforo Colombo. Le coltivazioni di pomodori sono ormai diffuse in tutto il m...
  • Pianta pomodoro Il pomodoro, nome scientifico Solanum lycopersicum, appartiene alla famiglia delle Solanaceae; è una pianta originaria del Sud America, importata da Cristoforo Colombo e dalle sue missioni. Ha larga d...

COMPO CONCIME UNIVERSALE BIOLOGICO PER PIANTE ORTICOLE E DA FRUTTO CONF. DA 1 LT

Prezzo: in offerta su Amazon a: 8,9€


Piante colpite

peronospora3-1 Come accennato ai precedenti paragrafi, la peronospora attacca diverse specie di piante, sia ornamentali che orticole. Vittime di questa malattia sono le rose, la vite, le solanacee, ad eccezione delle melanzane, le cucurbitacee e le verdure. Nel dettaglio, le specie colpite dalla malattia sono: la rosa,la vite, il pomodoro, la patata, i cavoli, la cipolla, l’aglio, il porro, il tabacco, il cetriolo, il melone, la bietola, la cicoria, la lattuga e il carciofo. Il melone viene attaccato da un fungo appartenente al genere Pseudoperonospora, mentre un fungo del genere Bremia colpisce le verdure. In tutti i casi, i sintomi dell’infezione sono simili, con alcune manifestazioni che si differenziano in base alla pianta colpita ed alle condizioni climatiche in cui viene coltivata. Esistono alcune specie immuni dagli attacchi della peronospora, si tratta dell’anguria e delle zucche, mentre le melanzane possono essere attaccate, ma solo raramente.


Sintomi

peronospora4-1 La peronospora è una malattia insidiosa, che si serve del ciclo vitale del fungo per “organizzare” un’infezione su larga scala, in grado di prepararsi all’attacco fin dai mesi invernali, per poi infettare le piante durante la stagione primaverile. I sintomi della malattia variano in base alla pianta colpita ed alla zona in cui viene coltivata. L’infezione non porta all’immediata morte della pianta, ma ad una sofferenza che lentamente danneggia prima le foglie e poi i frutti, che vanno in necrosi, fino alla loro caduta definitiva. La peronospora si manifesta, inizialmente, sul margine inferiore delle foglie. I sintomi dell’infezione variano in base alla pianta colpita. Nelle rose si presentano delle macchie violacee sulle foglie, nella vite le macchie sembrano trasparenti ed oleose, mentre nelle altre piante si possono manifestare fenomeni di ingiallimento fogliare. Man mano che l’infezione avanza si assiste alla formazione di una muffa biancastra e alla marcescenza della parte colpita. Lo stesso fenomeno si può manifestare nei frutti, che possono andare in necrosi dopo aver subito un drastico cambiamento della loro colorazione.


Meccanismo dell’infezione

I funghi responsabili della peronospora appartengono a diversi generi di miceti che possono riprodursi sia per via sessuata che asessuata. Nel primo caso la riproduzione del fungo avviene ad opera di due gameti di sesso opposto, mentre nel secondo, attraverso divisione cellulare di un unico individuo. I nuovi esemplari del fungo che si originano dalla riproduzione sessuata si chiamano oospore, mentre quelli derivati dalla riproduzione asessuata si chiamano zoospore. A causa di vari meccanismi di adattamento ambientale, la riproduzione sessuata dei funghi responsabili della peronospora comincia ad essere molto rara. Attualmente, nella maggior parte delle piante colpite, si assiste ad un’infezione attuata tramite le zoospore, cioè quelle spore derivate da meccanismi di riproduzione asessuata del fungo. Le zoospore vengono prodotte dal micelio, la principale struttura cellulare del fungo. Questa struttura si presenta come un filamento microscopico dalla cui divisione unicellulare vengono rilasciate le spore. Il micelio attua i suoi meccanismi riproduttivi sulla pianta, rilasciando le spore nel periodo invernale. Queste possono proteggersi dal vento rimanendo coperte dal terreno o dai resti di altre piante. Con l’aumento delle temperature e dell’umidità, il micelio inizia a mettere in atto un meccanismo infettivo che priva la pianta delle sue sostanze nutritive. La temperatura ideale per lo sviluppo della peronospora è tra i 18 ed i 24 gradi, ecco perché la stagione più a rischio per questa malattia è proprio quella primaverile.


Cause malattia

La peronospora, come accennato al precedente paragrafo, viene favorita da temperature eccessive e da un alto grado di umidità. Il fungo, invece, non sopravvive al caldo secco ed alle basse temperature. Tra i fattori che possono causare la malattia, oltre alle già citate condizioni di umidità e temperatura, ricordiamo anche ristagni idrici del terreno e alle radici della pianta, irrigazioni eccessive, errori colturali ( concimazione, potatura, innesto) che possono rendere le piante più vulnerabili agli attacchi di diversi agenti patogeni, tra cui anche i funghi della peronospora.


