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La cavolaia nella sua forma adulta ha un corpo composto da capo, torace e addome. Sulla piccola testa sono presenti due occhi composti, ovvero formati da numerose piccole lenti, che le permettono di orientarsi in volo. Sono visibili inoltre due antenne, sede degli organi di senso tattile e chimico. Questo insetto si nutre di nettare succhiandolo dai fiori attraverso la spiritromba, una sorta di piccola proboscide che viene avvolta sotto il capo quando non utilizzata. Il torace ha come appendici due paia di ali e tre paia di zampe. Le ali sono membranose e quelle anteriori sono più grandi di quelle posteriori. Ricche di nervature e tubicini attraverso i quali passa ossigeno, sono color crema con le punte più scure. La femmina si distingue per due punti scuri e una banda nera sulle ali anteriori. L'apertura alare varia tra i 50 e i 60 mm per la cavolaia maggiore e tra i 30 e i 50 mm per quella minore.
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La cavolaia nel corso della sua vita subisce un processo di metamorfosi in quattro stadi che trasforma completamente il suo corpo. Le uova, di colore verde giallognolo, vengono deposte sulla pagina inferiore delle crucifere e alla schiusa nascono le larve, o bruchi. I bruchi della cavolaia maggiore e minore si differenziano per il loro colore: i primi sono di colore verde chiaro a puntini neri, i secondi sono più piccoli e di colore grigio pallido. Le larve, arrivate a maturità, smettono di nutrirsi e diventano crisalidi, o pupe. Queste ultime restano immobili all'interno di un bozzolo o ancorate a un supporti di seta in luoghi riparati fino al momento di trasformarsi in farfalle (sfarfallamento). Questo processo avviene solitamente da due a quattro volte all'anno. Gli sfarfallamenti principali avvengono in aprile-maggio e luglio-agosto.
La cavolaia adulta non produce danni alle coltivazioni, ma allo stadio larvale è tra i più temibili parassiti di tutte le piante crucifere: cavoli di ogni tipo, cavolfiori, rape e rapanelli. Due soli bruchi di cavolaia sono in grado di distruggere in poche ore un'intera foglia lasciando solo la nervatura. Per prevenire questa eventualità è consigliabile eliminare manualmente le uova dalle piante prima della schiusa. Se però le infestazioni fossero estese è possibile ricorrere a insetticidi chimici o naturali. I principi attivi usati per i prodotti chimici sono generalmente a base di Imidacloprid e Deltametrina. Esistono tuttavia anche rimedi naturali considerati efficaci nella lotta a questi parassiti. Il piretro, una sostanza estratta dai fiori acquistabile in soluzioni già pronte, è uno di questi, anche se ha la controindicazione di eliminare sia gli insetti nocivi che quelli utili. In alternativa è possibile provare con il Bacillus Thuringiensis, un batterio che neutralizza le larve.
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