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La semina del cavolfiore precoce e natalino avviene in semenzaio in maggio-giugno, il trapianto in luglio-agosto con distanze di 65 cm sia tra le file che tra le piante. La semina dei cavolfiori carnevaleschi avviene a metà giugno in semenzaio, con trapianto a agosto e raccolta verso febbraio. La semina dei cavolfiori molto tardivi avviene sempre in giugno, ma il trapianto è a fine agosto e la raccolta ad aprile. Il trapianto va fatto maneggiando con molta cura i semenzali di 5-7 settimane, che avranno già 3-4 foglie. Per estrarli facilmente senza traumi innaffiarli il giorno prima del trapianto e durante l’operazione coprirli con polietilene o tela di sacco per non farli disidratare. La messa a dimora va effettuata con un trapiantatoio su un terreno ben irrigato il giorno prima, avendo cura di rendere ben saldi nel terreno i piccoli cavolfiori compattando con le mani il terreno attorno a ciascuno di essi e poi innaffiare con garbo. Se il tempo fosse molto siccitoso ogni buca di impianto va riempita di acqua.
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Il cavolfiore vuole un terreno in posizione soleggiata e aperta ma anche riparata, molto ricco di nutrimento e acqua, compatto, con pH tra 6,5 e 7,5. Non vanno mai coltivati nello stesso posto per più anni consecutivi, ma è possibile riutilizzare un’aiuola dopo tre anni. Preferibilmente vanno posizionati dove l’anno precedente erano presenti i fagioli, per sfruttare l’arricchimento di azoto nel suolo che tutte le leguminose apportano, e evitare che eventuali infezioni latenti di ernia del cavolo possano compromettere la coltura (nel caso di infezione accertata devono passare sette anni prima di poter sfruttare di nuovo l’aiuola per le Brassicaceae). Il terreno di semina deve essere stato concimato con letame per la coltivazione precedente, oppure in autunno va arricchito con un secchio di compost o letame maturo per ogni metro quadro. Prima della semina va ulteriormente fertilizzato con 65-70 gr per metro quadro di concime generico, poi va rassodato e reso fine tramite rastrellatura. La doppia vangatura del terreno di trapianto si effettua invece a seconda della varietà più o meno precoce. Inoltre va aggiunto letame molto maturo o compost (5-8 kg al metro quadrato) e si lascia consolidare il terreno. Il coltivatore biologico d’altra parte preparerà le sue aiuole in autunno con composto e concime organico (letame molto ben decomposto, stallatico essiccato, cornunghia) ma senza esagerare. Il bio-agricoltore sa che troppa fertilizzazione produce cavolfiori di scarsa qualità e tratta il terreno del suo orto con un’attenzione tale che non serve esagerare in questo senso, tanto che terreni coltivati secondo natura possono far crescere bene i cavolfiori solo con aggiunte di compost.
Un mese dopo il trapianto a dimora irrorare con solfato ammonico (30-35 gr per metro quadro) e innaffiare per farlo penetrare. Il bio-coltivatore fertilizzerà con farina di roccia oppure macerato di ortica, 2-3 volte nel corso della crescita.
La coltivazione del cavolo non è semplice, ma nemmeno impossibile se si tiene conto sia del clima che delle esigenze della pianta. Nelle zone più fredde si devono coltivare cavolfiori precoci per non incorrere nel rischio di gelate. I cavolfiori tardivi e molto tardivi vanno protetti dal gelo spezzando e ripiegando un paio di foglie sulla parte edule in formazione. Eventualmente fare lo stesso per mantenere il colore bianco della parte edule in caso di forte irraggiamento solare. I cavolfiori precoci vanno sarchiati con regolarità per eliminare le infestanti o eventualmente pacciamati. Mai far rallentare l’accrescimento della pianta trascurando irrigazioni o fertilizzazioni, mantenere alta l’umidità. Subito dopo il trapianto e fino a attecchimento avvenuto a dimora coprire con fogli di giornale in caso di forte irraggiamento solare per ridurre l’evaporazione. Molto favorevole la consociazione con il sedano.
Subito dopo il trapianto a dimora irrigare con 1 dl di acqua al giorno fino all’attecchimento. Vanno garantiti 18 litri di acqua per metro quadro nei periodi siccitosi, per mantenere l’umidità nel terreno a un livello ottimale, pena la produzione di cime scadenti. Una pacciamatura che limiti la traspirazione del suolo aiuta a risparmiare acqua.
Il cavolfiore è ricco di Sali minerali e vitamine A, C, K, PP e del gruppo B. E’ antibatterico, depurativo, antiinfiammatorio, rimineralizzante in quanto regolatore del pH del sangue e molto indicato nella dieta del diabetico. Previene cancro a colon e prostata, e dulcis in fundo è squisito.
Il cavolfiore è un tipo di verdura che si presta bene ad essere impiegato come contorno per altre portate ma viene utilizzato anche per la preparazione di diversi piatti. E’ la verdura dell’inverno e, se amate mettervi alla prova e sperimentare nuove ricette, questo ingrediente potrebbe essere un buon punto di partenza per la vostra creatività! Prima di realizzare qualsiasi piatto, occorre togliere le foglie esterne più dure della verdura e lavare bene il cavolfiore sotto acqua corrente. Una volta fatto ciò, sarà possibile lessarlo in acqua bollente e salata, cuocerlo al vapore, gratinarlo o frullarlo per creare una mousse utilizzabile come condimento per risotti e paste o da gustare come minestra. Solo se morbidi e freschi possono essere consumati anche crudi. Questo perchè il cavolfiore è una verdura che si deteriora facilmente e per questo la freschezza dell'alimento deve essere controllata!
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