Prevenzione

La prevenzione della peronospora si attua rimuovendo o arginando, per quanto possibile, tutte le condizioni che possono favorire lo sviluppo del fungo. Le piante da giardino vanno coltivate su terreni asciutti e in luoghi ben areati,soleggiati, ma al riparo del vento, facendo attenzione ad evitare i ristagni idrici. Quelle in vaso, appena arriva la stagione in cui la malattia può manifestarsi, vanno spostate in luoghi soleggiati ed asciutti. Durante il rinvaso bisogna prediligere terreni ben drenati, che assorbono bene l’acqua senza formare ristagni idrici. Se le piante coltivate necessitano di essere riprodotte per innesto, è sempre preferibile usare delle cultivar ( varietà) per innesti geneticamente resistenti alla peronospora.


Lotta preventiva

La lotta alla peronospora comprende due differenti azioni: sia preventive che curative. Entrambe le soluzioni, a parte le strategie indicate al paragrafo precedente, si attuano tramite l’utilizzo di anticrittogamici o prodotti antifunghini. L’azione preventiva con prodotti chimici si effettua ricoprendo la pianta con sostanze rameiche, tra cui ossidi, cloruri e idrocloruri di rame. Questi prodotti vengono usati anche per prevenire le infezioni batteriche che spesso si manifestano in seguito alla peronospora. I prodotti chimici da contatto si somministrano alla pianta prima che inizi la primavera, cioè prima dell’arrivo della stagione in cui di solito si manifestano i sintomi della malattia.


Lotta curativa

La lotta per curare la peronospora si attua tramite l’utilizzo di anticrittogamici per via sistemica, cioè prodotti che vengono assorbiti dal micelio del fungo procurandone la morte. Gli antifunghini ad azione sistemica derivano dai benzimidazolici e dai fenilammidici, da miscelare, se si vuole, anche ad ossicloruri di rame per potenziarne gli effetti. Il dosaggio di questi preparati e l’eventuale utilità della miscelazione, dipenderanno dal tipo di pianta da trattare, dal suo grado di sviluppo e dalle condizioni climatiche e di terreno su cui viene coltivata. Nelle rose, i fenilammidici vanno applicati sulla pagina inferiore delle foglie entro tre giorni dalla comparsa della malattia. Le applicazioni devono essere ripetute ogni cinque, massimo quindici giorni. Il periodo delle applicazioni varierà in base alle sostanze a cui questi prodotti vengono miscelati. Se sono associati a cloruri di rame, si possono applicare in qualsiasi fase dello sviluppo della pianta, mentre se sono associati ai carbammati si usano esclusivamente prima della fioritura. Per la peronospora della vite non bisogna superare le tre applicazioni nel corso dell’anno.


Formulazioni prodotti

I fungicidi da usare per la peronospora vengono prodotti con varie formulazioni commerciali. Esistono quelli liquidi, in polvere bagnabile e in granuli solubili in acqua. I fungicidi liquidi e in polvere bagnabile vanno sciolti in acqua in un rapporto di diluizione che viene indicato nella confezione di acquisto del prodotto. Il rapporto di diluzione potrà variare sensibilmente in base al tipo di pianta da trattare. Questi prodotti vengono assorbiti dalle radici per poi risalire fino alle foglie, in modo da agire esclusivamente sul fungo della peronospora. L’applicazione dei prodotti in polvere bagnabile e liquidi va effettuata ogni dieci, dodici giorni per la vite, ed ogni nove giorni per il melone ed il pomodoro. Il primo trattamento va effettuato a partire dalla prima pioggia primaverile a rischio di infezione. I fungicidi in granuli, da sciogliere in acqua, solitamente contengono composti a base di rame ed alluminio. Per la loro capacità di sciogliersi in acqua, queste formulazioni vengono anche definite idrodispersibili. Per evitare danni alle colture e casi di tossicità, la somministrazione di fungicidi va sospesa prima della raccolta. I tempi di sospensione variano in base alle piante trattate. I fungicidi in granuli idrodispersibili vanno sospesi almeno tre giorni prima della raccolta del pomodoro, dell’aglio, della cipolla, della fragola, della scalogna e della melanzane. Per altre piante, la sospensione deve effettuarsi almeno venti giorni prima della raccolta. Le polveri bagnabili vanno sospese almeno sette giorni prima della raccolta per il melone, la patata e il pomodoro e venti giorni prima per le altre colture. Le formulazioni liquide vanno sospese tre giorni prima della raccolta dei cocomeri e dei meloni e venti giorni prima per le altre piante. Tra i fungicidi ad azione sistemica si ricordano i prodotti con le seguenti denominazioni commerciali: furalaxil, metalaxyl, ofurace, keralaxil, cimoxanil, benolaxyl e oxadixil. Tra i fungicidi da contatto e ad azione preventiva, citiamo il Diclofluanide, l’Anilazina e il Clortalonil. I primi due, in seguito a una revisione fitosanitaria, non rientrano più tra i fughicidi, ma tra i disinfettanti. Tra i prodotti per la prevenzione della peronospora si ricorda anche il fosetil di alluminio. I benzimidazolici ed i fenilammidici miscelati a prodotti rameici si possono usare sia a scopo preventivo che curativo.



Guarda il Video

COMMENTI SULL' ARTICOLO