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L’innesto è una delle tecniche del giardinaggio che più richiedono conoscenza, destrezza e tecnica; probabilmente si pone al fianco della potatura (che però ha più margine di errore ed è più comune) come importanza per la vita di una pianta e per la qualità del suo prodotto, sia esso un frutto o un fiore. Esso si pratica, come indica la parola, innestando la parte di una pianta – solitamente un ramo – nel fusto o in un grosso ramo di un’altra pianta, in modo che la parte innestata possa prendere la forza della grossa pianta per crescere però sempre uguale a sé stessa. Diciamo che l’innesto viene utilizzato per due motivi: il primo è quello di far produrre una pianta non produttiva, innestandole un ramo di una pianta produttiva, il secondo invece è quello di replicare con facilità una pianta particolarmente buona, perché in teoria si potrebbe distribuire ogni ramo della pianta a tanti esemplari. Possiamo chiarire che nell’ambito del classico giardinaggio domestico, l’innesto non abbia poi così tante applicazioni, però se già siamo interessati ad avere una particolare qualità di agrumi allora la conoscenza dei principi di applicazione dell’innesto potrebbe fare più che al caso nostro.
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Nonostante sul finire del precedente paragrafo abbiamo introdotto una delle applicazioni più diffuse e redditizie dell’innesto (quella sugli agrumi), in questo articolo parliamo di un innesto a cui molti sono interessati per via dell’importanza della pianta: l’innesto della rosa. La rosa è una pianta da fiore amata e coltivata in tutto il mondo, per via di quel fiore dall’eleganza talmente straordinaria che è il più venduto ed il più regalato dell’intero pianeta, con un giro economico impressionante ogni anno. D’altro canto tutti conoscono quanto la rosa sia una pianta delicata da coltivare e da far produrre, ed immaginiamo l’innesto come possa essere pericoloso: esso si pratica prendendo una gemma ben cresciuta della pianta che voglia riprodurre, asportandola dal ramo di cui fa parte con un pezzettino di rame ancora attaccato; dopo di ciò si pratica una apertura a T nel fusto della rosa, su un ramo abbastanza grosso, si pone lì la gemma e si richiude il tutto avendo molta cura ad allacciare del nastro per tenere stretto il taglio, dopo averlo cosparso di uno speciale liquido (o crema) antibatterica, in modo che la zona fosse non attaccabile da agenti patogeni, funghi eccetera che potrebbe vedere in quel taglio un’autostrada per conquistare la pianta.
Le informazioni seguenti, molto preziose, sono adatte e valide per ogni tipo di innesto, sia esso quello in formato ridotto per una piantina di rosa oppure sia quello con grossi rami super produttivi per ulivo, agrumi o altre specie vegetali ancora. Ebbene, partiamo dagli strumenti: per operare un innesto a regola d’arte bisogna disporre di oggetti taglienti e molto ben igienizzati; per capire il tipo di oggetto tagliente bisogna guardare che tipo di pianta vogliamo innestare, perché se per una rosa potrebbe bastare una cesoia da giardinaggio, per un ulivo potrebbe non bastare invece un motosega di piccole dimensioni. La cosa fondamentale è che il potere tagliente sia alto, in modo che il taglio sia netto e preciso, per nulla sfalsato o con estremi sfilacciati; altra cosa è l’igiene: se tagliamo con oggetti non disinfettati (possibilmente, alla fiamma), potremmo portare i batteri ed altri agenti patogeni direttamente nel cuore della pianta (sia quella da innestare che l’altra) con conseguenze praticamente irrimediabili perché una volta che una malattia raggiunge il cuore della pianta c’è ben poco da fare. In generale, per parlare del periodo ideale dell’innesto, bisognerebbe conoscere sempre la specie vegetale, ma non si sbaglia se lo si pratica a primavera inoltrata, diciamo nel mese di aprile, quando non ci sono più pericoli di gelate.
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