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Subito dopo aver effettuato la semina delle fave, occorre procedere con l’irrigazione prestando attenzione affinché la distribuzione dei semi venga mantenuta. La frequenza delle irrigazioni è strettamente dipendente dalle condizioni climatiche. La pianta di fave può resistere anche a lunghi periodi di siccità, ma per ottenere buoni risultati è bene irrigare frequentemente il terreno, soprattutto se si vive in zone a clima caldo. Il consiglio è quello di innaffiare le fave durante il periodo fresco della giornata, alle prime ore del mattino o in tarda serata, evitando i ristagni d’acqua. Un accorgimento è quello di non effettuare l’annaffiatura dall’alto, quindi di non bagnare le cime della pianta di fave per evitare il gocciolamento dell’acqua nel terreno, ma innaffiare direttamente il suolo.
La coltivazione delle fave non richiede un terreno particolarmente fertile, in quanto è la stessa pianta a contribuire alla sua fertilizzazione per le colture successive. Dunque l’ideale è un terreno parzialmente argilloso, di medio impasto, privo di ristagni e ben drenato che va preparato prima della semina con l’aiuto preferibilmente di un motozappa, poi spianato con un rastrello e privato delle erbe infestanti. La pianta di fave non necessita di concimazioni a base di azoto, in quanto le stesse radici della pianta sono dotate di questo elemento e quindi ne arricchiscono il terreno. È possibile inoltre concimare il terreno utilizzando gli steli della pianta ben tritati e poi interrati. Semmai, se il suolo ne è carente, si possono utilizzare dei prodotti specifici per un apposito arricchimento di sali minerali.
Nonostante sia poco esigente, la pianta di fave è particolarmente intollerante tanto al gelo quanto alla siccità, dunque il clima ideale è quello temperato. Nel periodo più caldo la pianta di fave può essere attaccata dagli afidi, amanti perfetti per questa varietà di legumi, tanto che l’afide nero viene proprio chiamato "afide nero della fava". Questi parassiti si raccolgono nella parte superiore della pianta e per eliminarli il metodo più indicato è quello di togliere manualmente la parte superiore del vegetale (questa pratica è chiamata "cimatura"), intensificando parallelamente anche la fruttificazione. Ricordiamo poi il tronchio, un coleottero che scava i semi contenuti nei baccelli. Tra le malattie quella peggiore è il carbone della fava, una specie funginea che alla lunga può causare la morte delle radici.
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