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In questo articolo ci concentriamo sulla potatura: questa è l’operazione che prevede lo sfrondamento di una parte della pianta in modo da farla rendere al massimo nella successiva fioritura e periodo fruttifero. Ovviamente la tecnica di questa operazione sta nel saper cosa tagliare e quando farlo soprattutto, oltre a che in quale quantità; ciò è fondamentale, perché altrimenti si rischia di eliminare le parti più forti e pronte a svilupparsi della pianta, in questo modo danneggiando non solo la produzione, ma anche rischiando la vita della stessa pianta. Un aspetto di assolutamente primo rilievo della potatura è quello dei giusti attrezzi: per potare qualsiasi pianta, ed a maggior ragione le piante grandi, c’è bisogno di attrezzi adatti alla situazione, ovvero taglienti ed efficaci, in modo da non lasciare troppe ferite ed abrasioni sulla pianta stessa, cosa che può portare all’ingresso “facilitato” di pericolose malattie, le quali troveranno un’autostrada e saranno difficilmente arrestabili. A tal proposito bisogna ancora precisare che questi attrezzi, oltre che efficienti, devono essere anche pulitissimi ed igienici, proprio per evitare che la loro lama (o comunque l’attrezzo di taglio) penetri nella pianta e vi porti fin nel suo “osso” uno o più agenti patogeni.
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Il pesco è uno degli alberi da frutto più apprezzato in generale; esso infatti coniuga un frutto buonissimo e molto ricercato (ancorché economico e tutt’altro che raro da trovare) con un aspetto estetico che in alcuni periodi dell’anno (specificatamente nella sua fioritura, ovvero nel mese di maggio) non ha nulla da invidiare alle più belle piante o alberi ornamentali, anzi risultando davvero apprezzatissimo per i fiorellini semplici e delicati, con quel colore rosa puro e quel profumo che lo fa riconoscere anche a svariate decine di metri di distanza. Per ottenere tutto ciò però è necessario lavorarci parecchio sul nostro pesco, soprattutto con la potatura: la tecnica che si adotta è quella quasi standard delle piante da frutto, ovvero una potatura di formazione nei primi quattro o cinque anni ed una potatura di mantenimento (o produzione) negli anni successivi, con tecniche di approccio ed obiettivi totalmente diversi tra i due casi presentati. Nello specifico, la potatura di mantenimento prevede due fasi, una estiva ed una invernale, che è la più ardua da applicare perché da essa dipende molta della sopravvivenza della pianta al successivo inverno e la sua fruttificazione.
Partiamo col vedere come sia fa la potatura di formazione: essa ha l’obiettivo di formare la pianta nelle dimensioni e nella forma che desideriamo (a seconda dei nostri gusti estetici oppure delle esigenze di raccolta e mantenimento se abbiamo una coltivazione), e viene attuata dal primo al quarto/quinto anno di vita della pianta di pesco. Piantata la pianta, nel primo anno il suo tronco viene tagliato di netto, nel secondo si lasciano due soli rami di circa 35 centimetri ciascuno (tra quelli che son cresciuti, e lo faranno), nel terzo si lasciano due rami di circa 35 centimetri su ognuno di quei rami e così via fino al quarto o quinto anno. Da qui in poi c’è la potatura di mantenimento, che ha l’obiettivo di mantenere la forma e le dimensioni volute e di favorire la produzione )perciò viene detta anche di produzione); consta di due fasi, una che avviene in inverno (detta invernale o “a secco”) – il periodo migliore è febbraio, ma se sappiamo che ci saranno gelate in marzo è meglio anticiparla a novembre – e che elimina i rami di un anno perché il pesco fruttifera su rami di due anni, mentre quella estiva (o verde) – da fare in luglio – mira a sfoltire la chioma per permettere a luce ed aria di penetrare liberamente anche all’interno della pianta in modo da nutrirla completamente.
Coltivare nel proprio giardino di casa un albero di pesco porta notevoli vantaggi. Per esempio, potrete disporre di uno splendida vista durante la stagione primaverile quando il pesco si mostra nella sua totale bellezza grazie alla fioritura dei suoi boccioli dal colore rosa- fucsia e dal profumo delicato ma delizioso; oppure potrete assaporare i suoi squisiti frutti, succosi e dolci senza dover uscire nemmeno di casa. Le pesche inoltre aiutano ad eliminare le tossine e nell’antichità veniva usate in occasione di mal di testa, disturbi all’apparato digestivo e circolatorio. Questo perché il frutto dell’albero di pesco contiene un acido simile a quello citrico adatto quindi a chi intraprende una dieta e soffre di difficoltà digestive.
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