I fertilizzanti devono essere selezionati sulla base delle caratteristiche del terreno: scegliere quale acquistare non è sempre facile. A fare da guida sono le sigle chimiche riportate sulle confezioni, che hanno il compito di rendere noti gli elementi chimici contenuti nel composto, con relative percentuali. In questo modo è possibile individuare il fertilizzante che meglio può rispondere alle diverse esigenze del terreno, senza comportare carenze e nemmeno eccessi, che possono essere altrettanto dannosi per le coltivazioni. I fertilizzanti chimici si compongono solitamente di più elementi e per questo la loro presenza è indicata attraverso le sigle chimiche corrispondenti ai singoli elementi contenuti. I fertilizzanti più comuni, come visto, sono quelli che rispondono alle principali esigenze dei diversi tipi di terreno, permettendo l'apporto di fosforo, azoto e potassio. Le percentuali degli elementi componenti possono variare, ma solitamente gli elementi presenti sono ricorrenti e permettono il corretto bilancio del prodotto finale. I fertilizzanti a base di azoto sono di solito ricchi di nitrato di calcio, sodio e solfato ammonico, mentre quelli a base di potassio si compongono di solfato e nitrato di potassio. I fertilizzanti a base di fosforo sono invece composti da fosfato di calcio e fosfato di ammonio, presenti in diverse percentuali. Da ciò si evince che un fertilizzante efficace per un tipo di terreno può rivelarsi del tutto inadatto ad un altro o ad altre coltivazioni.
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Il fertilizzante deve rispondere alle specifiche esigenze delle piante che si desidera coltivare, dunque è importante conoscere le loro esigenze per poter ricorrere ad applicazioni davvero efficaci. Sarà quindi importante rispettare anche i cicli vitali delle piante, tenendo conto del fatto che le diverse fasi porteranno la pianta stessa ad avere diverse esigenze. Il metodo di spargimento dei diversi fertilizzanti può variare in risposta ai bisogni delle piante e del terreno: i fertilizzanti in forma solida sono indicati per la preparazione del terreno, prima che le piante vi vengano seminate, per rendere il terreno stesso in grado di offrire la giusta composizione chimica per le coltivazioni che vi troveranno dimora. Sono invece molto pratici i fertilizzanti liquidi, da aggiungere all'acqua di innaffiatura, per le piantine già germogliate e per le diverse fasi della loro vita. Si tratta, in questo caso, di interventi ripetuti con una certa periodicità, a seconda di quanto prescritto dal fertilizzante stesso, in particolare nei periodi di maggiore necessità di nutrimento da parte della pianta, dunque nel pieno del suo periodo produttivo e del suo sviluppo, solitamente nella stagione primaverile ed estiva. Il fertilizzante può favorire la fioritura e lo sviluppo di fiori e frutti, nonchè la crescita della pianta, mentre sarà meno indispensabile nel periodo di riposo vegetativo delle proprie coltivazioni.
I fertilizzanti chimici comportano indubbi vantaggi e sono funzionali se utilizzati nel rispetto delle esigenze specifiche della pianta, garantendo una precisa composizione degli elementi in esso contenuti. Tuttavia, essi possono dare origine anche ad alcune controindicazioni che è bene tenere presente qualora ci si appresti a selezionare un fertilizzante per le proprie coltivazioni. Alla scelta dei macroelementi indicati precedentemente, infatti, si abbina la presenza, in minori percentuali, di microelementi non indispensabili ma utili per le singole piante: essi possono variare notevolmente da fertilizzante a fertilizzante ed essere più o meno adatte alle esigenze delle differenti coltivazioni in rapporto al terreno nel quale si trovano. I principali rischi della concimazione chimica riguardano i residui nel terreno e nelle falde acquifere, in particolare, dei nitrati, sostanze ad assimilazione immediata che sono però soggette a dilavamento e finiscono per accumularsi presentando un rischio per le piante, per l'ambiente e per l'uomo. I rischi di inquinamento si accompagnano quindi alla maggiore facilità di utilizzo dei fertilizzanti chimici rispetto a quelli naturali, nei quali è più difficile tenere sotto controllo le esatte quantità apportate nel terreno. Per questo, l'utilizzo di fertilizzanti chimici soprattutto in agricoltura è regolamentato da specifiche norme.
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